02 - La Sacerdotessa

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Esprimete in modo chiaro ciò che volete sapere. Se siete puri, lei vi dirà la verità. In caso contrario, vi dirà una bugia. Saprete distinguere l'una dall'altra se sarete onesti con voi stessi.

(Dai Tarocchi di Paolo Barbieri)

"Malfoy?" Hermione non capiva. Il ragazzo non stava rispondendo eppure era lì e sembrava essere rannicchiato su se stesso. Il suo primo impulso fu di andarsene. Respirò. Il vento le portava i capelli davanti al volto e li faceva intrecciare uno all'altro. Si ricordò perché odiava la torre di astronomia. Si ricordò anche perché aveva impulsi incontrollabili di tagliarsi i capelli.

Tirò fuori la bacchetta e si avvicinò in modo cauto. Malfoy stava tremando ed Hermione subito pensò a cosa potesse essergli accaduto. Non sembrava magia.

"Via" la voce del ragazzo era quasi un rantolo, come se non riuscisse a parlare. In quel momento lei capì.

"Hai un attacco di panico?"

Malfoy non rispose, non era nemeno sicura che potesse sentirlo. Hermione conosceva bene, gli attacchi di panico, li aveva visti mille volte. Non sapeva che fare. Scappare? In fondo era quella Serpe, e in qualche modo si sarebbe ripresa. No. No. Poteva lanciargli un incantesimo calmante, per quella volta sarebbe andata bene. No. Sapeva benissimo che un incantesimo era solo un palliativo, la cosa fondamentale con il panico era saperlo gestire. Lo guardò un attimo. Il grande Draco Malfoy era in ginocchio, tremante, la bocca semi aperta come per dire qualcosa, gli occhi che la fissavano con disprezzo. Hermione sapeva che voleva parlare, che voleva insultarla, che però non ci riusciva.

Si avvicinò, senza toccarlo. Si mise seduta accanto a lui, prese un respiro profondo e iniziò quella cantilena che mille volte aveva fatto.

"Chiudi gli occhi"

Draco Malfoy la fissò senza accennare a fare come lei aveva detto. Intorno a lui tutto vorticava, iniziava a perdere i contatti con la realtà. Era vero? C'era veramente Hermione Granger davanti a lui? L'unica cosa che sapeva essere reale era una macchia sul pavimento della Torre, l'unica cosa di cui fosse certo. Il resto poteva essere anche un sogno, un incubo.

"Chiudi gli occhi" ripeté la ragazza e, con sua grande sorpresa, Malfoy le ubbidì. In fondo, per lui poteva tranquillamente essere un sogno o un'allucinazione, tanto valeva seguirla.

"Chiudi gli occhi e dimentica il tuo corpo. Respira."

Il corpo di Malfoy ebbe un sussulto. Non ci riusciva, non ci riusciva, era tutto sempre più buio, tutto vorticava sempre di più, non si sentiva più le mani, le braccia, la bocca. Corpo. Quale corpo? Nulla era reale, non lui, non la Torrei di Astronomia, non Hermione Granger.

"Non... mani." riuscì a sussurrare. La gola era secca, le corde vocali spezzate.

Hermione Granger sapeva perfettamente cosa fare, anche se non gli piaceva per nulla. Avrebbe pensato dopo alle conseguenze, a quello che avrebbe dovuto subire, ai ricatti e alle minacce. Prese coraggio e gli prese le mani tremanti. Erano calde, umide di lacrime, appiccicose. Le labbra di lui livide, tremanti. Non c'era mai stato nulla di bello in un attacco di panico, questo lei lo sapeva bene. Anche il grande e orgoglioso Draco Malfoy sembrava un ammasso di macerie da buttare. Strinse le mani sulle sue, poi iniziò a pizzicarle piano e regolarmente.

"Senti il mio tocco? Hai le mani, non sono scomparse, ce le hai. Chiudi gli occhi, senti il ritmo dei pizzichi. Chiudi gli occhi. Ora ci sono solo io, non senti nulla, solo la mia voce. Concentrati sulla mia voce."

Hermione si era avvicinata al viso del suo nemico, gli stava sussurrando all'orecchio e quella vicinanza era la cosa più strana del mondo. Quel tocco era la cosa più strana del mondo. Eppure doveva rimanere concentrata, lucida, la voce una cantilena e le mani sempre a pizzicare le sue. Bastava un minimo errore e avrebbe dovuto ricominciare tutto dal principio.

Gli Arcani Maggiori [Dramione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora