Capitolo 4

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Scavare buche lungo il perimetro basale del Kilauea, posizionando i nuovi sismografi a distanze prestabilite grazie a complessi calcoli su mappe orografiche, non era un lavoro che, normalmente, le sarebbe piaciuto fare.

Data la situazione di totale furia in cui versava, però, dare colpi di badile al terreno vulcanico, era un ottimo modo per calmarsi. O, per lo meno, per evitare di spaccare la testa a qualcuno in particolare.

Da quando in qua doveva rendere conto a qualcuno del suo modo di vestire? Se una persona non arrivava a capire che un abito non era indizio sufficiente per comprenderne un'altra, allora poteva andare all'inferno!

Proprio John, che la conosceva da anni, le aveva mosso una simile insinuazione! Dio, proprio lui!

Lo stimava fin da prima di conoscerlo di persona, e solo per la nomea che aveva tra i vulcanologi di professione. Quando poi aveva saputo che, una volta giunta al NOAA, avrebbe potuto lavorare al suo fianco, ne era stata entusiasta.

Il suo nome era sempre stato un vanto, tra i loro colleghi, e lei aveva accettato di lavorare per Big Mama anche, e soprattutto, per poter imparare da lui.

Quando infine lo aveva conosciuto, era rimasta suo malgrado ammaliata dalla sua sottile intelligenza e dal suo modo di fare così cameratesco.

Nel tempo si erano avvicinati, diventando amici sempre più legati tra loro e, più di una volta, Summer si era rivolta a lui quando le beghe di famiglia erano state troppo difficili da sopportare.

Aveva pianto sulla sua spalla, al funerale di Erin e, assieme a lui, aveva affrontato quei difficili mesi di distacco da una persona cara.

Quell'evento tragico le aveva riportato alla mente la perdita dei suoi genitori, e l'aiuto di J.C. era stato vitale per non cadere nell'abisso della disperazione.

Il fatto di vedersi, e frequentarsi, anche fuori dal lavoro, l'aveva spinta a illudersi che John fosse diverso dagli altri uomini, che avesse visto oltre il suo modo spassionato e allegro di vivere la vita.

Invece no, era tale e quale agli altri. Anche lui l'aveva giudicata una donna dai facili costumi, e solo perché non mascherava il suo corpo dietro falsi e ipocriti veli.

Un uomo poteva godere della vita, ed essere osannato per questo. Una donna, no. Lei, veniva denigrata perché bella ma, soprattutto, perché non nascondeva di esserlo.

Stupido mondo ipocrita e maschilista!

Lanciando uno sguardo omicida al di là dell'immensa caldera del Kilauea, che stava eruttando colate laviche rosso sangue, Summer imprecò tra i denti.

Un attimo dopo, afferrò il sismografo dalle mani di Mandy e lo fissò arcigna. Avendo un nome declinato al maschile, odiava anche lui, quel giorno, per quanto fosse sciocco e puerile ammetterlo.

Miranda, accaldata non meno della collega e non meno infuriata di lei, si scostò una ciocca castano scura dal viso e sbuffò.

«Se non fosse che dopo ce ne pentiremmo, non sarebbe male buttarli nella caldera. Ma poi, sai che casino con le autorità?»

Summer sogghignò sadica, grata che l'amica e collega avesse messo a parole ciò che anche lei stava pensando in quel momento.

«Siamo su un vulcano. Gli incidenti possono sempre succedere. Noi piangeremmo disperate la perdita dei nostri colleghi e, una volta tornate a Washington, festeggeremmo in privato.»

The Lady of Fire - Volume 3 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora