Dieci anni più tardi
Mi sveglio con la luce del sole che mi pizzica fastidiosamente gli occhi. Batto le palpebre più volte, cercando di svegliarmi del tutto, e provo ad alzarmi.
Fallisco miseramente: un braccio muscoloso mi tira giù, inchiodandomi al materasso.-Will, è ora di alzarsi - dico, cercando di spostare il suo braccio.
-È sabato, resta qui. - mugola lui - Non ci sono impegni.
Sospiro e mi stendo vicino a lui, che soddisfatto mi attira a di sè. Il suo petto ampio e solido va su e giù, lentamente, e il suo cuore batte scandendo un ritmo regolare e ininterrotto.
-Buongiorno, Raggio di Sole.
-Buongiorno, Vostra Altezza.
-...Fottiti.
Lui ride e si alza sul gomito, sovrastandomi, per poi chinarsi su di me e baciarmi le labbra. Mette le braccia ai lati della mia testa, "bloccandomi" sotto di lui.
Si avvicina al mio orecchio con le labbra e mordicchia appena il lobo.-Vuoi darmi una mano? - sussurra con voce roca.
Un tempo, quell'allusione mi avrebbe fatto diventare porpora. In un certo senso lo fa ancora, in realtà, ma ho imparato a giocare.
-No. - e lo spingo via.
-Ma... - Will è ancora sopra di me, ed ora sfoggia due occhi da cucciolo da far invidia a Cerbero quando non gli dai la palla.
Ghigno. -Così impari.
-Sei così noioso - sbuffa, e si rigetta su di me.
-Oof! Will, maledizione a te a ai tuoi muscoli da surfista... - gemo, schiacciato dal suo peso.
-Tu adori i miei muscoli da surfista.
-È vero, sí.
Si sistema, posando la testa sul mio petto e circondandomi i fianchi con le braccia. Prendo ad accarezzargli i riccioli biondi, splendenti alla luce del mattino.
Sono passati dieci anni dalla fine della guerra contro Gea. Will ed io ci siamo trasferiti in città, dove abbiamo preso a studiare e lavorare. Io studio medicina legale, Will chirurgia.
Siamo ancora perseguitati dai mostri, ma la nostra vita sembra quasi più facile. Vediamo spesso i nostri amici dei campi, e usciamo con loro. Le mie giornate preferite, però, sono queste: quelle passate con Will, da soli, senza preoccupazioni.
-Ho voglia di bacon - dice.
-Alzati e fattelo.
-No.
-Perché?
-Preferisco farmi te.
Sbuffo. -Ieri sera non ti è bastato?
-No.
-Va bene, allora.
Alza la testa, sorpreso. - Davvero?
-No, idiota, alza il tuo deretano semidivino e vai a preparare la colazione.
-Sei cattivo - geme alzandosi.
-Modestia a parte.
Si mette un paio di pantaloni e scende in cucina. Dopo pochi minuti, posso sentire l'odore del bacon dal piano di sopra.
-Ho fatto il bacon. - Will entra con un piatto in mano.
-Grande, passa qua.
-Ho detto che ho fatto il bacon, non che te l'avrei dato. - rispose infilandosi in bocca una striscia di carne.
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Non Lasciarmi Andare
FanfictionDopo la guerra contro Gea, una nuova profezia costringe due esseri opposti a lavorare insieme. Nico Di Angelo, figlio di Ade, e Will Solace, figlio di Apollo, si ritroveranno ad affrontare una corsa contro il tempo per trovare un certo antidoto a un...