QUARANTENA GIORNO 7

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25 Marzo 2020

(Zayn)

Quando quella mattina Zayn aprì gli occhi, i ricordi gli passarono davanti come un brutto film di serie B.

Ogni anno, il 25 di marzo, si chiudeva in camera, al buio, senza aprire nessun tipo di social e attendeva che quel giorno finisse presto.

Nessuno poteva immaginare quanto fosse stato difficile, cinque anni prima, prendere quel tipo di decisione.

Guardare quelli che erano i suoi migliori amici e dover dire loro addio.

Sentiva ancora sulle guance le lacrime di Liam che gli piangeva addosso con il viso incastrato nel suo collo.

L'abbraccio che gli aveva dato Louis, sussurrando che sarebbero sempre stati fratelli.

Il volto cinereo di Niall che era uscito dalla stanza sbattendo la porta.

All'inizio era quello che l'aveva presa peggio di tutti.

Salvo rientrare dieci minuti dopo in lacrime, pregandolodi ripensarci.

Harry gli aveva preso le mani in silenzio chiedendo soltanto: "Sei sicuro?"

Zayn aveva risposto semplicemente muovendo la testa perché non era più riuscito a parlare.

Era sicuro? Cazzo no.

No che non era sicuro.

Ma gli attacchi di panico erano diventati insostenibili.

I manager e la casa discografica li pressavano e spremevano così tanto che Zayn non sapeva come riuscissero ancora ad avere del sangue in corpo.

Non dormiva più.

Era diventato spaventosamente magro perché mangiava come un uccellino.

Cantare non lo divertiva più.

Quasi più nulla lo faceva.

Aveva resistito per i ragazzi ma, quando una sera si era fatto una striscia di coca di troppo, aveva capito di aver toccato il fondo.

Quello che era successo dopo, le cazzate che aveva fatto, tanto da essere riuscito ad allontanarli tutti, non le aveva programmate.

Affatto.

Non aveva programmato di volersi subito mettere a fare un album da solista.

Né di insultare pubblicamente il suo migliore amico.

Neanche di fare lo stronzo lasciando Perrie con una telefonata in aeroporto.

A ripensarci adesso, tutto quel periodo, era stato solo un enorme buco nero di stronzate e bugie.

Era debole, era fragile e si era lasciato abbindolare da una libertà ritrovata e manipolare da chi aveva deciso di approfittare di quella situazione.

Dopo, non era riuscito più a uscirne con dignità.

Si alzò con fatica quando il sole era già alto.

Doveva essere ora di pranzo perché sentiva voci e rumori provenire dal resto della casa.

Il discorso di Niall la sera prima, lo aveva colpito e si era ripromesso di provare a migliorare le cose.

Era la sua ultima possibilità.

Così, decise di uscire dalla stanza, sperando di non rischiare la vita con Harry in giro.

Quando arrivò nel grande salone, si accorse che i rumori che sentiva provenivano dalla televisione.

Trenta giorni in quarantena (1D/Larry/Ziam/Ot5)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora