4,12 I Ribelli

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Dopo l'alterco che aveva visto protagoniste Leia e Padmé, il viaggio verso la base ribelle fu incredibilmente silenzioso. Fortunatamente le indicazioni per la rotta erano contenute nella memoria di R2D2, perché se Han avesse cercato di chiedere a Padmé dove si trovasse la loro destinazione sarebbe probabilmente rimasto ucciso.

I gemelli restarono quieti ai sedili dei passeggeri, scambiandosi solo parole occasionali ed evitando di nominare Obi-Wan, la Forza, Vader o qualunque altra cosa. Entrambi avevano l'idea che senza un maestro avrebbero dovuto rinunciare a diventare Jedi, ma non ne parlarono; preferirono intrattenersi in brevissime conversazioni d'occasione con Han, che in realtà non era così burbero come appariva.


La quarta luna di Yavin apparve di fronte a loro dopo mezza giornata di navigazione nell'iperspazio, verde ed azzurra, bella, così diversa dalla palla giallastra e polverosa che era Tatooine. Gli specchi d'acqua si vedevano anche dall'alto: su quel piccolo satellite doveva esserci più vita di quanta Luke e Leia ne avessero mai vista.

Fu per una specie di miracolo che riuscirono a trattenere esclamazioni infantili di giubilo quando iniziarono a vedere la superficie della luna: alberi! Stavano atterrando nel cuore di una foresta, un tipo di ambiente che le loro menti faticavano anche solo ad immaginare.

Man mano che il Falcon planava verso la superficie, le meraviglie crescevano in numero: a bocca aperta i gemelli videro avvicinarsi la sagoma piramidale di quello che sembrava un edificio religioso primitivo, avvolto e in parte celato dalle piante.

"Leia, guarda" disse Luke a bassa voce, come se avesse paura di disturbare Han. "Dici che è là che stiamo andando?".

"Penso di sì" sussurrò Leia. "È bellissimo, no? Forse abiteremo qui".

E tra le loro parole stupite il Millennium Falcon finalmente atterrò, prima librandosi dolcemente a pochi metri dal suolo e infine posandosi con eleganza di fronte a un'apertura nel tempio che pareva una gigantesca bocca.

"Ah, finalmente" sbottò Han, togliendosi i guanti sgualciti che usava per pilotare. "Scendete pure, siamo al capolinea. Vi cercherò per salutarvi quando avrò le idee chiare su dove sia la mia ricompensa".

"Non si preoccupi per la sua ricompensa. Se ama soltanto il denaro riceverà solo quello, stia tranquillo" disse acida Leia.

"Senta, io non sto qui per la sua rivoluzione e non sto qui per lei, principessa" replicò Han. "Io m'aspetto di essere ben pagato. Io sto qui per i soldi".

"Mi domando se lei tenga realmente a qualcosa... o a qualcuno" continuò la ragazza. "Scendiamo da questa bagnarola, inizia a girarmi la testa".

Luke scoccò a Han un mezzo sorriso vagamente imbarazzato e alzò la mano in segno di saluto, poi si affrettò a correre dietro alla sorella perché non scendesse da sola. Era ormai all'inizio della rampa d'uscita quando si ricordò che sua madre doveva essere rimasta a bordo, ma appena gli venne questo pensiero vide che Padmé era già scesa dal veicolo. Stava, in effetti, parlando con una donna alta vestita di bianco come se fossero amiche da una vita.

"Si conoscono?" chiese Luke a Leia, sottovoce, mettendosi in piedi di fianco a lei in fondo alla rampa, finalmente con i piedi sul suolo di Yavin IV.

"Si sono appena abbracciate" sussurrò la ragazza. "Lei si chiama Mon Mothma, è una importante. E pare che anche la mamma lo sarà presto".

"Comunque" continuò Luke "Han l'hai proprio distrutto. Mi domando se si farà vedere ancora in giro dopo che l'hai demolito così".

Leia sorrise compiaciuta. Stava per rispondere qualcosa quando fu interrotta da un uomo dai capelli neri in tuta arancione che si piazzò davanti a loro con tutta l'aria di una guida turistica.

"Buon pomeriggio" disse quello che evidentemente era un pilota. Era un po' più alto di Luke e sembrava avere circa trent'anni; nonostante l'età ancora giovane aveva qualche piccola ruga sulle guance, ma il sorriso era quello di un bambino.

"Mi chiamo Wedge Antilles, sono un pilota della Squadriglia Rossa" esordì. "Mi è stato chiesto dal vicerè Organa - ora, beh, è morto - di accompagnarvi a fare un giro della base e di mostrarvi i vostri alloggi, che ovviamente avrete modo di usare se e solo se l'Impero non ci spazzerà via domani mattina. Poi cercheremo di trovarvi un impiego. Prego, seguitemi".

Luke e Leia si scambiarono un'occhiata confusa e alzarono le sopracciglia in perfetta sincronia mentre si accodavano ad Antilles dando un'occhiata alla madre - quest'ultima era ancora impegnata in una conversazione, ma fece loro segno di andare. La leggerezza con cui il pilota aveva parlato di morte e distruzione aveva spiazzato i due ragazzi, che non avevano mai sentito nessuno dire che la sua casa poteva essere spazzata via da un giorno all'altro con lo stesso tono che si usa per ordinare un caf. Era strano, ma probabilmente dovevano abituarsi.

Seguirono quindi Wedge attraverso ampi hangar e lunghi corridoi, anche se sarebbero stati decisamente più felici con una camminata nella foresta. Ma adesso erano in guerra, e dovevano mettersi in testa che la guerra non era un gioco.

Si concentrarono allora sui nomi delle numerosissime squadriglie, sui simulatori di volo che presto avrebbero provato, sulla complessa organizzazione delle truppe, sui gradi militari, sulle vie di fuga, sui protocolli. Rimasero più che sbigottiti quando Wedge, con la consueta tranquillità, raccontò loro di una convenzione che prevedeva la non trasmissione di informazioni vitali fino al raggiungimento di un certo livello nelle gerarchie della Ribellione: lo scopo era che, in caso di interrogatori, non venisse rivelato nulla di importante.

"Capitano Antilles..." disse Leia con inusuale timidezza.

"Non ho questo rango, signorina Leia. Solo Wedge".

"Wedge..." riprese la ragazza. "La probabilità di finire in un interrogatorio è molto alta?".

"Solitamente l'Impero uccide subito i soldati semplici" spiegò l'uomo, questa volta più gentilmente. "Ma se raggiungerai un alto rango, la probabilità sarà più alta. Anche se ti posso garantire che, in tal caso, ogni persona che vedi camminare per questi corridoi sarà pronta a dare la vita perché tu non venga catturata".

Era una risposta decisamente ambigua - rassicurante da una parte, terrificante dall'altra - e questa volta la proverbiale parlantina di Leia non seppe dare risposte. La ragazza si limitò ad annuire, anche se un po' di colore era scivolato via dal suo viso abbronzato.

"Su, non ti prenderanno mai" mormorò Luke avvolgendo un braccio intorno alle sue spalle. "Non finché ci sono in giro io, almeno".

Leia scosse la testa, ma sorrise leggermente.

"Ora sì che sono tranquilla" ironizzò mentre si rimetteva in coda a Wedge.



Hello there! So che è passato un mese dall'ultima pubblicazione, ma è stato un mese di fuoco - come ho già detto, con il ritorno in presenza e gli esami che si avvicinano sono stata molto presa con la scuola. Perdonate anche eventuali refusi, è un capitolo scritto di getto. Detto questo, spero che vi sia piaciuto (è dall'inizio della storia che aspetto di poter inserire Wedge) e spero anche di riuscire a pubblicare il prossimo abbastanza presto. Voi, comunque, cercate di avere pazienza ^3^

Alla prossima!

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