NATALIE
La mattina seguente arriva troppo in fretta. Mi sveglio all'alba a causa dei raggi del sole ancora fiochi che penetrano dalla finestra tuttovetro del salotto. Mi sembra di non aver chiuso occhio per tutta la notte ma per fortuna è domenica, quindi posso dormire tutto il giorno. Io e Ander abbiamo parlato un sacco ieri notte e ci siamo addormentati sul divano, ma questo è talmente piccolo che mi chiedo come sia potuto accadere. Ander è steso a pancia in su e io sono al suo fianco, con la testa sul suo petto e la schiena schiacciata contro lo spalliera del divano. Riesco a sentire il profumo della sua pelle e il battito calmo del suo cuore.
Mi tiro leggermente su per osservarlo meglio e mi domando come riesca a dormire con questa luce. Ha il labbro spaccato e i lividi sulle guance sono più evidenti rispetto a quando l'ho visto l'ultima volta, poche ore fa. Ripenso al nostro secondo bacio e il cuore mi schizza fuori dal petto per la gioia di aver dato ascolto alle mie emozioni ed essere riuscita a fidarm di qualcuno diverso da me, non pensando al fatto che baciare Ander, di nuovo, avrebbe potuto indebolire le mie difese, far crollare le barriere che avevo innalzato negli ultimi tempi per non soffrire un'altra volta.
Sento ancora il peso della mano di Jackson sul mio viso e improvvisamente la ferita sulla guancia mi brucia, ma non è l'unica cosa che fa male. Se il dolore fisico certamente non è piacevole, quello che sento dentro è indescrivibile. Vorrei girare la manopola per tornare a ieri sera e cancellare l'accaduto, ma purtroppo mi rendo conto che non è possibile. Faccio attenzione a non svegliarlo mentre cerco di alzarmi per bere un po' di acqua; non bevo da non so quante ore ormai e ho la gola secca. Ander emette un mugolio e mi afferra il polso, facendomi sobbalzare per lo spavento.
«Scusa...» bisbiglia e mi tira a sé, lasciandomi un tenero bacio sul naso. Fa fatica ad aprire gli occhi a causa della luce del sole che in modo invadente illumina la stanza.
«No, non preoccuparti... volevo solo andare a prendere un bicchiere di acqua» cerco di nascondere l'imbarazzo che il suo gesto mi ha procurato.
Immediatamente mi dimentico di avere sete e preferisco appoggiare la testa sul suo petto, non riuscendo a pensare a nessun altro posto che sia migliore di questo.
«Come ti senti?» mi domanda.
«Così, così...»
«Ti gira la testa?»
«No» mormoro con un filo di voce mentre mi lascio cullare dal tocco delicato della sua mano tra i miei capelli.
«E la ferita sulla guancia? Ti fa male?»
Scuoto la testa e strozzo una risata con un colpo di tosse.
«Natalie, sei sicura di stare bene?»
Mi tiro leggermente su e lo guardo negli occhi, ridendo di gusto. «Sì, sì, sì, sì» gli ripeto. «Quante altre volte vuoi che te lo dica? Perché se necessario, posso continuare all'infinito.»
Ander sorride e le fossette gli spuntano sulle guance. Mi afferra dalla nuca per poi avvicinarmi a sé e stamparmi un tenero bacio sulle labbra, facendomi tremare. Non appena si allontana respira profondamente e con il pollice accarezza teneramente la garza sul mio viso.
«Cosa c'è?» Lo guardo accigliata.
«Non so, Natalie. È che quel bastardo...» fa una pausa. «Volevo dire, Jackson... non mi convince per niente.» Fissa il vuoto di fronte a lui.
«In che senso?» Mi metto seduta sul divano.
«Nel senso che secondo me dovresti denunciarlo. Ha avuto il coraggio di darti un pugno, cazzo! E poi è scappato, come un codardo! Se solo fosse qui, ora, non immagini neanche che cosa gli farei!» ringhia alzandosi in piedi. «Chi mi dice che oggi pomeriggio, domani o tra una settimana, lui non torni qui a farti del male... di nuovo?»
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Quando dai all'amore una seconda chance
ChickLitPRESTO DI NUOVO SU WATTPAD Natalie Johnson ha diciannove anni, frequenta l'università di Yale e dopo aver ricevuto una grande delusione amorosa non riesce più a fidarsi degli uomini. Nonostante tutto Natalie non smette di credere nell'amore eterno...