Capitolo 4

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Quella sera Chris non poté smettere di pensare alla lunghissima chiacchierata che ebbe con il suo capo, Martin Johnson, fino a poco tempo prima.  Tre erano state le ore che i due avevano passato insieme nell'ufficio del capo del dipartimento della omicidi della polizia di Los Angeles, ma di certo non avevano passato il tempo a spettegolare o a parlare degli ultimi avvenimenti nel mondo di Hollywood. 

Il capo Johnson aveva rivelato a Chris l'importanza di Lucas Reed nel panorama losangelino, che poi si rifletteva in tutta la zona della West Coast. Reed da tempo si batteva per i diritti degli omosessuali, essendolo lui stesso, come nessuno aveva mai fatto prima: proteste in piazza, sit-in, manifestazioni di ogni genere, il mondo stava cambiando e la comunità gay era al centro del cambiamento. Proprio Reed era uno dei maggiori fautori di questa "evoluzione culturale e sociale", come la definiva lui, ed era ormai diventato un pezzo grosso all'interno della sua comunità.  Ma tutto questo, alla fine, si era rivelato un'arma a doppio taglio per lui, e il suo omicidio ne era la prova definitiva. Se da un lato era diventato una figura di riferimento ed un "eroe", dall'altro lato egli era un bersaglio, un obiettivo da fare fuori al più presto, perché troppo scomodo. E così gliel'hanno fatta pagare, dandogli il benservito una volta per tutte.

Chris era da poco tornato a casa, e mentre snodava la cravatta verde smeraldo ripensava alla storia di Lucas. Cercava qualcosa di rilevante, cercava quel dettaglio che lo potesse aiutare nelle indagini, ma non c'era nulla, su quel caso regnava il buio più pesto ed assoluto. Era buio anche sull'omicidio di Malcolm Foster, il cui corpo era stato scoperto da alcuni agenti quel pomeriggio mentre perlustravano la zona vicino al motel, dove invece c'era la scena del crimine principale. 

Malcolm era l'inquilino della stanza dove si è consumato l'omicidio di Lucas, ed è stato freddato da un solo colpo di pistola alla tempia sinistra. Il calibro del proiettile ritrovato coincide con quello dei due che invece hanno ucciso Lucas, quindi la deduzione è immediata: entrambi sono stati uccisi dalla stessa mano, uno per motivi ancora da chiarire, ma probabilmente dettati dall'odio e dall'omofobia, l'altro per essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Su quel nuovo corpo non c'era molto da lavorare, pensò subito Chris, non è questo l'omicidio da risolvere, perché non è lui la vera vittima. Lucas è la vittima, lui era il bersaglio, ed è stato centrato in pieno. 

Ma in questa fitta ragnatela, tessuta in appena una giornata, c'era ancora qualcosa che non quadrava, e Chris aveva il non facile compito di rimettere tutti i pezzi del puzzle in ordine, e far apparire così la figura definita e nitida.  Dopo una doccia decisamente rigeneratrice, Chris decise di prepararsi per uscire. Non gli andava di rimanere a casa dopo una giornata del genere, aveva bisogno di svago.  Il maglione baige scuro che aveva appena adocchiato nell'armadio si intonava perfettamente con il suo stato d'animo attuale, cupo e tenebroso. Mentre allacciava le scarpe basse e nere, decise finalmente quale sarebbe stata la sua meta quella sera: il mitico Frolic Room, un locale molto famoso e rinomato sulla Hollywood Boulevard.  

C'era già stato alcune volte in quel bar piccolo e molto accogliente, dall'atmosfera sempre piacevole. La musica jazz ti immerge in un posto paradisiaco, e la birra ti accompagna come una vecchia amica per tutto il percorso, che speri possa non finire mai. E fu proprio quella l'atmosfera che lo investì quando aprì la piccola porta, tornando magicamente in quel posto unico. Anche solo l'aria del Frolic ti spinge verso l'esperienza mistica che puoi provare solo lì.

Chris si sedette al solito tavolo, che stranamente trovava sempre libero, e ordinò una pinta di stout irlandese, dal particolarissimo sapore "tostato". Una bionda alta e snella lo servì prontamente, e lo omaggiò di un sorriso stellare, di quelli che ti fa svenire immediatamente. Chris ricambiò il sorriso, anche se non lo accentuò molto: aveva altri pensieri per la testa, e non solo quelli legati al lavoro.

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