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Mi chiamo t/n t/c.
Mi sono appena trasferita dalla grande città di New York, negli Stati Uniti, in una piccola cittadina in Giappone, Miyagi, a causa del lavoro dei miei genitori.
Mio padre è malato da qualche anno, è anche per questo che ci siamo trasferiti qui, speriamo con tutto il cuore di trovare buoni medici e soprattutto incontrare i parenti di mio padre, che abitano qui da parecchi anni ormai.
Mio padre è una delle persone più importanti della mia vita, a differenza di mia madre c'è sempre stato, in tutto e per tutto, pensare di poterlo perdere mi rende così triste ma purtroppo è quello che hanno detto i medici e l'unica cosa che mi rimane da fare e sperare fino all'ultimo.
Mia madre invece, non è mai stata molto presente e soprattutto da quando mio padre non sta bene è caduta in una sorta di depressione.
Una volta arrivati nella nuova casa, decido di cercare qualche informazione sul mio nuovo liceo, il Karasuno, dove avrei frequentato tutti e tre gli anni di superiori presenti secondo il sistema di istruzione giapponese.
Sembra una scuola molto accogliente e la cosa che preferisco è che dopo le attività scolastiche, nel pomeriggio, ci si può iscrivere a un club pomeridiano.
Per fortuna al Karasuno è presente un club di pallavolo femminile, la mia passione sin da piccola, che unito a quello maschile rappresentato l'intero liceo.
Oggi è l'ultimo giorno delle vacanze estive e ho deciso di fare un giro per la cittadella, in modo tale da sapermi poi orientare il giorno dopo poiché sarei dovuta andare a scuola a piedi e poi,successivamente, la sera,tornare a casa dopo gli allenamenti di pallavolo. Non sarei mai riuscita a sopportare un ritardo il primo giorno di scuola.
Mio padre mi ha insegnato il giapponese sin da piccola, capisco quasi tutto molto bene e comunico senza problemi ma l'unica pecca è la mia pronuncia ritenuta indispensabile per essere capiti al 100%
così, a scuola, mentre i miei compagni faranno lingua madre, ossia il giapponese, altri ragazzi ed io saremo in un'altra aula con un insegnante di sostegno a fare delle lezioni più approfondite.

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Mentre cammino per strada noto un negozio dedito allo sport e decido di entrarci con la speranza di trovare qualche articolo interessante sulla pallavolo oppure una maglietta e un pantaloncino per i riscaldamenti.
Entro, saluto la commessa alla cassa e le chiedo dove posso trovare la corsia dedita alla pallavolo, lei me la indica e mi ci dirigo.
Questo negozio non è di quelli che trovi per le strade della Grande Mela, è piccolo e accogliente.
Una volta entrata nella corsia noto un pallone Molten V5M5000 in una cassa di legno, mi si illuminano gli occhi, quel pallone è assolutamente fantastico ed essendo l'ultimo decido di prenderlo poiché lo ritengo perfetto per allenarmi anche quando non sono con il club di pallavolo.
Poggio le mani sul pallone per afferrarlo quando noto che anche altre due mani stanno cercando di fare lo stesso;
alzo lo sguardo e mi trovo davanti un ragazzo un po' più alto di me (sono alta un t/a u.u) con i capelli raccolti in una cresta castana con un ciuffo biondo platino.
Guardandomi sogghignando prende il pallone che mi è sfuggito dalle mani dopo essermi distratta a guardarlo e mi dice: "Mi spiace dolcezza, ma questo lo prendo io" per poi dirigersi alla cassa. Irritata da quel gesto lo fermo e squadrandolo dalla testa ai piedi gli chiedo: "Con tutto il rispetto, ma, giochi a pallavolo?" lui voltandosi dice : "Dovrei fare la stessa domanda a te piccola, comunque si" e sempre con quel ghigno stampato sul volto si dirige una volta per tutte alla cassa.
Non ho voglia di litigare con quel bamboccione,quindi,prima di uscire definitivamente dal negozio gli rispondo secca "Si" e sparisco dalla sua vista.

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"Ma come si permette a chiamarmi dolcezza, che sono un cagnolino?" penso indignata dalla tranquillità con cui quel ragazzo mi ha parlato.
Mentre svolto l'angolo sento qualcosa, anzi qualcuno,toccarmi la spalla e dopo essermi voltata esclamo: "Ancora tu!" notando che il ragazzo davanti a me è quello con cui avevo tenuto una piccola "conversazione" nel negozio di articoli sportivi.
Continua a guardarmi,senza dire una parola,quando,dopo un po', mi porge un sacchetto con dentro il pallone che avrei voluto comprare prima.
Rimango per un attimo pietrificata ad elaborare ciò che era appena successo,maledicendo me stessa di averlo insultato pesantemente nella mia mente, e lui con un sorrisetto dice "Di niente dolcezza" e se ne va senza darmi neanche il tempo di ringraziarlo veramente.

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Una volta tornata a casa, decido di fare qualche alzata e qualche bagher al muro nel giardino di casa mia, fino all'ora di cena quando vengo chiamata da mia madre per dirmi che è pronto.
Durante tutto il pasto non ho fatto altro che pensare a quel ragazzo, al suo gesto,al perché una persona a me sconosciuta ha regalato un oggetto così costoso.
"Tesoro", mi risveglia mio padre dai miei pensieri, "Cosa hai fatto oggi?"
Decido di non raccontare nulla dell'incontro con quel ragazzo e inizio a parlare:
"Ho fatti un giro in città,nulla di che..a te come è andata dal medico?"
"Oh..bene,non preoccuparti" dice sfoggiandomi un sorriso pieno di purezza.
So che mente e che anche lui stesso sa di non stare bene ma faccio finta di essere tranquilla,di pensare che lui stia bene.
Una volta finito di mangiare mi dirigo in camera mia, mi spoglio e riempio la vasca di acqua calda per fare un bagno rilassante e dimenticarmi della giornata di oggi.
Entro nella vasca e chiudo gli occhi, resto così per almeno venti minuti,poi decido di uscire, asciugarmi, lavarmi i denti , mettermi il pigiama e infine andare a dormire per svegliarmi riposata il giorno dopo.
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Heyyy,
spero vi stia piacendo fino ad ora,
by the way è soltanto il primo capitolo,
ci vediamo al prossimo!
PS: non siate cattivi 🙂
Byee

him & I ; nishinoya yuuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora