Capitolo 5

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Detestava le maschere antigas ma, più ancora, detestava le esalazioni di acido solforico emesse dalla bocca del vulcano che, a poche centinaia di iarde, vomitava colate laviche in continuazione.

Instancabile come un'ape operaia, il Kilauea proseguiva nella sua opera di distruzione e rigenerazione della terra, giorno dopo giorno, ormai da anni.

Laddove veniva bruciato qualcosa, nel giro di pochi mesi sarebbero cresciute nuove piante e, poco per volta, l'isola sarebbe cresciuta sotto i piedi degli hawaiiani, colata dopo colata.

Era un processo lento e veloce al tempo stesso.

Per le vite degli esseri umani, tutto si svolgeva con lentezza quasi esasperante ma, per l'isola, era un processo veloce, come se qualcuno avesse pigiato il tasto fast forward su uno stereo.

Passandosi una mano sulla fronte accaldata, i capelli stretti in una treccia ma che, ugualmente, la infastidivano in modo irritante, Summer ringhiò: «Odio prelevare campioni dalla bocca del vulcano. Con tutta me stessa.»

«Ringrazia il cielo di non doverlo fare sul Galeras in fase eruttiva. E' tutt'altra faccenda» ridacchiò a poca distanza John, armeggiando con una lunga pinza in acciaio rinforzato.

Una goccia di magma risalì dal fiume di lava incandescente, appiccicata alla pinza come una cozza allo scoglio. Con molta attenzione, l'uomo la riversò nel contenitore ignifugo prima di allontanarsi cautamente dalla zona di pericolo.

La donna lo imitò, prelevando un'eguale quantità di lava poco più avanti, in un canalone diverso.

Quella era sempre la parte più pericolosa e, pur se per lei contava quanto una passeggiata tra i boschi, era fin troppo conscia che, per i suoi colleghi, non era così.

Se uno di loro fosse finito nel fiume di magma, non ci sarebbe stato scampo alcuno, né possibilità alcuna di prestare aiuto. Le carni si sarebbero bruciate all'istante e il dolore sarebbe stato immane, mostruoso.

Anche con il suo potere, non avrebbe potuto fare nulla.

Certo, se la cosa fosse successa a lei, il tutto si sarebbe svolto in modo molto diverso. Lei si sarebbe limitata a nuotarci dentro per poi risalire a riva come se nulla fosse, ma non era certo un'esperienza che voleva intraprendere con dei testimoni al fianco.

Tutto considerando, quindi, era in ansia per le parole di Brigidh. Quale momento migliore per perdere qualcuno, se non cadendo in un fiume di lava?

Non era un caso se si era offerta spontaneamente di accompagnare John sul vulcano, mentre Amanda e Mike erano impegnati con i primi rilievi in 3D, offerti dai GPS montati un paio di giorni prima.

Aveva il terrore che potesse capitargli qualcosa e, indipendentemente dalla loro lite, lei doveva pensare a proteggerlo.

I suoi colleghi erano in zone più sicure, quindi sperava ardentemente che questo potesse bastare per tenerli lontani dal pericolo.

Per ogni evenienza, comunque, aveva pregato Autumn di tenerli sotto controllo.

Cosa le sarebbe costata quella consulenza, non era dato sapere, ma preferiva rimetterci personalmente piuttosto che sapere di non aver fatto abbastanza.

Camminando con destrezza su vecchie colate laviche di un bel nero lucido, lasciando definitivamente perdere quei torvi pensieri, Summer ne studiò le onde raggrinzite simili a rughe di un vecchio centenario.

The Lady of Fire - Volume 3 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora