Capitolo 11-Nico

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Era tutta colpa mia. L'avevo lasciato da solo, ed ora era in balìa di quell'orrendo torpore. Come avevo potuto lasciare che accadesse? Lui non era preparato come me, lui era un ragazzo socievole e allegro. Come mi era anche solo passato per l'anticamera del cervello...

Corsi senza meta nella folla dopo che Will mi aveva visto piangere. Non riuscivo a guardare quel suo viso così brillo, ma allo stesso tempo così vacuo. Scappai e mi rifugiai dietro a delle tende color porpora. Mi accasciai seduto a terra e piansi. Si era fidato di me, ed io l'avevo abbandonato. Avevo deluso anche lui, come tutti gli altri.

Ero un fallimento.

-Un fallimento...

Ero terrorizzato. Non avevo la benché minima idea di cosa fare, o dove andare. Volevo tornare da Will e scusarmi con lui, ma dovevo trovare la luna il prima possibile.
Mentre la cercavo avevo avuto un altro spasmo ed ero stato costretto a prendere un altro po' della pozione. Chissà da quanto tempo eravamo lì...

Avevo deluso Will. L'avevo abbandonato in preda a quei mostri, non ero stato in grado di proteggerlo. Ero un debole. Non avevo nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi, nemmeno di tornare indietro e salvarlo, tirarlo fuori da quel posto.

Calde lacrime mi bagnavano il viso, finendo sulla moquette.
Prima Bianca, ora Will. Avevo deluso tutti coloro che erano stati disposti ad ascoltarmi, li avevo lasciati andare.
Mi strinsi nel mio giubbotto da aviatore e presi a tormentarmi l'anello a forma di teschio.

Cosa faccio, cosa faccio, cosa faccio...

Singhiozzai sommessamente, cercando di soffocare i patetici gemiti che mi uscivano dalla bocca.
Anche se non l'avrei mai ammesso, avevo disperato bisogno di Will. Avevo bisogno di sentire la sua voce, l'aura di calma e pacifismo che emanava, sentire il suo tocco delicato ma deciso di quando mi rassicurava.

Un fruscio delle tende mi fece portare istintivamente la mano all'elsa della spada che portavo a tracolla.

-Nico! - prima che me rendessi conto, due braccia piuttosto muscolose mi avevano circondato i fianchi e un profumo di vaniglia mi aveva inondato le narici. Beh, vaniglia... e alcool.

-Neeks, scusa. Scusa, scusa, scusa, perdonami, sono un idiota, perdonami, ti prego, scusa, non avrei mai dovuto abbandonarti, ma c'era il tipo, e il Martini, e il karaoke, e la tipa, e...

-Will? - esitante, ricambiai l'abbraccio - Sei ubriaco?

-No... cioè sí, ma scusa, davvero... sono un idiota, ho tradito la tua fiducia...

Aveva una voce impastata, quasi assonnata -Will, sono io che...

Will mi interruppe prima che potessi ricominciare a piangere.

-Neeks - si lamentò - Sei importante per me, lo sai?

Arrossii fino alla punta delle orecchie. No, di sicuro erano fantasticherie da ubriaco.

-Will, smettila di dire stupidaggini...

-Nico Di Angelo, qui quello che deve smettere di dire stupidaggini sei tu!

-C-cosa?

-Mi avete sentito, Vostra Maestà, devi ficcarti in quella bellissima testolina che io non ti lascio qui. Sono stato un cretino e voglio riparare.

Si staccò da me e mi rivolse uno sguardo triste e colpevole. - Ti prego. Voglio aggiustare le cose.

Posò le dita calde sul mio viso e appoggiò la fronte sulla mia. - Per favore... - mi asciugò le lacrime con i pollici e incurvò le labbra in un piccolo sorriso speranzoso.

Non Lasciarmi AndareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora