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Quella notte non chiusi occhio. Pensavo e ripensavo alle parole di Sebastian.
"Tu e Connor siete un po' troppo vicini, secondo me dovreste prendere le distanze."
Come poteva chiedermi una cosa del genere pur sapendo quanto era importante per me Connor? Non potevo allontanarlo così da un momento all'altro, e soprattutto, non volevo.

Il giorno dopo avevo il cellulare pieno zeppo di notifiche da parte di Sebastian. Aveva provato a chiamarmi, mi mandava messaggi in cui si scusava e mi diceva che si era espresso male.
Lo avevo ignorato semplicemente, senza rispondere a nessuna delle sue chiamate o messaggi.

Arrivai in ufficio con largo anticipo, ancor prima che arrivasse mia madre e Connor. Iniziai subito a lavorare sperando che almeno quello avrebbe aiutato a distrarmi.
Avevo intenzione di terminare i disegni della collezione di abiti da sposa che volevo realizzare; sistemai tutto l'occorrente sulla scrivania, mettendomi poi all'opera.

Dopo circa un'ora mi allontanai dai fogli, distribuendoli uno accanto all'altro, così da avere una totale visione di tutti i disegni che avevo creato.
Un sorriso crebbe sulle mie labbra mentre guardavo il frutto del mio duro lavoro.

«Finalmente!» tirai un sospiro di sollievo, sorridendo.

Mi alzai dalla sedia e posai tutti i disegni in un raccoglitore rosso.
La porta dell'ufficio si aprì lentamente e aldilà di essa spuntarono due teste che mi rivolsero degli sguardi stupiti.
Non le avevo notate fino a quando una voce familiare pronunciò il mio nome per attirare l'attenzione.

«Megan» alzai il viso quando riconobbi la voce di mia madre, «ti senti bene?»

«Benissimo!» esclamai sorridendo.

«Ma sei sicura?» intervenne Connor, «insomma, sei arrivata molto prima di noi. Charlie ci ha detto che sei qui da almeno un'ora.» disse, scambiando uno sguardo stupito con mia madre.

Raccolsi il raccoglitore rosso, feci il giro della scrivania per poi poggiarmi sulla parte anteriore di essa, così da essere più vicina ai due.
Porsi loro il raccoglitore con un grande sorriso sulle labbra.

«Sto bene.»

Connor prese quest'ultimo dalle mie mani, leggendo silenziosamente la targhetta bianca sulla copertina. Il suo sguardo si alternò per un paio di volte da me e dal raccoglitore.

«Hai finito i disegni?» Un sorriso crebbe pian piano sulle sue labbra, mentre sfogliava i disegni.

Annuii incrociando le braccia al petto e non riuscendo a togliermi quel sorriso dalle labbra.

Passò il raccoglitore a mia madre, per poi correre ad abbracciarmi. Allacciai le braccia dietro il suo collo, lui ne approfittò per avvolgere le braccia attorno al mio busto e alzarmi da terra di qualche cm.

«Sono così fiero di te, Meg!» sussurrò stringendomi forte a sé.

La voce stupita di mia madre mi spinse a portare gli occhi su di lei.
«Sono stupendi, tesoro!» infilò una mano in borsa ed iniziò a frugarci dentro fino a quando non trovò il suo cellulare, il quale tirò fuori. Fece delle foto ai miei disegni.

«Devo mandarle subito a tuo padre, sarà contentissimo di vedere  quanto sta lavorando duro la sua bambina.» disse scuotendo la testa, mentre un sorriso cresceva sulle sue labbra.

Connor mi rimise piano sul pavimento, staccandosi dall'abbraccio.

«Beh? Quando vuoi iniziare a fabbricarli?» mi chiese, guardandomi dritto negli occhi.

ℑ 𝔫𝔢𝔢𝔡 𝔶𝔬𝔲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora