Capitolo 1

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A Los Angeles piove raramente, molto raramente, ma quelle poche volte che piove è sempre un casino. È il motivo è proprio quello, piove, e la gente ovviamente non è abituata, e quindi si blocca tutto, dal traffico ai negozi, e la città va in palla. E Los Angeles non è certamente una piccola città di periferia con qualche migliaio di abitanti.

Christopher ne sa qualcosa, nonostante la giovane età, soprattutto grazie al suo lavoro. Detective della omicidi dell'LAPD, non una cosa così scontata, ad appena 25 anni. Nella sua ancora breve ma già intensa carriera ha lavorato a centinaia di casi, sparsi per tutta Los Angeles, e tra l'altro sono pochissimi quelli che sono rimasti irrisolti. D'altronde sono note a tutti le incredibili doti di questo giovane ragazzo di St. Louis, pupillo dell'ormai ex capitano Norton, che lo ha cresciuto come un figlio fino a farlo diventare il suo degno erede.

Da quando, però, il capitano è andato in pensione e ha deciso di dedicarsi maggiormente al golf piuttosto che ai serial killer, Christopher ha iniziato ad essere visto male dai colleghi, che ovviamente già lo invidiavano per il rapporto che aveva con uno dei pezzi grossi del dipartimento, ma che ora iniziavano a trattarlo male, come se fosse stato sopravvalutato e non si fosse meritato tutto quello che aveva. Questo era assolutamente sbagliato, e Chris era più che pronto a dimostrarlo.

La prima prova pareva essere la sopravvivenza al traffico di Los Angeles sotto il diluvio universale, che quel martedì mattina aveva colpito la bella città della California. Aveva iniziato a piovere verso le 3 di quella notte, e gli incredibili scrosci d'acqua avevano svegliato Chris, che però non si era turbato troppo ed era subito tornato a dormire. Quando però, a poche ore di distanza, prese la macchina ed uscì dal garage della sua bella villetta fuori città, capì che la situazione era più brutta del previsto, e che arrivare al dipartimento non sarebbe stato poi così facile.

Non aveva mai smesso di piovere da quella notte, c'era acqua dappertutto e alla radio venivano già segnalati diversi incidenti, con conseguenti rallentamenti della circolazione. "Come se non andassimo già abbastanza lenti" pensò Chris, mentre guardava sconsolato l'orologio. Alla radio passavano anche i messaggi della KGPL, la radio della polizia di Los Angeles, che raccomandava a tutti gli agenti la prudenza per le strade e la prontezza a rispondere in caso di chiamate improvvise, che sono molto frequenti in situazioni di questo tipo.

Ci volle una buona mezz'ora per arrivare a destinazione, poi Chris parcheggiò ed entrò di fretta al dipartimento, cercando di bagnarsi il meno possibile.  Quando salì ed entrò in sala detective, capì subito che l'atmosfera non era la solita, quella mattina c'era qualcosa di diverso. Il capo Johnson era lì, in mezzo all'enorme stanzone pieno di scrivanie, e già quello era un evento molto raro, ma la cosa ancor più strana era che tutti i detective della sezione omicidi erano lì, tutti in quella stanza indaffarati a lavorare e a parlare tra di loro, chi seduto e chi in piedi.

Questo non accadeva mai, anche perché le dimensioni non certo gigantesche della sala non lo permettevano, ma evidentemente quella mattina era speciale e diversa, e lo doveva essere veramente tanto. Il capo, Martin Johnson, era un uomo tutto d'un pezzo, un veterano del dipartimento che era ormai un pezzo di storia di L.A., ben visto da tutti, soprattutto dai suoi sottoposti, che lo dipingevano come il capo ideale, e in effetti era così.

Lui, a differenza di molti altri, non aveva nessun pregiudizio su Chris, fin da quando era entrato in polizia gli aveva sempre ripetuto: "Io e te rimarremo amici finché tu farai bene il tuo lavoro, portami gli assassini e non avrai mai problemi, con niente e con nessuno, fidati di me". A Chris tutto questo andava bene, anche perché lui era molto bravo nel suo lavoro, e sapeva di potersi fidare del suo capo, per qualsiasi cosa. L'uomo, vestito come sempre molto elegante, lo vide, i due si scambiarono un rapido sguardo e poi lo indicò, dicendo: "Ottimo, anche Garrett è qui, ora dobbiamo aspettare solo Weber e Diaz"

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