Capitolo otto

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<<Ho accettato, ti rendi conto? Ho accettato di uscire con un uomo che conosco a malapena>>
Rachel camminava avanti e indietro per la stanza. Madison, comodamente seduta sul divano, ascoltava paziente. Erano le dieci di sera quando Rachel l'aveva chiamata quasi pregandola di venire a casa. La sua amica era un fiume in piena di parole. Parlava di Gabriel, di come l'aveva conosciuto e dell'uscita che aveva accettato. Teddy dormiva beato nella sua cuccia, muovendo appena le orecchie alla voce di Rachel.
<<Cosa mi è saltato in mente, Madison? Questo non è da me. Mi ha dato anche il suo numero>>
<<Stop! Calma e respira, Rachel>> disse la bionda, alzando una mano.
Rachel si fermò e la guardò. Madison sorrise.
<<Era ora, amica mia. Hai fatto bene ad accettare perché restare chiuse come una monaca non serve a nulla>>
<<Ma io vado a lavoro...>>
<<Casa e lavoro. Lavoro e casa. Meno male che ci siamo noi con cui uscire, altrimenti sarebbe peggio>>
La ragazza si sedette accanto a lei.
<<Non è da me>> ripeté.
<<Devi cogliere questa opportunità. Ti ha dato il suo numero, no? Allora chiamalo e fatti dire qualcosa di più su domani, così ti aiuto a scegliere cosa indossare>>
Ed eccolo lì, il famoso sorriso di Madison Mackenzie. Quel sorriso significava che ogni replica di risposta era inutile. Rachel sospirò sconfitta e compose il numero. Gabriel rispose al terzo squillo.
<<Pronto?>>
<<Gabriel, ciao. Sono Rachel>>
<<Ciao, faccina buffa>>
<<Mi chiamo Rachel>>
<<Scusa. Che succede?>>
Il divertimento era percettibile nella sua voce ma, invece di esserne irritata, le venne quasi da sorridere.
<<Non mi hai detto nulla di domani. Dove sarà?>>
<<Domani mattina alle nove, ci faremo un giro a Central Park>> rispose felice.
<<Oh, va bene>>
<<A domani, Rachel>>
<<A domani, Gabriel>>
Quando riattacco', si voltò verso Madison.
<<Domani mattina andremo a Central Park>>
<<Che tenero, vuole andarci piano. Ed è giusto così>>
Rachel sbuffò.
<<È solo un'uscita tra conoscenti, o quasi. Ovvio che non mi avrebbe portata a cena>>
<<Perché ha capito che non avresti accettato, altrimenti>>
<<Pensi miri a quello?>>
Fu il turno di Madison, questa volta, di sbuffare.
<<Penso che lo capirai domani se le sue intenzioni non sono cavalleresche. Hai bisogno di questa uscita, di sbloccarti>>
Rachel annuì e dopo guardò l'orologio che segnava la mezzanotte.
<<Mi dispiace averti riempito la testa di chiacchiere>>
<<Scherzi? Sono qui per questo, anzi resto per stanotte. Non mi va di guidare fino a casa>>
Le due donne si sorrisero.

<<Davvero non vuoi mettere i tacchi?>>
<<A Central Park si cammina con la massima comodità. Non è una passerella>>
Madison sospirò e mise da parte le scarpe con dei vertiginosi tacchi a spillo. Rachel certe volte la trovava bizzarra. Non si era messa nulla di eccessivo, solo un paio di jeans, una maglia color crema e scarpe da tennis di colore bianco. Su insistenza di Madison aveva lasciato i capelli sciolti.
<<Se ti invita a cena farò in modo di renderti una bomba sexy. Ti sceglierò anche la biancheria>>
<<Ma cosa dici?>> sbottò, Rachel, rossa in viso.
Madison ridacchiò.
<<Non sono pessima in questo modo>>
<<Infatti sei graziosa>>
Rachel alzò gli occhi al cielo, dopo prese la giacca e uscì. Madison guardò Teddy e lo accarezzò.
<<Come dobbiamo fare con la tua padrona?>>
Il cucciolo abbaio' e la bionda iniziò a riordinare. Quando uscì, trovò Liam che stava appena rincasando.
<<Liam>>
<<Madison>> disse stupito.
La donna sorrise e lui disse, imbarazzato e tenero :
<<Caffè?>>
<<Perché no?>>
Ed entrò con lui.

Gabriel era già arrivato e Rachel lo raggiunse.
<<Buongiorno, Gabriel>> disse cortese.
<<Buongiorno, Rachel>> rispose sorridendo.
E Rachel dovette ammettere ancora una volta quanto fosse rassicurante e dolce quel sorriso. Gabriel le aprì la portiera della macchina e salì. Dentro c'era un dolce profumo di frutti di bosco e Rachel si sentì bene. Non sopportava odori troppo forti o nauseabondi, ma il profumo della frutta, specie degli agrumi, era un toccasana per lei. Anche se, nella sua personale classifica dei profumi, nulla batteva quello del pane e dei dolci appena sfornati. Gabriel si mise al volante.
<<A Central Park>> le disse, sorridendole.
Rachel lo ricambiò di cuore.

Situato tra i due quartieri residenziali Upper West Side e Upper Esat Side, Central Park era il parco più amato dagli atleti. Vasti sentieri, parchi giochi per bambini, laghi e due piste di pattinaggio artificiali. La giornata era piacevole, nonostante fosse Autunno, e le foglie degli alberi avevano perso la tonalità verde brillante per lasciare spazio ai colori tipici della stagione. Come sempre, era pieno di gente intenta ad allenarsi o a passeggiare. Rachel e Gabriel camminavano fianco a fianco.
<<Mi chiamo Gabriel Flyners>> le disse, iniziando la conversazione.
<<Io sono Rachel Heart>>
<<Cosa ti piace fare nel tempo libero, Rachel?>>
La donna osservò il cielo limpido.
<<Adoro scrivere>>
<<Sei una scrittrice, allora. Magnifico. Che genere adori?>> domandò con sincera curiosità.
<<In questo momento sto scrivendo un romanzo d'amore, ma sto combinando un disastro. Certe volte è come se i miei personaggi...>> si bloccò e scosse la testa.
<<Cosa?>> chiese, Gabriel.
<<Penserai che sono matta>>
<<Come puoi dirlo con certezza?>>
Rachel lo fissò negli occhi, erano così belli. Poi guardò il sentiero davanti a loro.
<<È come se i miei personaggi avessero una volontà propria. Come se facessero l'opposto di ciò che penso. È un po' difficile da spiegare. Sophia, la mia protagonista, doveva sposarsi con John. Ma lui sta partendo per l'Alabama e lei ora si trova alla stazione, nella speranza che non lo abbia fatto>>
<<E lo ha fatto? Se si amano tanto, perché partire?>>
<<Io...non lo so. Suppongo sia stato tutto influenzato dal mio umore>> mormorò.
Gabriel capì e cercò di farle tornare il sorriso, non voleva vederla triste.
<<Io sono un fotografo>>
<<Cosa?>> domandò.
<<Sono un fotografo professionista e ho anche uno studio mio>>
<<Cosa fotografi?>>
<<Paesaggi, persone...>>
<<Donne nude?>>
<<Anche uomini>>
Rachel lo guardò scioccata e lui scoppiò a ridere.
<<Dovresti vedere la tua faccia. Vorrei avere una macchina fotografica, in questo momento>>
<<Scemo>> borbottò, colpendolo sul braccio.
<<Stavo scherzando>> disse ridacchiando.
<<Lo avevo capito...dopo>>
Poi Rachel continuò :
<<Quindi ambisci al premio Pulitzer?>>
<<Non sono un giornalista e non lavoro per nessuna redazione>> disse dolcemente.
Rache annuì.
<<Quel taglio che avevi, per caso sei anche un detective privato? Hai fatto incazzare qualcuno?>>
Dirle ora del suo secondo lavoro? Meglio di no. Non voleva farla scappare, anche se avrebbe dovuto affrontare questo argomento spinoso, prima o poi.
<<Non lo sono>> disse sorridendo.
Rachel osservò la gente, coppie che si tenevano per mano e bambini che si divertivano. Era come se la situazione non si stesse sbloccando. Gabriel si stava mostrando gentile, mentre lei aveva ancora troppe barriere alzate.
<<Perché io? Insomma, mi hai chiesto...>>
<<Volevo farlo. Ci siamo conosciuti in maniera bizzarra, no? E poi alla tavola calda...>>
<<Oh, ti prego. Non ricordarmi di ieri>> disse imbarazzata, ma con un lieve sorriso.
<<Il mio completo è come nuovo, tranquilla>> rispose ridendo.
<<Hai parlato con nonna Joanna>>
<<Una donna saggia e piena di sorprese>>
Rachel sorrise e annuì.
<<Blake è così fortunata ad averla. I miei nonni non ci sono più, purtroppo>>
<<Io ho una nonna, ma l'età le gioca brutti scherzi con la memoria e l'udito>> disse Gabriel.
<<E dove si trova?>>
<<In una casa di riposo a New York. Vado a trovarla ogni volta che posso>>
Rachel notò i limpidi occhi di Gabriel farsi più scuri, come se un velo di tristezza li avesse coperti. Fu quasi tentata di stringergli la mano, ma si limitò a sfiorarla. L'uomo si riscosse e le sorrise.
<<Mangiamo qualcosa?>> le domandò.
<<Perché no?>> rispose, sorridendo, Rachel.

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Cari lettori, rieccoci qui ^^. Con una splendida cornice come quella di Central Park (le due foto) Rachel e Gabriel hanno il loro primo appuntamento come conoscenti. Ma la situazione si sbloccherà? Lo vedremo nel prossimo capitolo ^^. Un mega abbraccio ^^

Un amore piovuto dal cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora