viii ➳ broken heart

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Richie andò a trovare Eddie per tutti i tre giorni seguenti alla loro prima serata e ognuna di esse fu bellissima: trovarono un modo per salire sul tetto della casa del moro e insieme passarono ore guardando le stelle e facendosi domande sul senso...

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Richie andò a trovare Eddie per tutti i tre giorni seguenti alla loro prima serata e ognuna di esse fu bellissima: trovarono un modo per salire sul tetto della casa del moro e insieme passarono ore guardando le stelle e facendosi domande sul senso dell'esistenza e contemplando quel cielo così favoloso che, alla semplice vista, faceva dimenticare le scorrettezze della vita.
Richie provava sentimenti sempre più forti per Eddie, l'amico era diventato indispensabile nella sua vita: quando lo guardava, con quei rapidi e genuini sguardi, Richie trasmetteva al ragazzo tutto il suo amore, cosa che non avrebbe mai fatto con nessun altro.
dentro di sé a volte si chiedeva se per Eddie non fosse lo stesso. si chiedeva se anche il moro, quando erano soli, si sentisse pieno ed in pace coi sensi.
ma la sua intuizione sapeva che non poteva essere così: Eddie era etero e Richie lo avrebbe dovuto accettare prima o poi perché continuare a rincorrere il vuoto non sarebbe servito a nulla. tra di loro ci sarebbe potuta essere solo una duratura amicizia, niente di più.

quella mattina il corvino arrivò di buon ora davanti a casa Kaspbrak per avviarsi con Eddie alla cava, dove li aspettava tutto il loser club. sorrise vedendo in prossimità la tipica casa di mattoni con tetto a piombo, uguale a tutte le case di Derry, ma speciale perché apparteneva al suo Eddie.
urlò il nome del ragazzo per richiamare la sua attenzione, ma avvicinandosi ancora di più al punto di arrivo notò che il moro stava parlando con qualcuno; si mise a posto gli occhiali per focalizzare meglio di chi si trattasse e appena vide chi era, sobbalzò quasi cadendo dalla bici: era quella puttana di Gretta.

sentì il suo viso diventare rosso, d'istinto serrò i pugni e sentì un tremito che gli si cosparse in tutto il suo corpo. con una mossa veloce buttò la bici a terra e raggiunse il ragazzo, senza un minimo di tatto si infiltrò nella conversazione "hey Gretta pure tu qui? che strano! cosa ne viene della tua piacevole presenza? perché sai, sempre se non ti dispiacesse, io ed Eddie dovremmo andarcene" sputò le parole con puro odio distillato e lei a quella affermazione si pavoneggiò rispondendo "ero venuta qui per dire a Eddie che mi sarebbe piaciuto uscire con lui uno di questi giorni, infatti l'ho invitato alla festa di sabato sera." Richie rimase paralizzato, questa storia gli puzzava di bruciato "Eddie vi vuoi andare?" il moro arrossì un poco facendo segno di sì con la testa.

"quindi tu ti fidi di questa?" Gretta guardò Richie con astio. scoppiò la bolla che aveva fatto con la gomma da masticare e rispose con cattiveria "cos'è Rich, sei geloso?" il corvino fu colpito come da un coltello che gli lacerò il cuore "no, ma non mi fido di te" "a me non sembrava l'anno scorso, quando dalla mia stanza uscivano tutti quei gemiti e urla di piacere" "beh, se non ti è già entrato ben in mente, io non ti ho mai amata e mai l'avrei fatto. tutto quello che è successo tra noi è stato un semplice sfogo, perché per me tu sei e sei sempre stata come tutte le altre ragazze che si comportano da troie per piacere ai ragazzi e che si attaccano al primo uomo che le vorrebbe scopare" Richie non si trattene, e Gretta, per la prima volta in tutta la sua vita, si sentì ferita "hanno ragione i tuoi amici a chiamarti boccaccia, ora ne ho la prova, sei uno stramaledetto stronzo" e scontrandosi contro il corvino se ne andò.

Eddie era stato zitto tutto il tempo, non si era infiltrato nel discorso per paura di peggiorare la situazione "quindi tu cosa ne pensi?!" gli disse stizzito Richie risvegliandolo dai suoi pensieri "Richie sei stato troppo diretto..." "quindi anche tu d'accordo con lei?! bene, andate al diavolo tutti e due, ma ricordati: se quello che ti ha detto è una pagliacciata non venire a piangere nelle mie braccia, io ti ho avvertito, starà a te decidere" a quel punto Richie prese la bici dirigendosi verso casa sua, non voleva stare con il moro, la sua sola visione l'avrebbe fatto sentire ancora peggio di quanto già non si sentisse.

una domanda ripetitiva gli tornava alla mente: perché qualcuno può sentirsi libero e felice, come se stesse camminando sulle nuvole e riuscisse a sorvolare con un semplice tocco, sguardo o parola, tutto il mondo e poi, in un millesimo di secondo, far sì che tutto finisca cadendo in un incubo nero e senza fine?
Richie si sentiva precisamente in quella maniera e non sapeva come fermare il suo malessere: non faceva altro che piangere.
piangeva perché non era né colpa di Eddie né sua, era tutta colpa dell'amore, di quel sentimento che ognuno vorrebbe rifiutare ma che se prende un cuore lo colpisce nel profondo, a volte facendolo sorridere a volte ferendolo.
eppure Richie era cosciente del fatto che, in tal caso l'amore avesse causato solamente dolore, avrebbe dovuto spegnere la fiamma ardente che gli bruciava in petto, metterci una pietra sopra e andare avanti, trovando nuovi amori e ricreandosi una nuova vita, riprovandoci, perché rimanere su un punto fisso l'avrebbe col tempo logorato fino a farlo scomparire.
Richie pianse calde lacrime, ormai aveva preso la sua decisione, avrebbe spento il fuoco che bruciava il suo cuore per Eddie.
ci avrebbe messo un po' di tempo per ricucire le cicatrici, per rinascere come una fenice dalle sue ceneri, ma era sicuro che dopo si sarebbe sentito meglio; si era stufato di soffrire per un ragazzo che non avrebbe mai potuto ricambiarlo, lui voleva amare ed essere amato, ma per farlo avrebbe dovuto dimenticarsi di quello che aveva provato e di ciò che era stato Eddie per lui.

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penso che questo sia uno dei capitoli più deprimenti che abbia mai scritto.
comunque scusate il ritardo e questo capitolo abbastanza strano, ma è l'inizio dell'ultima parte della storia che concluderò tra non molto.

I HATE YOU | reddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora