Incredibile.
In-cre-di-bi-le.
Quel testardissimo figlio di Apollo era riuscito ad arrampicarsi sul melograno prima che potessi fermarlo, il pugnale tra i denti, ed ora era lassú a cercare di aprire in due il melograno dorato.
Con una ferita ancora fresca sul ventre.
"Sono io il medico, decido io se una ferita è grave, e questa non lo è: per fortuna sei intervenuto in tempo" aveva detto "Ed inoltre, ti proibisco di sprecare altre energie, ordini del dottore."
Se gli avessi lanciato una mela, si sarebbe levato di torno?
-Will, che diavolo fai? - gridai -Credi davvero di riuscire a tagliare quel melograno con un pugnale?
-Rilassati, Neeks, ce la posso fare. - mi rispose. Vedevo solo le sue gambe penzoloni, ma supposi che stesse sorridendo. - Abbi un po' di pazienza.
-Pazienza?! - sbottai. - Solace, se non scendi immediatamente...
-Ευρέκα! - lo sentii gridare.
-Che hai fatto? - chiesi. Non ricevetti risposta, solo un fruscio di sottili rametti e qualche fogliolina che svolazzò leggera fino a toccare l'erba nera del frutteto.
-... Will?
Aguzzai la vista, e riuscii ad intravedere il corpo snello e flessuoso del figlio di Apollo snodarsi fra i rami con la scioltezza e la naturalezza di una scimmia, accompagnato dalla voce carezzevole del fruscio delle foglie e dei rami.
Rimasi incantato a fissarlo: scivolava come l'acqua di un torrente fra le rocce, pareva un serpente che si attorcigliava attorno ai rami con fare quasi sfrontato. Eppure era così aggraziato, e in quella grazia risiedeva una precisione innata. Sembrava che la ferita non lo disturbasse, anzi, era come se non ci fosse mai stata.
Fui quasi dispiaciuto quando atterrò, con la leggiadria e l'eleganza di un gatto.
Sul suo volto era stampato un sorriso a trentadue denti, illuminato dall'aura dorata di qualcosa che teneva in mano.-Non ci posso credere... - mormorai. Sul suo palmo aperto vi erano cinque semi dorati, grandi il doppio o il triplo di quelli normali. Alzai lo sguardo su Will - Come hai fatto?
-I figli di Demetra mi hanno insegnato un paio cose - rispose lui facendomi l'occhiolino - Hai la luna?
-Oh, io... devo andare a ritirarla da Persefone. Ho fatto quello che voleva, ma sono corso subito qui invece che andare a prenderla.
-Aw, sei corso a salvarmi senza pensarci due volte, Neeks? - ridacchiò Will - Ma che dolce...
Mi fece l'occhiolino.
Mi sentii il viso in fiamme, ed ero piuttosto sicuro di aver saltato un battito.
-Chiudi quella fogna, Solace. - gli mollai una livessima gomitata allo stomaco, ma fu abbastanza per piegarlo. - E non chiamarmi Neeks.
-Ouch! Fottiti, Di Angelo.
Ghignai e uscimmo insieme dal giardino. Ero deciso a denunciare Alecto a mio padre se fosse stato ancora dentro al Palazzo, ma non ci fu bisogno nemmeno di uscire dal cortile: ai piedi della scalinata in marmo nero ci aspettava proprio Persefone.
Qualcosa nel mio cervello fece click.
Strano che proprio mentre io sono via, Will venga attaccato. Strano che alla Regina degli Inferi mandi un semidio a raccogliere una fiala d'acqua del fiume dietro casa. Strano che non sembrava avere la luna da nessuna parte.
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Non Lasciarmi Andare
ФанфикDopo la guerra contro Gea, una nuova profezia costringe due esseri opposti a lavorare insieme. Nico Di Angelo, figlio di Ade, e Will Solace, figlio di Apollo, si ritroveranno ad affrontare una corsa contro il tempo per trovare un certo antidoto a un...