03. Ostilità e Attrazione

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Quando si svegliò, il suo intero corpo era ricoperto da segni di morsi, lividi, sperma e sudore. Eppure non si era mai sentito meglio. Si erano accoppiati più volte, fino a che il fisico di Eren aveva esaurito la carica folle di ormoni accumulata durante la giornata, ed era crollato in un pesante sonno ristoratore. L'Alpha corvino aveva svolto a meraviglia il proprio compito, rispondendo ai richiami di bisogno con prontezza, cura e passione insieme.

La sveglia segnava le quattro di notte, Levi dormiva lì accanto ed Eren si infilò in quello che sperava fosse il bagno per lavarsi, prima di rubare un accappatoio e tornare all'ingresso, per prendere i documenti dalla valigetta.

«Vuoi una mano...?»

Il ragazzo trasalì nell'udire la voce bassa e roca di Levi, decisamente più in sé rispetto a poco prima, ma non per questo meno intimidatorio.

Eren abbassò lo sguardo verso le duecento pagine che ancora erano rimaste da controllare e adattare, poi tornò a rivolgerlo su di lui.

L'uomo lo guardava, in piedi a braccia incrociate, ed Eren seduto sul parquet sembrava quasi un bambino.

«Puoi leggermi questo?» chiese, stringendo uno dei fascicoli.

Levi sospirò, andando a raccogliere il plico dalle mani del ragazzo e iniziando a sfogliarlo.

Non voleva sedersi per terra, nonostante sapesse perfettamente che il pavimento era più che pulito, ma restare lì in piedi lo metteva a disagio: gli sembrava di far pesare all'altro la sua condizione di momentanea debolezza.

Andò quindi a mettersi sul divano poco distante, invitandolo a raggiungerlo. Eren, di malavoglia e piuttosto dolorante, accettò il consiglio, confortato dall'odore di protezione che l'Alpha emanava.

In due il lavoro fu decisamente più semplice, considerando anche la maggior lucidità di Levi, che faceva saettare lo sguardo da un paragrafo all'altro con velocità e precisione, e le correzioni da apportare sembrarono persino minori di quelle reali.

Con testardaggine e forza di volontà, tutti i fascicoli vennero completati pochi minuti prima delle otto di mattina.

Eren crollò addormentato subito dopo e Levi scelse di lasciarlo riposare sul divano, coprendolo meglio possibile, prima di raccogliere il materiale e spedirlo all'ufficio tramite corriere – uno incredibilmente veloce e costoso.

L'Omega dormiva raggomitolato sui cuscini in posizione fetale, il cappuccio dell'accappatoio sollevato a coprirgli per metà il viso; persino in quel momento sembrava pronto a mordere – e non figurativamente parlando. Era una piccola merda tenace e combattiva, ed era riuscito a celare questo suo lato per ben quattro anni, vivendo come un impiegato modello sotto le mentite spoglie di un Beta.

Quanto gli era costato? Per lui, in quanto dinamica dominante, soddisfare una voglia improvvisa era un'inezia, una faccenda da poco; per Eren invece affrontare il calore ogni tre mesi, sotto la costante minaccia dei numerosi Alpha presenti in ufficio, senza usufruire di alcun congedo o permesso apposito... Valeva la pena?

Di riflesso, senza pensare, gli accarezzò delicatamente il volto esponendolo alla luce naturale del Sole che filtrava attraverso la tenda. Era bello, senza dubbio, da togliere persino il fiato. La sua pelle, ora che l'effetto dei soppressori era definitivamente terminato, emanava un profumo piacevolmente dolce e speziato. Chissà se anche il sapore era altrettanto buono; non si erano dati il tempo di fare altro che non fosse sopperire all'impulso del momento, guidati dalla frenesia di unirsi in qualcosa che sedasse quel fuoco indomabile.

Si chiese cosa Eren volesse fare, adesso che il calore era nel pieno della sua forza e ora che Levi era al suo fianco, disposto ad accudirlo prima di scegliere inevitabilmente il da farsi; si domandò se desiderasse rifugiarsi altrove, tra le braccia di qualcun altro.

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