QUARANTENA GIORNO 12

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(Harry)

"Vi ho fatto sentire come se foste un peso per me?"

Quella domanda precipitò in mezzo alla calma, come un fulmine.

La mano di Niall scivolò sulla chitarra con la quale stava strimpellando Slow Hands, producendo uno spiacevole accordo stonato.

Tranne Louis, si trovavano tutti sotto il porticato a godersi in silenzio la temperatura mite di un pigro pomeriggio di marzo quando Harry se ne uscì con quella domanda.

Era un dubbio che lo tormentava dalla rissa con Zayn.

In realtà era più una paura che gli aveva sempre sobillato la mente fin da quando, in quel lontano giorno del 2015, aveva accennato al bisogno di prendersi una pausa.

Riusciva ancora a ricordare la sorpresa nell'espressione di Niall e lo sguardo ferito di Louis, come se gli avesse appena dato una coltellata nel petto.

"Che cosa?!" Il tono scioccato di Niall risuonò nel porticato.

Harry alzò lo sguardo e si accorse che i tre lo stavano fissando.

Liam aveva ancora in mano, rimasta a mezz'aria, il tre di cuori che stava per scartare a Zayn, visto che stavano giocando a carte.

"Vi ho..." Harry deglutì con fatica, "mai dato l'impressione che foste un peso? Che mi bloccaste in qualche modo?"

"Harry." Liam lo chiamò con dolcezza. "No, assolutamente no." Dopo si girò a tirare un'occhiataccia a Zayn.

"Haz, te l'ho detto. Non pensavo niente di quello che ti ho detto l'altro giorno." Il moro scosse la testa. "Ho fatto lo stronzo di proposito, volevo solo provocarti." Ammise. "E ti conosco, Harry. Sapevo esattamente dove colpire. Mi dispiace tanto."

Il riccio annuì, non troppo convinto. "C'è chi lo pensa, però."

Niall sospirò e poggiò la chitarra a terra. "Ascolta, Haz." Iniziò. "Non ti mentirò. Quando quella mattina ci hai proposto la pausa ero sorpreso." Disse. "Ma solo perché io non ne sentivo la necessità, almeno non in quel momento." Harry incontrò i suoi rassicuranti occhi azzurri. "Ma poi, ci ho riflettuto e avevi ragione tu." Ammise. "E guarda dove siamo arrivati tutti quanti. Cosa abbiamo conquistato."

"Avevamo dato tutto." Si intromise Liam. "Avevamo dato tutto quello che potevamo dare, in quel momento." Disse. "Lo sai anche tu che si erano create situazioni ormai insostenibili. Non potevamo più rimanere con la Modest." Il viso si piegò in un'espressione di rabbia.

"Situazioni insostenibili" borbottò Harry, stringendosi le braccia al petto. "Tra cui quella tra me e Louis."

"Ammettiamolo: eravate un disastro." Sparò a zero Zayn, guadagnandosi un calcio ben assestato sugli stinchi da Liam. "Cazzo."

Harry fece un sorriso amaro. "Lo siamo ancora."

"Haz, qui il punto non è quello che crede il resto del mondo o quello che pensiamo noi" Disse Niall. "Ma quello che pensi tu."

"Non eravate un freno alle mie ambizioni." Chiarì Harry con la voce che tremava. "Cazzo, siete i miei migliori amici. Quello che abbiamo avuto insieme non lo cambierei con nulla al mondo." Disse. "Ma in quel periodo io mi sentivo..." si fermò, cercando le parole.

"In catene." Concluse Liam.

Harry annuì. "Avevo delle etichette addosso che non riuscivo a scrollarmi. Volevo solo capire chi fossi davvero, volevo solo imparare ad essere me stesso."

"Volevi solo essere libero." Disse Zayn. "Ti capisco, credimi."

Niall si alzò dalla poltrona e si sedette sul dondolo. Alzò la mano e gliela passò con tenera comprensione in mezzo ai ricci che stavano crescendo.

Trenta giorni in quarantena (1D/Larry/Ziam/Ot5)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora