2,1 Un giorno diverso

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7 anni dopo

"Per la Forza, Biggs! Fermati!" strillava terrorizzata, e vagamente infuriata, Leia, aggrappandosi al poggiatesta del sedile anteriore dello speeder dove sedeva suo fratello come se ne dipendesse la sua stessa vita. Davanti a lei, Biggs e Luke ridevano come matti, il primo che guidava, il secondo che urlava eccitato il suo apprezzamento per quel veicolo meraviglioso.

Ora legalmente autorizzato a guidare da qualche mese, infatti, il quasi quindicenne Biggs aveva ricevuto la licenza per condurre uno speeder, e aveva pensato di far provare ai suoi amici l'ebbrezza della velocità. Luke, a cui mancava ancora un anno prima di poter fare lo stesso, era completamente fuori di sé. Era nato per essere un pilota, e lo sapeva. Al contrario, Leia preferiva tenere i piedi ben piantati a terra, e quella piccola avventura non le stava piacendo affatto.

"Voi due siete da ricoverare !" dichiarò la ragazzina quando la folle corsa si fermò. Scese dallo speeder con un saltello e si aggiustò la gonna sporca; cercò di mettere mano ai suoi capelli e imprecò sottovoce quando si realizzò che erano completamente ricoperti di sabbia.

"Non dire così, piccola Leia" scherzò gioiosamente Biggs, che ormai superava l'amica di tutta una testa. Le arruffò i capelli ancora di più per farla innervosire - adorava quando si irritava e quel suo visino angelico diventava tutto rosso. L'aspetto di Leia era ancora quello di una bambina, ma aveva la lingua lunga e picchiava forte quando l'atteggiamento di qualcuno non le piaceva.

"Non chiamarmi così, fantademente, o presto ti resteranno pochi denti" lo avvertì lei. Scherzava, naturalmente, ma ciò non la rendeva meno minacciosa o meno imprevedibile.

"Potrebbe dire sul serio, sai, Biggs?" intervenne Luke, che fino a quel momento stava osservando il motore dello speeder come se dovesse costruirne una copia identica. "L'ultima volta che ha detto una cosa del genere mi ha quasi ucciso".

"Su, non essere drammatico" replicò lei.

Il ragazzino si appoggiò teatralmente al cofano del veicolo. "Aspetta solo che diventi più alto di te" disse "e questo oscurantismo finirà insieme alle tue continue prevaricazioni".

Leia si finse arrabbiata, ma era chiaro che tratteneva a stento una risata. "Sarebbe la mia imitazione, quella? Come attore fai proprio pena".

"Se hai capito che era la tua imitazione, vuol dire che l'ho fatta bene".

"Non c'era molto da capire. Dove hai imparato la parola prevaricazione se non da me?".

Biggs assisteva impotente al dialogo tra i due fratelli, rendendosi conto di quanto fossero completamente pazzi. Ma non gliene importava poi molto; lui stesso era un personaggio abbastanza particolare, e senza Luke non avrebbe mai avuto un amico nella futura Accademia Imperiale. E Leia era troppo Leia per non essere adorata da tutti, anche con quel caratteraccio.

Nel bel mezzo del dibattito, Padmé si avvicinò al terzetto senza disturbare. Non le piaceva interrompere i loro pomeriggi di gioco, ma aveva bisogno dei suoi figli per riparare alcuni vaporatori malmessi mentre lei andava in città per consegnare le taniche d'acqua al rivenditore. Ora che i ragazzi erano abbastanza grandi, stava insegnando loro a lavorare: pochi anni, e Padmé sarebbe stata troppo vecchia e stanca per i mestieri più pesanti. Sperava solo che Leia non rimanesse così minuta e Luke somigliasse di più a suo padre da adulto, anche se al momento sembrava più un ammasso sconclusionato di arti.

"Scusatemi, ragazzi!" intervenne. "Purtroppo dobbiamo andare a casa. Quei vaporatori vi stanno aspettando".

Luke sbuffò e lanciò uno sguardo sconsolato allo speeder nuovo di zecca prima di seguire la madre a testa bassa. Ancora non aveva trovato il tassello fondamentale che gli serviva per completare il suo mosaico mentale: perché Padmé, che era estremamente intelligente e aperta, con possibilità ben più grandi rispetto a una vita contadina, non decideva di andarsene da Tatooine? Diceva sempre che lui e Leia avrebbero portato a compimento un destino incredibile, ma continuava a tenerli incatenati a una fattoria polverosa. C'era qualcosa che non andava, e Luke lo sapeva bene.

~~~

Il tramonto era ormai arrivato, e i due soli non scottavano sulla pelle come nei cocenti meriggi estivi. Un crepuscolo autunnale come quello era il momento migliore nella giornata e nell'anno per Luke e Leia.

L'unico problema era il lavoro che non avevano ancora terminato, insieme al fatto che la loro madre era in città già da diverse ore. Mancavano cinque vaporatori da riparare e i ragazzi avevano fame.

"Puoi smettere di guardare il tramonto e aiutarmi con questa vite? Non ho tutto il giorno" sbottò all'improvviso Leia. Luke batté le palpebre un paio di volte e si rese conto che in effetti era altrove (o, più precisamente, su un caccia monoposto acrobatico) con la testa.

"Arrivo" mormorò, colto sul misfatto, e scivolò sotto l'armatura di base del vaporatore con la sorella. "Cosa succede con quella vite?" .

Leia si asciugò il sudore dalla fronte con evidente frustrazione. "È finita nel pozzetto e non la vedo più. Era quella di scorta, quindi assolutamente non possiamo perderla".

Luke sospirò pesantemente. "Lo odio quel coso" borbottò, riferendosi al piccolo canale verticale che scendeva in profondità nel terreno per mandare eventuale acqua in eccesso in un serbatoio. "Vediamo se è rimasto in fondo". Titubante, infilò la mano sinistra nel buco e iniziò a cercare a tentoni: all'interno del tubo c'erano delle sporgenze, quindi la vite poteva non essere in fondo al serbatoio, ma ferma su una di quelle.

Ad un certo punto a Luke sembrò di vedere con chiarezza il punto in cui si trovava la vite, come se avesse avuto stampata nella mente una mappa precisa del tubo, completamente illuminato. Non sapeva come né perché, ma in qualche modo sentiva che l'oggetto da trovare era esattamenre in una certa posizione.

"Credo che sia sulla nona punta" dichiarò.

Leia sollevò le sopracciglia. "Dovresti aver messo tutto il braccio sottoterra per saperlo, non una mano" disse. "Come fai a dirmi che è sulla nona punta? Vuoi prendermi in giro?".

"Perché dovrei prenderti in giro? È lì e basta" rispose il fratello.

"D'accordo, d'accordo. Spostati e fammi vedere".

Luke sfilò la mano, non senza fatica, e si spostò di lato mentre Leia provava a raggiungere la vite a sua volta.

Aveva appena messo la mano nel tubo quando, come per magia, si ritrovò qualcosa di metallico tra le dita. Evidentemente suo fratello si era preso gioco di lei, perché non aveva raggiunto la nona punta, anzi, a malapena la seconda. Anche se, in realtà, non aveva nemmeno sfiorato una di quelle sporgenze. Cos'era successo, esattamente? La vite era appena volata spontaneamente nella sua mano, non c'era altra spiegazione.

Non sapendo che anche Luke aveva appena vissuto un'esperienza data dalla Forza (come era stata la sua), la ragazzina si alzò in piedi trionfante.

"Nona punta, eh?" disse. "Sei proprio scarso".



Ho sconfitto (forse) il blocco dello scrittore!!! Finalmente ho una gioia in questo periodo schifoso.
Voi come state? Spero bene.
Un abbraccio virtuale a tutti
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Lontano dall'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora