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Era una mattina molto fredda, fuori pioveva e Frank non aveva voglia di ascoltare la spiegazione della sua professoressa di italiano, la signora Smith.
"Ragazzi, voglio assegnarvi un libro da leggere sul '900, però vorrei che siate voi a scegliere il libro, stupitemi."
Alcuni studenti sbuffarono, mentre altri imprecarono sotto voce.
"Ci mancava pure lei e i suoi stupidi libri! Perché io non ho altre 5 materie da studiare eh, ora pure sto libro." sussurrò Kevin, un ragazzo scansafatiche che ha ripetuto la quinta per la seconda volta.
Cercando di non farsi vedere, Frank, prese il suo smartphone ed entrò su Whatsapp.

[Mamma]: a che ora torni oggi?

[Frank]: Alle due e mezza, dopo aver mangiato vado in biblioteca

[Mamma]: okay

Frank era un ragazzo di 19 anni, molto alto e magrolino, era amato dai suoi compagni di classe solo nel momento delle verifiche, dato che la doveva fare a tutti i suoi compagni che, ancora all'ultimo anno, non avevano imparato studiare. Amava leggere e studiare, conosceva alla perfezione il francese e aveva ottenuto una certificazione, il livello di francese di Frank era B2.
Veniva molte volte deriso dai suoi compagni di classe, ma non gli importava più di tanto, sapeva dare un peso ad ogni cosa e di certo i suoi compagni erano il suo ultimo problema!
Frank viveva con la madre, una signora molto graziosa che adorava il proprio e unico figlio.
Il padre di Frank si separò dalla madre quando il figlio aveva appena 8 anni, lasciando in lui un vuoto che non fu mai colmato.
La migliore amica di Frank lo descrive sempre come un "cucciolone", infatti Frank era un ragazzo molto dolce e disponibile, sempre pronto ad aiutare anche chi non se lo meritasse.
La sua più grande passione  era il pianoforte, quando era piccolo, si sedeva su quell'enorme sgabello e schiacciava uno a uno i tasti del pianoforte fingendosi un musicista professionista. Col tempo riuscí ad imparare a suonarlo, grazie anche a sua madre che gli insegnò le basi per poi imparare veri e propri spartiti. La musica l'ha aiutato molto nel tentativo di colmare quell'enorme vuoto lasciato dal padre.

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La mattina passò in fretta, verso le due del pomeriggio Frank prese il pullman e ascoltò un po' di musica mentre guardava fuori dal finestrino; aveva smesso di piovere e le nuvole erano sparite.

*zzzz* *zzzz*

Frank sentì il proprio cellulare vibrargli in tasca.

[Sammy]: ohi best, come procede la giornata?

[Frank]: tutto bene dai, e la tua?

[Sammy]: Bene Bene, che fai oggi?

[Frank]: Devo passare in biblioteca per prendere un libro e poi devo studiare Latino, lunedì interroga...

[Sammy]: studiamo assieme??

[Frank]: okay.

Appena arrivò a casa salutò la madre, appoggiò la cartella sul divano e si fece un tramezzino.
Frank abitava davanti alle scuole elementari e alla biblioteca.
Quel giorno la piazzetta, dove di solito i bambini giocavano, era vuota.
Frank non ci diede molta importanza, prese la tessera della biblioteca e attraversò la piazzetta.
Il cielo era diventato di nuovo grigio e tirava un forte vento. Corse verso la biblioteca ed entrò.
La biblioteca aveva due piani: al primo piano vi era il bancone con la proprietaria e attorno alcune librerie per i bambini, mentre al piano superiore vi era una grande distesa di librerie con un sacco di libri di tutti i periodi storici e di tutti i generi letterari. La biblioteca era in vecchio stile, completamente il legno.
Appena entrò diede un cenno col capo alla proprietaria della biblioteca, la signorina Mary Johnson, una ragazza di 25 anni, bassa, magra e affascinante, che aveva ereditato la biblioteca del nonno. (Frank aveva una leggera cotta per lei).
Mary ricambiò il saluto e poi tornò a premere i tasti di quella grande e grigia tastiera.
Il giovane iniziò a salire le scale di legno e raggiunse il piano superiore, si guardò attorno cercando di orientarsi e scrutò bene ogni libreria cercando quella con scritto "900".

Pov Frank

Ero appena riuscito a trovare lo scaffale con i libri dedicati al 900, e notai uno spazio vuoto in fondo allo scaffale, mi spostai per controllare meglio.
Sentii un brivido attraversarmi tutta la schiena ed arrivarmi direttamente alla testa.
Socchiusi gli occhi, mi sentivo strano, tutto attorno a me sembrava girare velocemente.
Mi portai le mani allo stomaco sentendo la sensazione della nausea.
Dopo alcuni secondi tutte quelle sensazioni negative finirono e rimasi un attimo stordito.
Decisi di voler tornare a casa.
Mi allontanai dallo scaffale e percorsi il corridoio tra le librerie e scesi le scale, mi mancavano 5 gradini, e appena alzai lo sguardo una luce molto intensa mi colpì direttamente negli occhi e mi portai le mani agli occhi.
Quando provai a riaprirli non vidi nulla, attorno a me era completamente buio, ero confuso.

il sogno della bibliotecaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora