QUARANTENA GIORNO 4

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DESCLAIMER IMPORTANTISSIMO: Mi sono dimenticata di farlo a inizio storia quindi mi preme farlo ora. Voglio ricordare a tutti che benchè sia una "real", questa è SOLO UNA STORIA.

Mi preme dirlo perché inevitabilmente si faranno riferimenti alla realtà, ma gli one direction non sono i miei migliori amici quindi ovviamente non conosco i loro sentimenti, sensazioni o vicissitudini fino in fondo.

Quindi, per essere chiari ed evitare discussioni o malumori in futuro: certe cose verranno prese dalla realtà, altre estrapolate, altre ancora verranno manipolate e adattate a fini di trama.

La maggior parte di tutto ciò invece sarà ovviamente inventato.

Perché questa è UNA STORIA DI PURA FANTASIA.

Detto questo, godetevi la lettura.

Bacini.


(Zayn)

"Ecco qui", disse Zayn porgendo a Niall una ciotola di zuppa di pollo.

"Ma io voglio le patatine", si lamentò il biondo.

"Niente patatine." Disse Liam entrando in cucina e sedendosi al grande tavolo di marmo. "Non sei ancora guarito, il tuo stomaco potrebbe non reggere schifezze, quindi mangia il tuo brodo."

"Il mio stomaco si ritiene offeso da queste malevole insinuazioni riguardo la sua resistenza."

Zayn alzò gli occhi al cielo, poggiandosi sul lavabo della cucina e incrociando le braccia. "Mangia quella maledetta zuppa, Niall."

Vide Liam trattenere un sorriso e Zayn senti una piccola morsa stringergli il petto.

Dopo tanti anni Liam era l'unico che riusciva ancora a sopportare i suoi modi da stronzo, l'unico che sembrava comprendere i suoi silenzi.

Quando aveva ricevuto la chiamata dall'ufficio legale non era sicuro di voler partire per prendere parte a quella riunione. Ma nell'ultimo periodo aveva deciso di cercare di rimettere in piedi la sua carriera e sapeva di aver bisogno di scendere a patti per le canzoni.

Quindi si era messo in macchina ed era partito, con la speranza che quel tormento finisse il prima possibile.

Adesso si trovava incarcerato con quella che una volta era la sua famiglia ma che ora era formata da quello che lo odiava, quello che lo voleva morto, quell'altro che sembrava sempre sulle spine quando erano nella stessa stanza e da Niall.

Niall, che non conosceva la parola rancore perché pensava che la vita andasse presa con leggerezza.

Che fosse troppo corta e troppo fragile per appesantirla con la rabbia.

Niall, che probabilmente era l'unica ragione per la quale lui ed Harry ancora non si erano messi le mani al collo.

Spocchioso ipocrita.

Si credeva migliore di lui.

Ma non lo era per niente.

Fu riscosso dai suoi pensieri da un sospiro di Liam.

Il ragazzo aveva uno sguardo triste e l'angoscia di quei giorni gli cerchiava gli occhi stanchi.

"Lee." Lo chiamò. Il ragazzo sobbalzò.

Ecco appunto.

Sulle spine.

Ma era anche colpa sua visto che quella era letteralmente la prima volta in quattro giorni che si rivolgeva a lui direttamente.

Trenta giorni in quarantena (1D/Larry/Ziam/Ot5)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora