24. Timore e Batticuore

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L'arrivo di Levi agli uffici della Reiss fu qualcosa di grandioso.

Il grande evento era stato anticipato a tutti i dipendenti dai bisbigli di corridoio, un continuo rimbalzare di informazioni – più o meno gonfiate – da parte di chi aveva udito la sempre seria dirigente Petra Ral esultare alla notizia. C'era chi giurava di aver sentito chiaramente il suono dei tacchi mentre questa saltellava per il proprio ufficio, protetta dalla porta chiusa e dai vetri opachi che però lasciavano intravedere la sua ombra danzante.

Ackerman aveva fin da subito ottenuto un ufficio personale, accanto a quello che era stato riservato ad Eren. Il ragazzo lo occupava molto poco; fino a quel momento aveva lavorato principalmente da casa, e con il proseguire della gravidanza le assenze sarebbero di certo divenute più frequenti. La sua condizione "a rischio" l'avrebbe fin da subito autorizzato ad assentarsi, ma Eren insisteva nel fare delle piccole apparizioni per mantenere vivida la memoria dei colleghi e al contempo aggiornare Petra sui progressi del proprio lavoro.

Levi però non si era presentato nel nuovo studio a mani vuote: la notizia dell'enorme class-action che stava meticolosamente preparando da settimane fece il giro dell'intero edificio, raccogliendo numerosi consensi e richieste di poter fornire il proprio aiuto e supporto.

Dei tanti che sognavano di lavorare gomito a gomito con una delle leggende del tribunale, solo tre nomi vennero presi in considerazione.

Erd Yin, Gunther Schultz e Auruo Bossard – due Beta ed un Alpha – aspettavano fuori dall'ufficio già all'alba del secondo giorno, e la stessa Ral andò ad aggiungersi a loro poco più tardi. Lo smacco di ricevere una class-action e dover affrontare in tribunale non uno, ma due Omega sarebbe stata un'ulteriore pugnalata per Smith. Così facendo, inoltre, la loro neonata squadra sarebbe stata ben equilibrata tra le varie dinamiche.

Per Eren ci sarebbe voluto ancora un po', prima di poter partecipare attivamente, ma anche il suo momento sarebbe arrivato. Collaborava comunque facendo ricerche, contattando possibili fonti, organizzando gli appuntamenti, svolgendo interviste e scrivendo appunti che il resto del team usava per preparare le proprie arringhe. Anche quando fu costretto a smettere di recarsi in ufficio definitivamente, la sua casella postale inviava e riceveva decine di e-mail ogni giorno e tramite Skype partecipava alle riunioni necessarie a preparare le mosse seguenti, sognando il giorno in cui avrebbe di nuovo messo piede in un'aula, guardando Erwin Smith sottomettersi alla giustizia che per tanti anni aveva scavalcato.

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Il caffè nella tazza rischiò di fuoriuscire e macchiare il vetro quando l'avvocato sbatté i fascicoli sulla lastra perfettamente pulita dell'enorme tavolo nella sala riunioni. Li impilò uno per uno – tonfo dopo tonfo, carta su carta – sotto lo sguardo attento dei tre uomini, i quali non riuscivano a fare a meno di scambiarsi occhiate fugaci e apprensive.

Lavorare sotto Ackerman era un privilegio che in pochi avevano mai avuto, considerato il fatto che fosse considerata una vera e propria medaglia al valore: chi sopravviveva al suo perfezionismo e alla sua sete di vittoria, poteva vantarsi al pari di un reduce di guerra.

«Jones. Duval. Madsen. Otero. Delgado. Vi ho affidato cinque nuovi possibili casi da inserire nella class-action, e non avete ottenuto nemmeno la metà delle informazioni che ci occorrono per portarli in tribunale. Cos'è, l'aria di primavera vi causa sonnolenza e fa battere la fiacca?»

Yin, Schulz e Bossard incassarono la testa tra le spalle, pronti a ricevere la sonora lavata di capo che inevitabilmente sarebbe giunta.

Trascorse così mezz'ora, durante la quale Levi si premurò di inculcargli quali fossero le priorità, prima che ognuno potesse tirare un sospiro di sollievo nel tornare alla rispettiva postazione.

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