Capitolo 8

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La sera a Los Angeles è sempre un momento magico. Le lampadine delle case illuminano e colorano gli immensi palazzi che sovrastano la città, le strade accecano, con le loro insegne al neon, coloro che vi transitano, ed infine i fari delle macchine completano un quadro perfetto, fatto di mescolanza ed equilibrio di luci e colori. E stasera la luna è bellissima.

Chris era ben felice di poter vedere tutto questo ogni sera, seduto comodamente nella veranda della sua bella villetta, situata appena fuori città. Anche quella sera lo sguardo di Chris si stava perdendo tra le stradine della città degli angeli e le stelle che le illuminavano, quando ad un certo punto sentì una macchina avvicinarsi. La scritta TAXI era bene in vista e il veicolo giallo si fermò proprio davanti casa sua. Controllò l'orologio: le 9 in punto. Mario. L'uomo scese dal taxi, pagò la corsa al conducente ed entrò nel piccolo giardino a grandi falcate. Chris lo accolse con un sorriso.

"Ti sembrerà strano ma non sono per niente sorpreso di vederti. Inconsciamente ti stavo aspettando" e gli porse amichevolmente la mano. 

"Ed io sapevo che tu stavi aspettando me, quindi ho fatto il più in fretta possibile" 

"Bene, ma almeno hai fatto tutto? Hai delle novità?" 

"Ho fatto anche più di quanto dovevo fare e sì, ho grandi novità. Anzi, ho tutto"

Chris esibì un sorriso a 32 denti.

"Sapevo che potevo contare su di te. Vieni accomodati" e i due si sistemarono in salotto, uno di fronte all'altro. 

"Sono tutt'orecchi" disse curioso il detective, e Mario iniziò a raccontare la vicenda esattamente come Alfred l'aveva raccontata a lui. Al termine calò il silenzio. Chris fissava il vuoto immobile, mentre Mario lo fissava negli occhi, cercando di capire quale nave stesse navigando tra i suoi pensieri.  Poi improvvisamente si sbloccò, prese l'amato taccuino dalla tasca e lo sfogliò, fermandosi all'ultimo rigo compilato. 

"Quindi Lucas stava per cantare sui vostri traffici e Paul Bennett l'ha fatto ammazzare?" 

"Beh, è una sintesi molto ristretta però sì, è andata così" 

"Ok" e iniziò a scrivere freneticamente.  Quello che scrisse, però, fu tutt'altro che sintetico, perché impiegò una decina di minuti e svariate pagine, senza quasi mai fermarsi. Alla fine, stremato, tirò un lungo sospiro. 

"Direi che ci siamo, allora" esclamò soddisfatto. 

"Ottimo. Spero di essere stato utile, almeno"

"Scherzi? Senza di te non sarei mai arrivato a tutto questo. Non potevo certo immaginare uno sviluppo del genere" 

"Già, credo che nessuno lo potesse mai immaginare" 

Chris, che non sapeva bene come comportarsi, cercò di prolungare la conversazione: 

"Tu non ne sapevi niente?" gli chiese. 

"No, assolutamente, Lucas ha fatto tutto da solo. Voleva semplicemente cambiare vita e posso capirlo, ma quando sei dentro a qualcosa che è molto più grande di te non è semplice, e infatti i risvolti tragici non si sono fatti attendere. Pace all'anima sua" concluse Mario a testa bassa. La desolazione aveva decisamente preso il sopravvento, la tristezza stava inondando la casa e le anime dei due che vi si trovavano bloccati dentro, come costretti e legati da catene.

"Oh, che maleducato, ti posso offrire qualcosa?" chiese il padrone di casa, senza però riuscire nel suo intento di ritornare sui binari della normalità.

"No tranquillo, grazie comunque, anzi forse è meglio che vada, si è fatta una certa ora" gli rispose l'altro dopo aver controllato l'orologio. 

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