ix ➳ now i know

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Eddie continuava a sistemarsi il ciuffo, a girovagare per casa cercando tutto il necessario: era arrivato il giorno fatidico, sarebbe andato alla festa scolastica con Gretta e non voleva rovinare l'esperienza più bizzarra ed entusiasmante della su...

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Eddie continuava a sistemarsi il ciuffo, a girovagare per casa cercando tutto il necessario: era arrivato il giorno fatidico, sarebbe andato alla festa scolastica con Gretta e non voleva rovinare l'esperienza più bizzarra ed entusiasmante della sua vita commettendo anche il minimo errore.
Guardò l'orario, mancavano dieci minuti all'inizio della festa, non c'era tempo, sarebbe dovuto andare a prenderla sotto casa il prima possibile!
scese le scale correndo e dalla velocità quasi inciampò su sé stesso, riprese fiato e si sistemò i vestiti guardandosi un'ultima volta allo specchio dell'ingresso: tutto perfetto, tutto messo nel modo corretto come aveva programmato, eppure perché una sensazione di vuoto si propagava nel suo stomaco non permettendogli il respiro?
"Eddie vieni qui, devi prendere le pastiglie!" disse la madre all'ansioso figlio voltandosi dalla sua amata poltrona in sua direzione. la mano tesa, gli occhiali leggermente spostati e lo sguardo serio "mamma io dovrei andare, sono in ritardo, non voglio farla aspettare un minuto di più..." la madre lo guardò sgomentata "pisellino stai uscendo con una ragazza e non me lo hai detto?" la donna era stupita, non credeva alle sue orecchie "si mamma, ora dammi la medicina e poi scappo..." il ragazzo fece per avvicinarsi alla donna, ma lei lo bloccò "no Eddie va pure, la medicina non ti servirà più, non sei malato come tutti mi dicevano e come pure io pensavo" Eddie non capì cosa stesse intendendo, ma non si soffermò su quella risposta, aveva altro a cui pensare: evitarsi una figuraccia davanti alla ragazza che gli piaceva ormai da tre anni.

prese la bici e pedalò con tutta la foga che aveva in corpo, doveva arrivare il prima possibile e, oltretutto, la sensazione di vuoto non faceva che aumentare e Eddie non capiva; non capiva da cosa fosse causato il dolore che aveva in petto. aveva paura, aveva male ai polmoni, voleva fuggire e andarsene il più lontano possibile, voleva urlare, voleva liberarsi da una presa che lo stava imprigionando e che non lo voleva far fuggire; eppure non capiva.

senza fiato arrivò davanti a casa di Gretta, la ragazza lo stava aspettando seduta sulle scale che portavano al pianerottolo dell'abitazione: indossava un vestito un po' troppo corto secondo il parere di Eddie e dei tacchi abbastanza alti che la slanciavano rendendola più alta; Eddie pensò che fosse uno spettacolo, ma il suo cuore diceva il contrario.
"hey!" il bruno urlò per richiamare l'attenzione della ragazza "ah sei qui! sei arrivato in orario wow non sono abituata alla puntualità" la ragazza dal tono sembrava sincera, ma Eddie era sicuro stesse mentendo "si sono io... ah! volevo farti una proposta... so che non è una macchina di lusso, ma se vuoi, potresti salire con me in bici; c'è abbastanza spazio per entrambi" la ragazza rise "certo mi va benissimo!" a quel punto il bruno si sciolse e rise facendo cenno alla ragazza di venire verso di lui. lei non aspettò un momento di più e salì sullo strambo veicolo cingendo il corpo di Eddie tra le sue braccia e poggiando la testa nell'incavo della spalla del bruno; con un filo di voce gli disse "andiamo" a quelle parole Eddie alzò il cavalletto e partì a tutta velocità verso la meta.

Eddie si sentiva strano, ma non strano in modo bello, uno strano sgradevole e spiacevole.
delle parole iniziarono a farsi strada nella sua mente "la medicina non ti servirà più, non sei malato come tutti dicevano e come pure io pensavo" cosa voleva dire sua madre con quelle parole, cosa voleva intendere?
gli venne improvvisamente mal di pancia, e un'altra frase gli venne alla mente, forte come un uragano "tu hai fatto anche troppe cose buone Rich, sei solo tu che non vuoi rendertene conto e pensi di essere un disastro, ma non è così, se io sono vivo è solo per merito tuo" perché stava pensando al suo migliore amico? perché gli era venuta in mente quella frase? il mal di pancia aumentò, sentì la sua fronte sudare, le sue mani tremavano e quasi sbandò andando addosso ad una macchina. aveva perso il controllo, tutto quello che aveva sempre creduto si era rivelato essere solo la rappresentazione di come lui voleva che fosse la sua vita, ma niente di quello che si era immaginato era vero.

arrivò a fine strada, aveva le vertigini e non sapeva come fermarle, voleva solo urlare e piangere, ma non poteva, non poteva far nulla.
la ragazza gli prese la mano portandolo alla palestra della scuola, lui non fece nulla per dimenarsi, solo non la strinse, rimase distaccato da lei e dal suo corpo; "guarda Eddie, guarda tutte le luci! com'è bello!" Eddie alzò lo sguardo, ma quella che vide fu solo una banalissima stanza piena di luci colorate e con un grande striscione appeso al tetto che citava testuali parole "buon ballo d'inverno!" non riusciva veramente a trovare il senso di tutta quella meraviglia da parte della ragazza, ai suoi occhi tutto era noioso e insensato.
lei lo strattonò nuovamente risvegliandolo dal flusso dei suoi pensieri: nella stanza avevano messo un lento e Gretta naturalmente non voleva perdersi il ballo più romantico della serata, cosa che invece Eddie avrebbe benevolmente evitato. la ragazza lo spinse in pista e Eddie si sforzò in ogni maniera possibile di essere felice, ma la una montagna di domande non faceva che innalzarsi e farsi spazio nella sua mente non lasciandolo in pace; la canzone era molto famosa, "every breath you take" dei Police, ed Eddie amava quella canzone, per quanto il genere non fosse trai suoi prediletti e preferisse musica "più forte", quella canzone però aveva il potere di cullarlo e calmarlo. Guardò Gretta per la prima volta in tutta la serata senza finger di sorridere, i due si guardarono negli occhi e lei lentamente si avvicinò a lui, schioccandogli un tenero bacio sulle labbra.
lei sorrise guardando il ragazzo, lui fece una smorfia che poteva sembrare contenta, ma che invece significava tutt'altro.
Non aveva provato niente, ma proprio nulla, solo una sensazione di disgusto.
dai racconti sembrava che il primo bacio dovesse provocare una scossa che partiva dai capelli e arrivava fino alla punta dei piedi, che dovesse farti sentire le farfalle nello stomaco, che dovesse farti diventar rosso dall'emozioni forti e contrastanti provate; ma Eddie non aveva provato nulla di tutto ciò, aveva provato quasi una sorta di schifo.

scosse la testa e guardò Gretta, lei stava guardando Bowers, lo desiderava con gli occhi si vedeva, nemmeno a lei quel bacio alla fine era piaciuto più di tanto. Eddie le parlò a bassa voce "Gretta so che quando mi hai baciato stavi pensando a qualcun altro, me lo sarei dovuto immaginare" non era arrabbiato, era solo confuso e lei se ne accorse "come hai fatto a capirlo?" gli chiese lei titubante "ho visto come guardi Bowers, siete fatti l'uno per l'altra, prova ad andare da lui, fidati andrà bene" lei arrossì per poi balbettare "m-ma i-io non g-gli piaccio" "fidati, tu gli piaci e tanto ma fa il gradasso perché non vuole ammettere di essere, infondo, un comune mortale con sentimenti" lei rise di gusto "grazie Eddie sei fantastico, veramente sei un buon amico, ora vado da lui... però tu cosa farai? non voglio lasciarti solo" disse Gretta dispiaciuta "tranquilla anche io ho dei conti in sospeso che devo risolvere" il bruno le fece l'occhiolino e lei gli sorrise "beh, qualunque cosa sia spero vada bene" lui sorrise in ricambio "lo spero anche io" si abbracciarono velocemente per poi sorridersi e augurarsi buona fortuna un'ultima volta.

Eddie la guardò andare via, era felice per lei, era felice e allo stesso tempo sconvolto, si sentiva come se gli avessero appena tirato una mazzata in testa che, finalmente, gli aveva fatto aprire gli occhi. camminò verso l'uscita evitando le persone, anche i suoi amici, non voleva avere contatti doveva stare solo.
salì un gradino delle scale alla volta, non accorgendosi di ciò che accadeva intorno a lui, aveva una morsa allo stomaco e un unico pensiero gli fluttuava in mente, era un ragazzo: un ragazzo riccio, dai capelli color del petrolio e medesimi occhi, una pelle color della neve cosparsa da tenere lentiggini color caffè e due labbra carnose e rosse come i petali delle rose in fiore. stava pensando a lui, al ragazzo che gli stava creando tutti quei dubbi, al ragazzo che gli aveva rivoluzionato la vita, che riusciva a renderlo felice con una parola, che riusciva a capirlo con un gesto e che l'aveva salvato, che l'aveva reso sé stesso.
stava pensando a Richie.
finalmente il velo che aveva sugli occhi si era aperto facendogli vedere la verità, una verità semplice, che però entrò nella vita del piccolo come un fulmine.
alzò gli occhi e davanti a lui si trovava solo una sagoma, alta, dai capelli spettinati che si mimetizzava con la notte e due guance rigate dalle lacrime: parli del diavolo ed ecco che lui si presenta davanti ai tuoi occhi sotto forma di angelo, l'angelo più bello che l'universo potesse creare.

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ciao gente! scusate il ritardo e gli eventuali errori, ma in questi giorni non ho avuto molto tempo per scrivere a causa dei compiti.
oltre a questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e, dicendovi la verità, forse il prossimo potrebbe essere definitivamente l'ultimo della storia.
ily -L♡︎

I HATE YOU | reddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora