Capitolo sette: "Let's go to the party!"

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ANDER

«Mi trovavo da queste parti e ho pensato di venire a salutarti»

Ma come ho potuto dire veramente una cazzata del genere?

«È da quando ti ho visto per la prima volta che non smetto di pensare a te»

Questo.
Cazzo.
Questo dovevo dire.

Pensavo di aver capito come ci si comportasse con le ragazze ma con Natalie sembra tutto così difficile.

Dentro di me si agitano emozioni che non riesco a comprendere fino in fondo. Una certezza, tra tanti dubbi, è che non riesco a smettere di pensare a lei neanche un secondo. Dal giorno in cui l'ho incontrata per la prima volta, ogni notte cerco di escogitare un piano per avvicinarmici. Sono riuscito, a fatica, a chiederle di uscire. A dire il vero l'ho invitata ripetutamente, ma al mio pungente bisogno di conoscerla, lei ha opposto un incerto e costante "no". Tuttavia la sua è solo una maschera, perché il giorno in cui si è presentata nel mio appartamento è scattata una scintilla tra noi e la barriera che aveva costruito per proteggersi ha cominciato a sfaldarsi.

Voglio andare alla festa e vedere il 'qualcuno' che l'accompagnerà; sono curioso di vedere se è alla sua altezza.

Ma che dico? ...mi viene da ridere.

Nessuno è alla sua altezza, neanche io lo sarei.

«Ehi amico!» Marcus mi chiama distogliendomi dai pensieri.

È da almeno dieci minuti che sono sul balcone a fumare una sigaretta, appoggiato alla ringhiera mentre fisso il vuoto. Dopo l'ultimo tiro della camel mi volto verso Marcus, che per la festa di stasera ha indossato una camicia celeste e dei pantaloni bianchi; in questo momento è in salotto e si agita con la stessa euforia tipica di chi ha bevuto una Red Bull.

«Che te ne pare? Riuscirò a conquistare qualcuna stasera?» mi domanda per poi fare un tiro dalla sigaretta elettronica. Punta su di me i suoi occhi verdi, curioso di ascoltare ciò che ho da dire.

«Farai scintille!» lo prendo in giro rientrando in casa.

«Quando la smetterai di fumare quella merda?» domando disgustato mentre metto le scarpe. «E soprattutto quando la smetterai di impuzzolirmi casa?» gli do uno scappellotto mentre cammino verso la mia camera da letto.

Non capisco cosa ci trovi la gente nel fumare quella roba piuttosto che una normale sigaretta, con il suo odore di tabacco che ogni volta ti inebria le narici.
Secondo me non c'è cosa più bella.

«Mai amore mio» ridacchia sistemandosi il colletto della camicia. «Vieni così alla festa?» mi chiede successivamente.

«Che c'è di male?» aggrotto le ciglia e mi guardo allo specchio. Ho messo una camicia bianca coreana di lino, un paio di jeans neri e degli stivali.

«È solo che il Monkey è un locale alla moda...»

«Oh andiamo! Cosa vuoi che me ne freghi?» lo interrompo mentre indosso la cinta per bloccare i jeans che mi vanno leggermente larghi.

Alza gli occhi al cielo. «No.. è solo che se vuoi rimorchiare, secondo me vestito così non fai proprio niente amico!» trattiene una risata e incrocia le braccia al petto.

«Dici sul serio?»
Non mi è mai importato niente del pensiero degli altri, ho sempre fatto come mi diceva la testa, e mi sono sempre sentito a mio agio vestendo sportivo. Ma questa sera voglio essere perfetto, voglio che Natalie si accorga di me.

Marcus fa una smorfia e capisco che devo cambiarmi, ma mentre sto per spogliarmi un doppio suono di clacson ci avvisa che Nora e Jack sono arrivati, quindi decido che non c'è tempo per cambiare outfit.

Quando dai all'amore una seconda chanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora