Dopo una lunga e strepitosa vacanza passata con i miei amici, era arrivato il momento di tornare al lavoro.
Fortunatamente però, al mio fianco c'era Connor: mio socio e migliore amico sin dall'infanzia.Mio padre e il padre di Connor, Paul, decisero di aprire l'atelier quando erano davvero molto giovani, ancor prima di conoscere le nostre madri.
Mia madre, wedding planner, conobbe mio padre quando accompagnò la mamma di Connor a scegliere il vestito che avrebbe messo al matrimonio di sua sorella.
Col passar del tempo, si crearono due storie d'amore da cui siamo nati noi.-
Quella mattina ero stranamente in orario, infatti appena arrivai in atelier mia madre, la quale era seduta alla 'reception', mi guardò meravigliata.«Wow, mi stupisci sempre di più tesoro! Prima volta in 24 anni che senti la sveglia.»
Le porsi il caffè, che avevo comprato prima di andare al lavoro, sorridendo: «abbiamo due persone in meno, visto che papà e Paul sono a Milano, quindi devo darmi da fare.» le stampai un bacio sulla guancia, prima di andare in ascensore e salire al piano su cui si trovava il mio ufficio.
Prima di andare nel mio ufficio però, dovevo portare a Connor il caffè che avevo preso per lui.
«Buongiorno socio.» dissi porgendogli il caffè, sorridendo.
Connor aveva 4 anni in più di me, precisamente 28 anni; Era alto, fisico abbastanza scolpito, i capelli di un biondo scuro, occhi azzurri e delle labbra carnose. Insomma, il classico tipo per cui tutte sbavavano.
«Buongiorno Megan, grazie.» Mi sorrise, sporgendosi aldilà della scrivania per stamparmi un bacio sulla guancia.
«Allora, come l'hai preso il rientro al lavoro?» chiesi, sedendomi su una delle due poltrone di fronte a lui.
«Abbastanza bene, anche se preferirei tornare in vacanza. Ma cosa ci possiamo fare, è il nostro dovere.»
«Guarda il lato positivo, non siamo costretti a fare da candela ai ragazzi» risi, guardandolo fare lo stesso.
«Io ancora non ci credo che un gruppo di ragazze e ragazzi single si sia trasformato in un gruppo di coppie.» Scosse la testa, ridendo ancora.
Rimanemmo a parlare ancora per un po' ma poi fui costretta ad andare nel mio ufficio ed iniziare a lavorare.
—
Dei colpetti alla porta mi fecero sollevare lo sguardo dal disegno di un vestito a cui stavo lavorando da ore. Quest'ultima si aprì prima che potessi aprir bocca per dare il permesso a chiunque fosse stato ad entrare.Connor entrò nell'ufficio chiudendosi la porta alle spalle.
«Hey» si avvicinò alla scrivania, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni neri che indossava quel giorno, «disturbo?»
Scossi la testa, riponendo poi il disegno in una cartellina che ne conteneva altri.
«No, tranquillo, ho appena finito.»
«Pranzi con me?» mi chiese, accennando un sorriso.
Guardai l'orologio, capendo che avevo totalmente perso la cognizione del tempo fino a quel momento.
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ℑ 𝔫𝔢𝔢𝔡 𝔶𝔬𝔲
RomanceEra sempre stata indecisa sul suo futuro, anche perché non programmava nulla. È così che, Megan Moore, dopo aver intrapreso la carriera di stilista, si ritrovò ad essere la direttrice dell'atelier. Però non era la sola a dirigere l'agenzia. Era affi...