06. Imprevisto e Inesorabile

5.9K 294 199
                                    


Tra loro le cose cambiarono gradualmente. L'ostinazione con cui evitavano persino di incrociarsi nei corridoi era svanita, sostituita dalla curiosità di scoprire se anche l'altro, di tanto in tanto, gettasse lo sguardo nella propria direzione. Scambi rari e fugaci che sapevano di proibito e che non potevano impedirsi di lanciare. Nessuno aveva fatto caso al modo in cui Eren, con costanza, transitasse davanti la porta di Ackerman, così come nessuno aveva notato quante fotocopie occorressero a Levi in quell'ultimo periodo solo per passare accanto l'ufficio di Jaeger.

* * * * *

Era ora di pranzo. Chi più chi meno consumava il proprio pasto, mentre Levi tornava in ufficio dopo una riunione coi piani alti. A passo lento superò l'uscio della propria distrazione preferita, schiuso abbastanza da permettergli di ascoltare la conversazione in corso. Si fermò non troppo distante, fingendo di controllare il cellulare.

«Sì, doppio cheeseburger, salsa barbeque e patatine. Oh, e una Coca formato extra! Grazie mille.»

L'Alpha, nel sentire Eren ordinare quelle schifezze, storse il naso. Non si meravigliava del fatto che, a dispetto della sua reale dinamica famosa per forme e rotondità, fosse così magro. Aveva notato la quantità esorbitante di cibo spazzatura che trangugiava alla velocità della luce, quasi senza darsi il tempo di masticare per dedicarlo al lavoro e ad essere produttivo.

Sapeva bene anche dove il ragazzo spesso e volentieri telefonasse per richiedere il pranzo, avendo notato il logo stampato sulla pettorina del fattorino. Si affrettò verso il proprio ufficio, contattando immediatamente il posto per annullare la prenotazione a nome Jaeger. Chiamò invece uno dei suoi ristoranti preferiti, ordinando un'abbondante porzione di pasta al forno da mettere sul proprio conto.

Mezz'ora dopo Eren sentì qualcuno bussare alla porta del suo ufficio, ma non era la persona che aspettava.

«Signor Jaeger?»

«Sì, sono io...»

«Il suo pranzo.»

«Deve esserci un equivoco, io non–»

«È tutto pagato, signore, buon appetito.»

Fu solo nell'attimo in cui vide il contenuto della confezione, che ricordò.

"Sei troppo magro, dovresti seguire una dieta più bilanciata. Meno grassi e più carboidrati... Pasta al forno, ad esempio."

Parole pronunciate casualmente tra una carezza ed un sospiro, finite nel dimenticatoio per far spazio a morsi e suppliche.

Levi non vide mai il rossore sulle gote di Eren mentre mangiava, con gusto ed il sorriso sulle labbra, quel piatto gentilmente offerto. In cuor suo, però, l'avvocato sperò che avesse gradito.

* * * * *

«Mi hai chiamato?»

«Sì, Levi. Entra pure.»

L'ufficio di Erwin Smith era tutto ciò che ogni dipendente di quello studio potesse sognare. Bagno personale, balcone con vista, frigobar, perfino uno schermo ad alta definizione. Entrandovi, Levi non poté far a meno di pensare a quale faccia avrebbe fatto Eren vedendo tutto ciò che vi si trovava, conoscendo la sua ambizione ad occupare un giorno quella scrivania.

Smith non gli permise di sedersi sulla sedia, come fosse un formale colloquio tra datore di lavoro e sottoposto. Lo invitò invece a sedersi sul divano e gli versò un bicchiere di scotch, nonostante fossero solo le undici del mattino. Levi lo portò alle labbra senza però berne neanche una goccia.

A · Breathe · ΩDove le storie prendono vita. Scoprilo ora