Cuscini e fragole al cioccolato

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Il mattino seguente furono i baci di Harry a svegliarmi dal mio sonno profondo, sentii le sue morbide labbra percorrere tutto il mio braccio lentamente fino ad arrivare alla spalla, risalì di poco e sentii il suo repsiro caldo indugiare sulla pelle del mio collo contro la quale stava strofinando il naso. A causa di molti miei comportamenti potevo apparire una persona fredda ma amavo la dolcezza con cui Harry mi dava il buongiorno, il suo sorriso era il modo migliore per cominciare una nuova giornata, i suoi occhi verdi mi davano la forza di scendere dal letto e sorridere, i suoi baci erano la linfa vitale che mi dava la carica per affrontare qualsiasi cosa. In soli tre mesi Harry era passato dall'essere il mio amore platonico all'essere il mio amore da sogno; da quando avevo lui accanto tutto sembrava essere più bello, ogni diffioltà sembrava possibile da superare se c'era lui a stringermi la mano e sorridermi.

<< Buongiorno dormigliona >> sorrise il mio ragazzo mentre aprivo gli occhi

Ogni mattina era sempre un'emozione nuova quando mi svegliavo, credevo di conoscere a memoria il viso di Harry ma più lo guardavo e più mi accorgevo di nuovi piccoli particolari che al risveglio del giorno prima non avevo notato.

<< Buongiorno amore >> risposi dandogli un veloce bacio sulle labbra

Harry sorrise nel bacio provocando in me un turbine di emozioni che dilagarono nel mio corpo

<< Come mai così dolce stamattina? Di solito mi rispondi a monosillabi >> constatò divertito mentre con il pollice creava cerchi immaginari sulla mia schiena

<< Non lo so, saranno i tuoi baci a farmi questo effetto >> risposi scrollando le spalle per poi baciarlo ancora ma con più passione di prima

<< Credo che ti sveglierò più spesso così >> disse Harry una volta concluso il bacio

<< Così mi vizi >> sorrisi

Avvicinammo i nostri volti per fare sì che le nostre labbra si incontrassero ancora una volta quando la voce di mia madre giunse alle nostre orecchie; mi voltai di scatto verso la porta con il panico negli occhi. Non evevo sentito la sveglia delle sei e non ero andata nell'altra stanza, se i miei lo avessero scoperto sarebbe stata la fine, mi avrebbero riportata con loro in Italia immediatamente. Mi diressi verso la porta e la aprii leggermente per poter spiare ciò che stava accadendo nel corridoio, la stanza di fronte alla nostra era occupata dai miei genitori che stavano trasportando i bagagli al piano di sotto, attesi che scendessero tutti e poi mi voltai verso Harry. Rimasi senza fiato nell'osservare il mio ragazzo disteso su un fianco con la coperta tirata su fino alla vita ed il petto scoperto, mi persi ad osservare ogni angolo di pelle lasciata libera dagli indumenti, percorsi il petto sul quale vi erano tatuate due rondini, risalii lungo il collo e poi mi fermai sul viso: la guancia destra era posata sul cuscino, i capelli ricci erano scompigliati e gli ricadevano dolcemente sulla fronte ma ciò che fece aumentare la velocità dei miei batitti cardiaci fu il suo sguardo posato su di me. I suoi occhi verdi erano particolarmente chiari quella mattina e ciò che mi colpì maggiormente fu il modo in cui mi guardava, aveva un'espressione come incantata, mi fissava come se fossi il bene più prezioso al mondo, come se con quello sguardo volesse dirmi che ero importante per lui. Ci guardammo intensamente, l'uno di fronte all'altra, per qualche istante poi Harry sorrise felice contagiando anche me.

<< Allora agente, la via è libera? >> chiese scherzoso

<< Si, ma dobbiamo procedere con cautela, è una misisone molto delicata >> risposi stando al gioco

Ridemmo di quello che era appena accaduto e poi Harry si alzò venendo verso la porta e sorpassandomi, uscì in corridoio, si guardò intorno e, mentre si stiracchiava, mi disse che potevo raggiungerlo tranquillamente. Ci dirigemmo insieme al piano inferiore per fare colazione con la mia famiglia e poi ritornammo nelle nostre stanze per vestirci; Carmine, Ale, io e Liam ci ritrovammo pochi minuti dopo nel cortile in cui i ragazzi parcheggiavano le auto, caricammo i bagagli ed accompagnammo i nostri genitori in aeroporto. Il volo partì in perfetto orario, avevamo salutato tutti quanti, mia madre e Claudia avevano iniziato a piangere prima ancora di scendere dall'auto, e, prima che anche i nostri padri iniziassero a piangere, Francesca li trascinò verso il gate. Una volta scomparsi dietro le porte scorrevoli, ci incamminammo tutti e quattro verso la macchina per ritornare a casa.

Se questo è un sogno, ti prego non svegliarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora