Capitolo 7

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Sono stanca. Entro alla centrale e vedo tutti i miei amici poliziotti che mi vedono con un sorriso. Il loro sorriso però svanisce quando vedono la mia mano. Così corrono da me me mi fanno sedere in una sedia.
Sid:Che hai fatto?
Mg:Lunga storia. Mi potete aiutare?
Tom:Ma certo, chiamate un medico.
El:Oh merda. Meg, che hai fatto ora?

Inizio a piangere. E lei mi da una abbraccio.

El:È tutto apposto tesoro. Ssh... Sshh...
Mg:Lei mi vede inutile?
El:Cosa? No mia cara.
Mg:Allora cosa vede?
El:Vedo una grande ragazza che combatte come sua madre ha fatto.
Mg:Allora sono fantastica?
El:Sei magnifica.

Il medico entra. Mi cura la ferita. A volte sobbalzo per il dolore, ma c'è la faccio.

El:Tesoro mi dici che succede?

Le spiego tutto e vedo che anche lei si emozipna un po ma io la tranquillizzo dicendo che adesso stavo bene e che tutto poi si sistemerà.

El:Allora come farai ora?
Mg:Non voglio tornare a casa. Non ce la faccio.
El:Sai dove dormire?
Mg:Andrò in un hotel. Papà mi ha dato un sacco di soldi.
El:Vuoi un passaggio?
Mg:No, ho la macchina.
El:ok, chiamami, eh.
Mg:Me certo.
El:Grazie Meg.
Mg:Sono io a dover dire grazie. Non deve dire a suo figlio che sono qui,la prego.
El:ok, notte.
Mg:Notte.
Esco poi dalla centrale e vado in hotel. Prendo una camera di lusso. Mi danno pigiama e mi danno anche la cena. Guardo il cellulare e vedo che ci sono un sacco di notifiche dei ragazzi e 20 chiamate da Mattia, Alejandro e Mark.
Ovviamente non rispondo. Mangio e poi vado a letto.

Il mattino seguente mi cambio. Metto i vestiti che avevo. Fortunatamente non è pieno di sangue. Esco e vado da Starbucks. Appena prendo il caffè vedo i ragazzi e mi nascondo. Esco da negozio e riesco ad andarmene. Fiuuuu... C'è mancato poco. Mi dirigo verso il parco e vado nel ponte, bevo il mio caffè mentre mi appoggio sul ponte.

Mk:È buono?

Mi giro di scatto, è Mark. Lo guardo perplessa. In realtà ciò che ho detto ieri era per tutti ma non per lui.

Mg:Come mi hai trovata?
Mk:Ti ho visto che te ne stavi andando dal negozio,così ti ho seguito.
Mg:Mhm...
Mk:Ti ricordi? Mi ci hai portato te e mi hai raccontato com'era la Megan di una volta.
Mg:Si me lo ricordo.
Mk:Ciò che hai detto ieri sera...So che no la pensi veramente.
Mg:Come fai a saperlo?
Mk:Oerche la Meg di una volta paragonata alla Meg di adesso non le penserebbe mai. Può farsi un sacco di ferite o può anche morire ma sa che prova ancora amore per i suoi amici ma soprattutto per suo fratello.

Ha ragione. Cazzo, questo ragazzo ha sempre ragione.

Mg:Se la Meg di adesso le penserebbe queste cose?
Mk:Allora deve passare nel mio cadavere per farmi credere che le pensa. Meg, ritorna da noi, ti prego.
Lo guardo. Gli sorrido. E anche lui lo fa.
Mg:Sai davvero come seccare le persone vero?
Mk:È un dono.

Ridiamo.

Mk:Hey, dico davvero. Dovresti ritornare. I ragazzi sono veramente dispiaciuti. Mattia pure. Ma quello più distrutto è Alejandro. Quando siamo andati casa di Mattia, non fa altro che andare avanti indietro per la stanza. Sta impazzendo, sta impazzendo per te.
Mg: Davvero?
Mk: Davvero, davvero. E anch'io sono dispiaciuti. Non sapevo cosa stavi passando.
Mg: Mia madre è morta solo quando avevo 7 anni. Non accettavo la sua morte. Ero arrabbiata con tutti. Rispondevo ai maestri e ai professori. La nonna era l'unica che mi ascoltava. Papà era sempre occupato, quindi, la nonna si prendeva sempre cura di me. Quando ero triste o arrabbiata, facevamo sempre i biscotti, torte e brownies. Nessuno mi capiva, nessuno tranne lei. Mi aiutata con lo studio, mi ha insegnato a giocare a poker, mi ha insegnato a fare sempre ciò che era giusto e beh, a essere felice. Se fosse ancora qui e direi che le vorrei bene e che un giorno avremmo fatto di nuovo i biscotti.
Mi guarda e mi ascolta con attenzione.
Mg: Mattia era in new jersey, quindi non sapeva ciò che passavo. Più le persone si allontanavano, più io diventavo triste. Ora ti chiedi il perchè mi faccio male. Quando ho tanta rabbia o paura, mi faccio un taglio. Ma mi faccio un taglio solo se non riesco ad avere il controllo. Tutto questo è nato in prima media. I miei compagni mi prendevano e mi rinchiudevano nello sgabuzzino del bidello. Sempre verso le 6:00 mi apriva perchè era il suo turno di lavoro. Questo succedeva tutti i giorni, tutte le volte la stessa cosa. Non ne parlavo con nessuno perchè pensavo che a nessuno interessasse I problemi di una 12enne. Cosi continuo a fare del male a me stessa.
Mi guarda con uno sguardo triste. Così gli sorrido e gli do una pacca sulla spalla per rallegrarlo un po'. Lui sorride e devo dire che il suo sorriso mi contagia e sorrido anch'io.
Mk: Ah; quindi per questo. Come sta la tua mano? Mg: Meglio.
Lo guardo e mi avvicino per spalla a spalla.
Mg: Grazie per avermi ascoltata. Tu, Mark Anastasio, sei un vero amico, anzi migliore amico.
Mk: Anche tu, Megan Polibio, sei una vera migliore amica
Sorridiamo e ci abbracciamo.
Mg: Andiamo a casa?
Mk: tu...
Mg: Stai zitto e andiamo.
Camminiamo e Mark mi dice che tutti sono a casa. Appena arriviamo io mi fermo. Lui se ne accorge e si gira: Mi fa un sorriso rassicurante.
Mg: Mi odieranno per ciò che ho detto.
Mk: Nessuno ti odierebbe. Sanno come sei fatta. Dammi la mano

Mark suona al campanello. Ad aprire è Quinton che mi guarda con gli occhi spalancati.

Qn: M-M-Meg...

Gli dico di stare zitto. Lui non riesce a resistere. Ha la tentazione di urlare. Appena entro in casa tutti si girano e si alzano.

Mt: Meg...

Arriva e mi abbraccia. Lui è mio fratello, non posso odiarlo. Così ricambio l'abbraccio.

Mt: Mi dispiace tanto Mg: Stai zitto non rovinare il momento.

Sorride e ci stacchiamo. Abbraccio anche gli altri. Quando ho finito, vedo che è il turno di Alejandro. Gli sorrido e anche lui fa lo stesso, ma non riesce a fare tanto perchè si sente in colpa. Gli scende una lacrima che ovviamente asciuga subito. Apro le braccia e lui mi prende per i fianchi e mi abbraccia.

Aj: Mi dispiace davvero, ma davvero tanto per ciò che ti ho fatto. Non sapevo come ti sentissi. Mi sei mancata. Mg: Ora è tutto ok.

Gli faccio un po' di grattini e poi ci stacchiamo.

Mg: Io vado di sopra a cambiarmi.

Sto per salire ma Mattia mi ferma.

Mg: Si? Mt: Il tuo diario

Lo prendo e lo ringrazio. Dopo essermi cambiata (ho indossato questo)

Mi sembrava carino e non ho potuto resistere, Dont Hate Me

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Mi sembrava carino e non ho potuto resistere, Dont Hate Me.

Sono scesa e la cena è già preparata. Così voglio aiutare a preparare la tavola ma mentre tengo un piatto per la mano destra, la mano con la quale mi sono tagliata, mi si sfila, ma fortunatamente Alejandro lo prende.

Aj: Stai bene? Facciamo noi, tu stai in tavola. Oggi ti devi riposare.

Così mi siedo in tavola e i ragazzi la preparano.

Mg: Mi sento un po' inutile. Al: Per noi sembra giusto che tu ti prenda una pausa. Rs: Già e poi guarda, non ti senti un po' più libera? Mg: Forse hai ragione.

Ceniamo e c'è un gran silenzio. Mi dà fastidio quando c'è molto silenzio e gli altri lo sanno.

Mg: Che noia Dopo volete giocare a monopoli? Qn: Io ci sto. Kr. anch'io! Al: Pure a noi Mt: Sono dentro Mk: Vi posso battere in qualsiasi minuto Aj: Perchè no?

Till I met you 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora