Capitolo 9

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 9.


La prima cosa che Summer notò, al suo risveglio, fu la totale mancanza dei loa al fianco di John. La seconda, fu il suo umor nero.

Chiedendosene il motivo – fino alla sera precedente, tutto le era parso a posto – la donna sfiorò la spalla del suo compagno con gentilezza e, nel dargli un bacio sulla guancia, mormorò: «Ehi, campione. Tutto bene? Pronto per oggi?»

«Prontissimo» assentì lui, sorridendole a mezzo nel mettersi seduto.

I suoi occhi scuri, solitamente accesi da una fiammella di passione, quel mattino apparivano spenti quanto dolenti e, suo malgrado, Summer dovette far finta di nulla per non insospettirlo.

Come spiegargli quanto fosse semplice, per lei, comprendere i suoi stati d'animo?

Se fosse stata un Guardiano dello Spirito, avrebbe sondato la sua mente, così da comprendere da dove venisse la nebbia che gli aveva oscurato lo sguardo. Potendo solo avvertirne le sensazioni, dovette accontentarsi di quella sensazione di disagio, e domandarsi perché essa fosse nata.

Nel rivestirsi in silenzio, la vulcanologa preparò coscienziosamente il suo zaino, lo sguardo perennemente attirato dalla figura di John. Contrariamente al solito, però, non fu il suo amore per lui ad attirarla, ma altro.

C'era un'ombra, accanto a J.C., e non era quella prodotta dal suo corpo.

Aggrottando la fronte, la Guardiana espanse il suo potere per sondare l'aria attorno all'uomo ma, con prepotenza, venne rimandata al mittente senza tanti complimenti.

Mordendosi un labbro per non imprecare – il contraccolpo psichico era stato molto forte – la donna si chiese cosa fosse e, soprattutto, perché essa fosse comparsa improvvisamente accanto a John.

Non sei addentro al nostro mondo, sacerdotessa, perciò non occuparti di questioni di cui non conosci nulla!

Quel riverbero stentoreo le trapanò il cervello, obbligandola a passarsi una mano sulla fronte come per scacciare un principio di emicrania.

Chi diavolo era che la insultava a quel modo?!

Prima di tentare di importi su di me, presentati! Non amo confrontarmi con chi non conosco!

Sai benissimo chi sono, sacerdotessa del fuoco!

E fu a quel punto che Summer sgranò gli occhi, fissò l'amico e amante a occhi sgranati e, sgomenta, si rese conto di cosa fosse successo.

Quell'ombra... quella voce... era John!

Ma non l'uomo che lei amava, che era il suo Fulcro, che lei avrebbe voluto per sé fino all'ultimo giorno della sua vita.

No, quella era l'emanazione psichica delle sue paure, dei suoi rimorsi, del suo odio, e dio solo sapeva quanti ne aveva accumulati, negli anni!

Senza più i loa a proteggerlo da se stesso – ma dov'erano, poi? – l'ombra si era materializzata in tutta la sua forza e ora, simile a uno squalo pronto a colpire, gravitava attorno a John tenendola a distanza.

«John... stai bene?» gli domandò ad un certo punto lei, uscendo dalla stanza per raggiungere quella di J.C. e recuperare il suo zaino.

«Ma certo. E' la seconda volta che me lo chiedi. Ho forse qualcosa in faccia?» le domandò lui, sorridendole.

Summer faticò a non fremere di paura.

L'ombra mutò, divenne enorme e sguainò zanne degne di una tigre mentre, imperiosa, la fissava dall'alto come desiderando divorarla in un sol boccone.

The Lady of Fire - Volume 3 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora