Capitolo 6

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Erano le 2 di pomeriggio, Chris era appena uscito dalla tavola calda e aveva acceso una sigaretta, che stava fumando lentamente appoggiato alla portiera della macchina. Una bellissima Hudson Hornet azzurra è ferma al semaforo lì di fronte, e Chris nota con stupore che alla sua guida c'è Caterina. La osserva affascinato, sapeva di doverla dimenticare ma se ne innamorava ogni giorno di più. La macchina riparte al verde e improvvisamente gira a sinistra ed entra nel parcheggio, passando proprio accanto a lui. Caterina, concentrata sulla guida, non lo riconobbe, e Chris, dopo un ultimo sguardo al profilo della sua amata, butta la sigaretta ancora non terminata a terra ed entra in macchina, poi accende il motore e va via. 

Egli ora doveva andare a casa di Lucas e perquisirla a fondo, e sapeva che ci sarebbero volute parecchie ore. Doveva essere molto scrupoloso e fare attenzione anche ai dettagli più minuziosi, aveva bisogno di materiale su cui lavorare, e lì non poteva non essercene.  L'appartamento dove viveva la vittima era in una zona abbastanza malfamata di Los Angeles, nel quartiere di Gardena, e il palazzo era abitato da oltre trenta famiglie. Lucas aveva un piccolo appartamento, praticamente un bilocale, al quinto piano, cosa che Chris non apprezzò molto per via delle numerose e stancanti rampe di scale che dovette fare per raggiungerlo. Una volta arrivato aprì con la chiave che gli avevano dato al distretto, una copia fatta apposta per l'occasione visto che l'originale non fu ritrovata sulla scena del delitto.

Il minuscolo appartamento era decisamente in disordine: vestiti per terra, riviste, anche pornografiche, dappertutto, e mensole sradicate dalle pareti. La cornetta del telefono era mal ridotta, probabilmente era stata sbattuta più volte, e con forza, contro il muro, che presentava vistose ammaccature. Lì vicino, per terra, c'era anche un'agenda. Chris la prese e cominciò a sfogliarla, finché non notò che vi era un segnalibro: la pagina in questione, quella del 24 Maggio, ovvero due giorni fa, recava un appunto: "Ricordati l'incontro di domani con Mario. È IMPORTANTE. Stammi bene Lucas, firmato Paul Bennett".

I dubbi che queste poche righe suscitarono in Chris furono molti: Chi è Mario? Perché quest'incontro era così importante? Ma soprattutto, chi è Paul Bennett? Chris aveva già sentito questo nome da qualche parte, ma nonostante lo sforzo non riuscì a ricordare niente di più. Alla fine decise di mettere in tasca l'agenda, che sicuramente gli sarebbe potuta tornare utile per le indagini.

Continuando il suo giro, scoprì una stanza che, a differenza di tutte le altre, era chiusa a chiave. Non potendo essere una semplice coincidenza, Chris decise di aprirla con la forza. Dopo qualche spallata e diversi calci, la maniglia si ruppe e la porta si aprì. Il contenuto del piccolo stanzino era inimmaginabile: decine e decine di armi, tra pistole, fucili e mitragliatori, oltre a giubbotti antiproiettile, tirapugni e svariati coltelli. Chris rimase allibito, non poteva credere a quello che i suoi occhi stavano vedendo. Uscì da quella piccola stanza con una gran confusione in testa, poi si imbatté in altre riviste pornografiche e, sfogliandole, si accorse che i contenuti non erano di sfondo omosessuale, ma tutt'altro. A questo punto Chris non aveva più alcuna certezza su Lucas Reed, e si chiese se egli era veramente quello che tutti credevano. La camera da letto era l'unica stanza che sembrava in ordine. Il letto era rifatto, i pochi vestiti erano ben ordinati nell'armadio e nel comodino c'era una lampada e un posacenere, da poco svuotato. Accanto all'armadio c'era una grande scatola marrone, completamente vuota.

Osservandola meglio, Chris vide che sul fondo c'era qualcosa, che poi appurò essere una sostanza polverosa bianca. Ne prese alcuni granelli e capì subito di cosa si trattava: cocaina. Il profilo di Lucas prendeva una piega sempre più cupa e misteriosa, e Chris non riusciva a far quadrare le sue recenti scoperte. Si guardò intorno alla ricerca di altri scatoloni ma non vide nulla, poi decise di controllare sotto il letto: bang, eccoli lì, una dozzina di scatoloni, stavolta completamente pieni di droga. Lì dentro c'era il paradiso della narcotici.

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