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Più il tempo passava e più Aly capiva cosa significava aver preso quella decisione. Non c'era riposo in battaglia, non c'erano pause, solo una continua corsa contro il tempo, spinti dalla volontà di proteggere le persone e il mondo, questo era il mestiere dell'eroe, e ormai aveva firmato un contratto a tempo indeterminato e per cui non si può tornare indietro.

Con questo pensiero in testa, Aly si rialzò, dolorante e scossa, ma appena vide ciò che stava accadendo a suo padre, tutto sembrò sparire, lasciando il posto alla rabbia e riaccendendo il suo potere a livelli esorbitanti, compromettendo anche la sua capacità di pensare. Non doveva perdere il controllo. Questo si era sempre prefissata, e mai avrebbe ritrattato. 

Per un po' provò a placare tutte quelle emozioni, cercando di svuotare la mente da tutta quella rabbia, dalla paura, dalla distruzione. Non voleva essere un mostro e né voleva sembrarlo.

"Smettila di ostinarti a controllarlo" Alicia si chiese se fosse pazza o meno. Possibile che la sua mente non era neanche libera di pensare da sola!

"Lasciati andare piccola mia" Aly barcollò stupita

:Mamma...: quella parola le uscì come un sussurro, mentre alcune lacrime sgorgarono dai suoi occhi. Sua madre era lì, nel suo cuore. Lei c'era e non l'avrebbe mai abbandonata, perciò non doveva avere paura, doveva solo lasciarsi guidare.

Con calma si lasciò impossessare dalla rabbia. Lasciò che il suo potere fluisse per tutto il suo corpo atletico, e come una luce nell'oscurità, i suoi occhi si accesero di viola. Aveva finalmente abbandonato ogni tentativo di contenimento, ogni paranoia, ogni forza di volontà. Era finalmente lei.

Senza pensarci un istante lanciò una sfera d'energia alla testa di Stane, attirando la sua attenzione su di lei :Maledetta ragazzina! Quando capirai quale è il tuo posto?!: urlò frustrato, gettando Tony a terra, ed intanto la ragazza avanzò a passo svelto :Quando capirai Stane che il tuo tempo è finito?!:

:Se non ti ucciderò io sarà il mondo a farlo strega!: l'armatura le lanciò raffiche di colpi uno dietro l'altro, ma tutti finirono allo stesso modo, distrutti agilmente dalle sfere di potere di Aly.

 A quel punto, il passo della Stark aumentò, precipitandosi contro l'armatura, lanciando colpi su colpi, perdendo la visuale di Tony. Il nemico tentò di schiacciarla con le sue possenti mani, tuttavia, in pochi attimi si ritrovarono avvolte dallo stesso potere di Alicia, la quale cercava di respingerlo con tutte le sue forze, amplificate dal suo dono

:Aly... Ascoltami bene... Pepper sovraccaricherà il Reattore Arc qui sotto in modo da far saltare il tetto! Quando sarà il momento dovrai allontanarti!: la informò suo padre dal minuscolo auricolare nel suo orecchio :Ricevuto!- dopo ciò, si rivolse un'ultima volta al loro ex-socio- E comunque, mio caro Obadianh Stane, ti sbagliavi su di me! Io non sono una strega! Il mio nome è Alicia Maria Stark e sono Andromeda!: con tutta l'adrenalina che aveva in circolo, utilizzò il suo potere per mandare in cortocircuito la macchina, permettendo così a suo padre, allacciatosi alla schiena del nemico, di staccare il cavo per la visuale esterna. L'uomo cominciò a dimenarsi con Tony sulle spalle, riuscendo a scaraventarlo di nuovo a terra, togliendogli il casco della Mark III. 

A causa dell'attimo di distrazione, Aly non riuscì ad evitare un nuovo colpo, che la fece roteare in aria fino ad atterrare vicino a suo padre. Fortunatamente tutta quella nuova energia sedò un po' il dolore, trovando abbastanza forza per alzarsi sui gomiti e soccorrere suo padre :Papà... Papà... Tutto ok?: chiese urgente

:Sì... Sto bene... Tu? Ti sei ferita alla testa...: la figlia accennò ad un tenue sorriso

:Non preoccuparti è solo un graffio:

Passarono alcuni millisecondi di "pace", in cui Aly e suo padre poterono constatare di essere ancora vivi. Per poi essere per l'ennesima volta interrotti dalla voce di Stane, che si era tolto una parte dell'armatura, mostrandosi dal suo interno :Ma che bel quadretto. Vi vorrei scattare una foto. Magari la utilizzeranno per le vostre tombe:

:Bastardo! Come puoi anche minimamente pensare che ti lasci su questa terra dopo tutto quello che hai fatto?! Se questa notte dovrò andarmene, tu verrai con me!: la ragazza provò ad alzarsi, ma questa volta il dolore ebbe la meglio, facendola ricadere sul suolo :Ma non mi far ridere... Come puoi pretendere di uccidermi se non ti reggi neanche in piedi?: proprio come un traditore, Obadianh sparò contro di loro con un mitragliatore in dotazione all'armatura. Alicia, prontamente, evocò lo scudo, proteggendo lei e suo padre, finendo per sprofondare nella vetrata, ormai spezzata, sotto di loro, aggrappandosi all'inferriata della struttura, sentendo il Reattore Arc in sovraccarico a pochi metri da loro, accompagnato dalla voce di Pepper nei loro auricolari :A quanto pare siete voi ad aver terminato il vostro tempo! Da domani, mio caro Tony, inizierà una nuova era per le Stark Industries. L'era delle armature! Farò più soldi di quanto tu, tuo padre e la tua stupida figlia abbiate mai fatto!:

:Pepper! Fallo!: urlò Tony con lo sguardo fisso sul nemico

:Volevate togliere le armi dal mondo, e mi avete regalato l'arma più potente di tutte! Ed io ho liberato il mondo dalla più pericolosa! Tua figlia. Sono un eroe!:

:Pepper muoviti! Ti prego!: replicò Alicia sfinita

:Mi avevate detto di aspettare!: constatò la segretaria da sotto di loro, mentre Obadianh  cercava di colpirli, ma Tony era riuscito a disabilitare il sistema di mira, rendendo più difficile il compito di ucciderli

:Fallo Pepper!:

:Morirete!:

:Premi il pulsante!:

:Premilo!:

Padre e figlia si guardarono negli occhi come se fosse la fine. Chiunque in una situazione del genere ci avrebbe pensato! Così si presero per mano, guardandosi senza nascondere le loro paure :Ti voglio bene papà:

:Anch'io tesoro mio:. Purtroppo Tony non poteva minimamente immaginare cosa stesse tramando la figlia :Mi dispiace papà... Ma non posso vederti morire, non anche te: lo Stark la guardò storto e interrogativo :Aly... Cosa vuoi fare?: chiese allarmato, poco prima di vedere la mano della sua bambina sfuggirle dalle mani, facendo sì che una sfera di contenimento lo avvolgesse e lo trasportasse al sicuro sul tetto. A quel punto fu tutto più chiaro. Con agitazione cominciò a replicare da dentro lo scudo, sbattendo le mani contro le pareti solide, inutilmente.

Quando il reattore esplose una fortissima ondata di energia si sprigionò dal tetto, risalendo fino al cielo. Aly fu sbalzata via, finendo giù dalla struttura.

Obadianh morì fulminato dall'energia del reattore Arc, e il suo corpo e l'armatura caddero su di esso, causando un'esplosione di enorme portata. 

Se esisteva una scala del dolore Alicia lo avrebbe identificato come incalcolabile. Le sembrava di avere il corpo distrutto, fracassato da una caduta di diversi metri, colpi subiti e il resto di una lista lunghissima di tutto ciò ce aveva subito in una sola sera. Però la sua testardaggine e il suo senso del dovere la obbligarono a proseguire imperterrita. Con le ultime forze che le rimanevano si rimise di nuovo in piedi e concentrò tutta la sua energia per creare una bolla di contenimento abbastanza grande da trattenere tutta quella detonazione. Un'azione che le causò un dolore atroce per tutto il corpo. Gli occhi erano più luminescenti di prima, le mani bruciavano e la potenza era troppo pesante per lei.

Una volta superato il botto, la ragazza abbassò le mani, accorgendosi solo in quell'istante di perdere sangue dal naso. Si guardò attorno, notando solo distruzione e caos. Tutto il lavoro della sua famiglia andato distrutto in una notte. Chissà cosa avrebbe mai pensato il vecchio Howard Stark, o magari, cosa avrebbe mai pensato Annabeth Smith dell'operato della figlia. Questi erano i pensieri che affollavano la mente della piccola Stark poco prima di svenire nuovamente sul freddo asfalto.

  La figlia di Tony StarkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora