QUARANTENA GIORNO 5

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(Louis)

"Sei sicura che state tutti bene?" Chiese Louis.

Sua sorella alzò gli occhi al cielo dall'altra parte dello schermo. "Per la centesima volta, sì. Stiamo bene. Non ti preoccupare per noi."

"Io sono sempre preoccupato per voi." Chiarì il ragazzo.

"Beh, smettila. Io sono adulta e vaccinata, le gemelle stanno crescendo e i piccoli sono più in gamba di quanto eravamo noi alla loro età."

"Anche Fizzy era grande." Non riuscì a impedirsi di dire, abbassando lo sguardo. "Eppure aveva bisogno di me e io non ero là." Non intendeva aprire l'argomento. Non ne parlavano quasi mai in famiglia; il dolore era ancora troppo feroce ma in quel momento averli tutti lontani, in un posto che non avrebbe potuto raggiungere prima di un mese, là, dove non poteva aiutare né essere utile in caso di bisogno, lo stava facendo entrare nel panico.

Alzò lo sguardo e si accorse degli occhi pieni di lacrime di Charlotte. "Lottie..."

"Sai che non è colpa tua quello che è successo a Fizzy, vero? Lo sai? Hai fatto tutto quello che potevi, per lei." Le lacrime solcavano le guance rosse della sorella.

Louis scosse la testa, non doveva aprire l'argomento, non poteva dire come si sentiva. "Mi dispiace, piccola. Non piangere. Non avrei dovuto dirlo. Solo che sono lontano e mi sento impotente."

Furono interrotti da una testolina rossa e riccia che spuntò davanti allo schermo. "Boooo." Urlò Doris agitando le braccia in segno di saluto. "Stai bene, Boo?"

L'angoscia lasciò il corpo di Louis mentre la sua sorellina gli sorrideva, nel modo puro e sincero dei bambini. "Ciao polpetta. Dovrò stare qui ancora un po'." Disse. "Ma starò bene. Tu fai la brava, mi raccomando."

La piccola annuì facendo ballare i ricci. "Sei lì insieme allo zio Harry?"

A Louis mancò il fiato e dovette deglutire un paio di volte prima di riuscire a rispondere. "Sì, è qui anche lui."

Doris era la sorella che più era affezionata a Harry.

Erano anni che non lo vedeva di persona ma lui sapeva che Lottie, ogni tanto, la faceva parlare con il riccio al telefono.

"Lo puoi chiamare? Lo voglio salutare. Gli devo dire che mi piacciono le nuove canzoni!" Gli occhi della bambina splendevano di gioia e speranza.

Lottie, dietro di lei, aveva un'espressione tra il triste e il preoccupato.

A Louis tremava la voce quando dovette inventarsi una cazzata. "Polpetta, Harry ora sta dormendo, era un po' stanco dopo pranzo."

"Oh." Gli occhi di Doris si fecero tristi.

Uno stronzo.

Era uno stronzo.

"Non fare quella faccia, Doris. Te lo saluto io. Magari nei prossimi giorni ti chiamo quando è sveglio così te lo passo." Probabilmente non sarebbe mai accaduto ma stava cercando di prendere tempo.

Doris sorrise di nuovo. "Okay. Digli che gli voglio tanto bene." Disse. "Voglio tanto bene anche a te, Boo."

"Anche io ti voglio bene, polpetta." Rispose un secondo prima di vedere Doris sparire dall'inquadratura.

Lottie e Louis rimasero a fissarsi per diversi minuti in silenzio.

Louis conosceva quello sguardo. "Sto bene, Lots."

La sorella scossa la testa. "Louis..." il tono esasperato.

"Charlotte." Disse duro.

"Non chiamarmi Charlotte." Ringhiò. "Non stai bene, non prendermi per il culo. Stavi per scoppiare a piangere appena Doris lo ha nominato."

Trenta giorni in quarantena (1D/Larry/Ziam/Ot5)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora