Capitolo 1

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Cap. 1


Richmond - Agosto 1985

«Non voglio andare dalla nonna! E' noiosa!» sbottò il dodicenne Johnathan Carlton Graham, fissando malamente la madre che, imperturbabile, gli stava preparando lo zainetto.

«E' una brava persona, Johnny, non ricominciare. Solo perché ti chiede di non fare baccano con il tuo pallone, non vuol dire che sia noiosa» precisò Angelique sorridendo al figlio da sopra una spalla.

Il broncio si acuì sul volto color cioccolato di John, contornato da cortissimi riccioli neri e la donna, nell'inginocchiarsi accanto a lui, gli diede un buffetto sul mento nel tentativo di chetarlo.

«Dovresti essere onorato che proprio tu, tra tutti i suoi dieci nipoti, sia stato scelto per tenerle compagnia.»

«Che vuoi che ci sia di così divertente?» protestò con un mugugno il bambino, immaginandosi già il tè delle cinque e i biscotti alla cannella, che lui detestava.

Era una noia mortale starsene tutto compito al tavolo, ricoperto da una tovaglia di fine batista che mai avrebbe dovuto sporcare, a comportarsi da gentiluomo. Anche se poi poteva anche mangiare il gelato, quella cosa proprio non gli garbava.

«Non puoi pensare che tutta la tua vita debba essere necessariamente divertente. Ci sono cose che devi imparare e, visto che la nonna è una potente mamaloa(1), noi le dobbiamo il massimo rispetto. Lei ha detto che tu hai il potenziale per diventare un eminente houngan(2), e che vorrebbe pensare personalmente alla tua istruzione teologica. Non riesci a capire quale onore sia, per la nostra famiglia?» gli fece notare con fervore la madre, sorridendogli speranzosa.

«Mamma, ma a me non interessa nulla! Voglio giocare al pallone, non borbottare delle preghiere!» sbuffò spazientito John, intrecciando le braccia e fissandola con aria di sfida.

Angelique allora si rialzò, squadrò il figlio con espressione infelice e replicò: «Non sbeffeggiare la nostra religione a questo modo, figliolo.»

«Ma mamma! Sono solo sciocchezze! Usano delle bamboline e ci infilzano degli spilloni! Dai!» rise con falsa sicurezza John, sentendosi suo malgrado meschino a parlare a questo modo delle credenze della sua famiglia.

Lo sguardo della madre si fece ferito e, nello scuotere il capo, Angelique dichiarò: «Se credi che tutto quello che fanno vedere in televisione sia vero, allora non meriti l'aiuto di nonna Marianne. Non ne sei degno.»

Quell'ultima parola fece rabbrividire John che, reclinato colpevole il capo, iniziò a strusciare un piede a terra per poi mugugnare: «Insomma, mamy... c'est très difficile, tu ne crois pas?»

«Lasceremo decidere alla nonna, ma credimi... non è difficile solo per te, ma per tutti noi. I loa(3) sono sempre stati benevoli con la nostra famiglia, ma non so come potrebbero prendere questo tuo puntiglio.»

Angelique si fece ancor più scura in volto dopo aver proferito quelle parole e John, sempre più a disagio, giocherellò nervosamente con le mani, quasi volendo scomparire per non dover subire oltre lo sguardo materno.

«Non puoi pretendere che sia solo colpa mia!» cercò allora di difendersi il figlio, sentendosi comunque in soggezione di fronte alla mestizia della madre.

«Ognuno di noi porta il peso del proprio destino, John. Non accettarlo è un tuo diritto, ma dalla tua decisione verranno delle conseguenze. A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Così è in natura, così è nel mondo degli spiriti» gli ricordò Angelique, poggiandogli mesta una mano sul capo reclinato del figlio.

The Lady of Fire - Volume 3 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora