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Più scendevo le scale e più sentivo freddo, era tutto buio, forse ero più spaventato io che Mary.
Si fermó di colpo e finí contro la sua schiena.
-"Dai tienimi la mano'
Percepivo una leggera risatina da parte sua e cercai la sua mano per poi prenderla e tornammo a percorrere quelle scale che sembravano infinite. Una piccola luce soffusa si poteva intravedere guardando verso il basso, e, man mano che ci avvicinammo la luce si intensificava. Faceva freddo e io ero molto preoccupato, sembra infinito il tempo qui giù.
Dopo quasi 10 minuti arrivammo alla fine e davanti a noi una piccola luce attaccata al soffitto (molto basso, ci dovevamo abbassare), ci indicò una strada da percorrere: un tunnel.
Questa volta andai prima io, tenendo per mano Mary, ma mi fermó di colpo.
-Perché non prendiamo la lanterna?
-Quale lanterna scusa?
-Questa
Mi indicò la luce sul soffitto, la guardai bene ed effettivamente era una vera e propria lanterna.
Mi avvicinai ad essa e la staccai dal muro, poi presi di nuovo Mary per mano e iniziammo a percorrere quel tunnel. Non fu molto lungo, era un tunnel molto piccolo, con le pareti di terra, ai lati del pavimento vi erano piccoli canali in cui passava dell'acqua, ma non mi era noto il luogo di provenienza di quell'acqua.
Il pavimento dove camminavamo io e Mary era in legno, scricchiolava molto. Alla fine del tunnel vi era una parete con in mezzo una porticina in legno ricamato, non vi era però la maniglia.
Tutto d'un tratto l'atmosfera si fece cupa e mi ritrovai, rannicchiata, sulla mia schiena, Mary, evidentemente impaurita.  Vidi la porta aprirsi lentamente,  facendo fuoriuscire una leggera nebbiolina bianca e intensa. La porta si aprí del tutto di colpo,  facendoci sobbalzare. Un uomo di mezza età,  molto basso uscì da quella porta.
Aveva dei vestiti di seta, un po' rovinati e ci guardó con aria minacciosa. Teneva tra le mani un lungo bastone con una pietra incastonata, simile allo smeraldo, alla fine.
-A voi non è permesso stare qui. Chi diamine vi ha dato il permesso di vernire fin qui!?
La sua voce era molto potente, sbatteva sulle pareti e ci colpiva.
-Stiamo...cercando di uscire dalla biblioteca.
-Chi siete!?
Ci presentammo e notai che la sua fronte iniziò a rilassarsi,  assieme a tutti i muscoli sul viso.
-Sono ANNI che vi aspetto!! Ce ne avete messo di tempo!!!
-Ma cosa sta dicendo?
-Voi siete i miei eredi!
-Ma che sta dicendo questo Mary?
-Solo gli eredi sono in grado di risolvere tutti gli enigmi là sopra e poi giungere fino da me, voi siete i miei eredi, e prego, non state qui al buio e al freddo, entrate, suvvia.

Guardai Mary, che era più confusa di me, ormai era tutto diventato così strano, non avevamo niente da perdere in questo momento, per tanto ci incamminammo con lui all'interno di quella porticina. Davanti a me trovai una vera e propria strada, fatta col catrame e con disegnate le strisce bianche, ai lati di essa vi erano dei lampioni che illuminavano la strada.
Man mano che iniziammo ad avvicinarci sempre di più iniziai a vedere le ombre di palazzi altissimi, vidi delle macchine passare e dei civili, quasi identici a quell'uomo che ci stava accompagnando.

-Benvenuti nella città di Kamilof

il sogno della bibliotecaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora