Alle persone tristi.
(Liam)
Ore 12.32
"Hai intenzione di continuare a nasconderti come il topo di fogna che sei?" Il tono duro di Liam fece sobbalzare il cumulo di coperte scomposte che puzza di disperazione.
Una testa nera spuntó fuori quando lui apre le tende facendo entrare il sole nella stanza.
Due notti prima era andato da lui solo perché glielo aveva chiesto Harry.
Aveva buttato Zayn giù dal letto per medicarlo e scrostargli il sangue attaccato al viso, nel più completo silenzio.
Liam non voleva ascoltare niente.
Non voleva scuse, non voleva spiegazioni, non voleva starlo a sentire.
Era così arrabbiato con lui per quello che si era permesso di dire a Harry.
Dopo un giorno e mezzo che non lo vedeva uscire dalla stanza, la sua rabbia era addirittura aumentata.
Liam era sempre stato il papà del gruppo, una persona estremamente razionale, dai modi pacati, ma in quel momento uno strano prurito alle mani lo stava spingendo verso emozioni violente.
"Come?" La voce roca di Zayn lo riscosse dal pensiero.
In un gesto veloce e preciso gli tolse tutte le coperte da dosso e si rese conto, con una smorfia, che aveva addosso solo dei boxer neri.
Liam cercò di rimanere impassibile mentre una parte della sua mente pensava a quanto fosse ancora così terribilmente sexy.
Era ancora più bello dall'ultima volta che lo aveva visto nudo, più di cinque anni prima.
"Cazzo, Liam si gela." Imprecò sfilando un plaid dalle sue mani per metterselo sulle spalle.
"Hai intenzione di nasconderti qui ancora per molto?" La voce gli uscì meno ferma di quanto avesse voluto.
"Hai visto cos'è successo l'ultima volta che sono uscito?" Chiese con una punta di sarcasmo.
Liam prese un cuscino e glielo lanciò in faccia. "Mi hai rotto le palle con questo vittimismo di merda! Sei tu che arrivi, butti bombe in mezzo ad una stanza e poi ti scosti un minuto prima della deflagrazione! E a me e ad Harry tocca sempre il compito di rimettere in piedi la stanza."
Zayn ebbe la decenza di abbassare lo sguardo. "Mi dispiace."
"Davvero?"
Il moro lo guardò ferito. "Pensi che mi diverta?"
No."Onestamente inizio a pensarlo." Non era vero, ma voleva ferirlo.
Zayn si alzò così velocemente dal letto che Liam si sorprese che fosse riuscito a mantenere l'equilibrio.
Lo fronteggiò a pochi centimetri dal volto. "Che fai?" Chiese Liam, ironico. "Vuoi picchiare anche me?" Per nulla intimorito.
Sapeva l'effetto che quei due occhi d'ambra, che ad un tratto potevano diventare scuri come la notte, facevano sulle persone.
Pericolo.
Ma Liam Payne aveva poche certezze nella sua vita e non aveva alcun dubbio sul fatto che Zayn non gli avrebbe mai e poi mai fatto intenzionalmente del male.
Almeno fisicamente.
Lo guardò per istanti infiniti cercando nei suoi occhi risposte a domande che si poneva da molto tempo.
Vedeva rabbia, paura e diffidenza.
Ma non fu quel misto di sentimenti a colpirlo, quanto l'immensa solitudine che ci trovò, specchio triste di quello che spesso vedeva nei suoi di occhi, nella sua immagine riflessa.
STAI LEGGENDO
Trenta giorni in quarantena (1D/Larry/Ziam/Ot5)
Fanfiction*IN CORSO* -La mia priorità sarà sempre "Il fidanzato di papà" e, almeno fino a quando non sarà conclusa, questa seconda long avrà aggiornamenti sporadici.- Plot Larry ai tempi del COVID-19: La vecchia casa discografica richiama dopo anni tutti e ci...