Confidate nella vostra mente e nel vostro cuore. Quando agiscono all'unisono, state certi che non vi condurranno nella direzione sbagliata.
(Dai Tarocchi di Paolo Barbieri)
Non solo non era riuscito ad ottenere la Felix Felicis, non solo la pozione era stata vinta da Potter, le sue fottute carte dei Tarocchi lo prendevano in giro. Aveva mandato un gufo alla madre la sera prima e la risposta di lei ancora gli bruciava nelle vene.
Caro Draco,
Ovvio che quei Tarocchi dicono sempre la verità. Appartengono alla nostra famiglia da secoli, sono stati intrisi di magia antica. Spero possano darti la risposta che cerchi, anche se a volte all'inizio non ti piacerà. Sono uno specchio, ricordi? E a nessuno piace guardarsi per quello che si è veramente.
Narcissa Black.
Non aveva mai smesso di firmarsi Black, sua madre, anche se non ne aveva mai compresa la motivazione. L'unica cosa che sapeva è che, a colazione, aveva stretto i denti e ringraziato Hermione Granger, sfiorandole la spalla, e la sua mano non era bruciata. Non che si aspettasse altro, eppure era rimasto quasi sorpreso dal fatto che era stato normale. Una persona. Ma erano sciocchezze quelle che pensava, ed anche il suo gesto era stato sciocco, aveva attirato l'attenzione di troppe persone, nonostante ci fosse poca gente nella Sala Grande in quel momento. Gli era addirittura quasi sembrato che Silente lo guardasse e gli sorridesse. Silente. Non doveva pensarci.
Non era bruciato nemmeno quando, tremante, lei gli aveva preso le mani per calmarlo, come se non fossero nemici, chinandosi su di lui nonostante tutto quello che lui le aveva detto in ben sei anni.
Draco Malfoy si sentiva stanco, era sicuro che a 16 anni nessuno sarebbe dovuto essere già così adulto e, per la prima volta, non sapeva che direzione prendere, non era più sicuro di nulla. Lo era stato, sicuro, fino al giorno in cui gli era stato detto di uccidere, fino al giorno in cui non era stato posto uno sgorbio nero nel suo braccio. Si è sempre sicuri finché rimangono parole.
"Blaise?" chiamò il ragazzo che stava studiando davanti a lui. Le mani tremarono un po'. "Blaise?"
"Mhh, sto studiando. Capisco che tu hai un futuro brillante e diverso, ma io ci tengo alla scuola." rispose l'altro.
"Ti dirò la verità. E capirò se non mi vorrai più vedere."
Blaise alzò di scatto la testa. Allora c'era veramente qualcosa di grave. Annuì e si lasciò portare nella stanza delle necessità, lo studio avrebbe potuto aspettare.
L'odore di polvere permeava anche le pareti di quella stanza. Draco era lì, davanti a lui, le labbra serrate, pallido come non lo era mai stato. Ormai conosceva quella Sala come le sue tasche, eppure per la prima volta era stato quasi liberatorio andarci. Stava per fare una cosa orribile, era praticamente un tradimento.
"Prima, solo una cosa. Io non l'ho voluto. Non l'ho mai voluto, ma la mia famiglia... ne va della mia famiglia." il biondo ora tremava, Blaise non l'aveva mai visto in quelle condizioni.
"Draco, dimmi."
Non ricevette risposta, semplicemente, Malfoy alzò la manica della divisa. Sulla pelle candida del ragazzo campeggiava, pulsante e osceno, il Marchio Nero. Era stato un gesto d'istinto, nessuna preparazione, nessuna spiegazione dettagliata, solo quel marchio sulla sua pelle che per la prima volta mostrava a qualcuno che non fosse un Mangiamorte.
"Puoi dirlo a chi vuoi." disse soltanto.
"Posso dirlo a chi voglio? Vuoi essere ammazzato?" rispose Zabini.
"Magari. Sarebbe una liberazione."
Blaise Zabini stava cercando di metabolizzare quelle informazioni, nonostante sapesse, in qualche modo, che il peggio doveva ancora arrivare. Il suo amico, il suo migliore amico, era un Mangiamorte.
"Fermati. Cerchiamo di trovare una soluzione, non tutto è perduto, puoi sempre scegliere no?"
Draco Malfoy non rispose. No, non poteva scegliere, il suo destino era segnato. Eppure, c'era un eppure. Il motivo per cui l'aveva detto a Blaise, quella piccola luce flebile e stupida che continuava a danzargli nella testa, quell'idea, quella minuscola speranza che, alla fine, i Tarocchi avessero ragione.
Libertà, inizio, libero arbitrio, scelta, protezione...
Tutte parole importanti, come erano stati solo gli Arcani Maggiori a mostrarsi in quel periodo. E tutti sapevano che c'era una sola interpretazione: tanti auguri con la tua ricerca, stronzetto.
"Io non lo so Blaise, o divento un assassino e decreto la fine del mondo magico, oppure vengo ucciso, e altri lo faranno per me, oppure mi oppongo, ma tradirei la mia famiglia."
"Oppure ti opponi e salvi la tua famiglia." rispose l'altro Serpeverde.
"Come?" gli occhi di Draco era un misto di rabbia e di speranza.
Come.
Alla fine della chiaccherata, forse c'era veramente una speranza.
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"Non lo dirò a Ron, se è questo che ti preoccupa, ma ritengo di meritare una spiegazione rispetto a quello che ho visto questa mattina, e durante la lezione di Pozioni." Harry la trascinò in un angolo della Sala Comune.
"Non ce l'ho una spiegazione. Quando gli ho riportato la carta, aveva un attacco di panico, l'ho aiutato a calmarsi, e poi sono successe delle cose che non posso dirti perché riguardano persone a cui ho fatto promesse, quindi Malfoy mi ha parlato a Pozioni e non lo so perché ha deciso di ringraziarmi così, in pubblico." rispose Hermione, accendendosi una sigaretta. Nella Sala Comune, nessuno le avrebbe detto nulla, sia perché era Prefetto, sia perché molti dei Grifondoro stavano fumando in quel momento e lo dovevano a lei, che non bloccava, anzi copriva, quel commercio illegale.
"Non mi piace questa cosa." rispose il suo amico "ma so che sei una persona razionale, quindi mi fiderò."
"Harry, potremmo iniziare a scoprirne di più su Malfoy, così che potrai anche vedere se è o non è un Mangiamorte come dici tu!" sapeva che tirare fuori quell'argomento avrebbe convinto il suo amico. Si sentiva un po' in colpa, come se lo stesse manipolando, ma aveva bisogno di spazio per muoversi, c'erano troppe cose in ballo, una magia troppo potente per essere controllata da maghi, una magia così antica che esisteva e basta, e si manifestava a pochissime persone.
A quanto aveva letto, a persone che avrebbero decretato l'andamento della storia. Il punto era, quindi, che Malfoy aveva un ruolo importante. E, a quanto pareva, anche lei.
In quel momento un gufo sfrecciò sopra la sua testa: era arrivato con grandissimi lamenti della Signora Grassa, che voleva solo far entrare un ragazzo Grifondoro. Una lettera venne poggiata tra le mani di Hermione.
Non era sicuro mandare questo a Ginny. Vieni nella stanza delle necessità. Porta lo Sfregiato e Ginny, se vuoi. Se porti Ginny, evita possibilmente l'altro Weasley, ci tengo alla mia incolumità. Ti aspetto, sono con il mio migliore amico.
B.Z.
Hermione diede la lettera a Harry.
"Perché Ginny?" fu la sua prima, scontata, domanda.
"Prova a indovinare perché invece che chiedere aiuto a voi io sia andata da lei, e perché Zabini mi manda dei gufi. Anche se questa volta non la chiamerò, oggi è il suo giorno a Hogsmeade." rispose lei "comunque niente di serio, non ti preoccupare, si annoiano e basta. Vogliamo andare? A Ron lo spiegheremo dopo, promesso."
Con un peso nel cuore, per motivi totalmente diversi, i due amici si avviarono di corsa verso la Stanza delle Necessità.
Nota autrice:
Ho l'ultimo esame della triennale l'11 maggio, quindi sono in studio matto e disperatissimo, scusate il ritardo!
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Gli Arcani Maggiori [Dramione]
Fanfiction"Essi sono uno specchio, non predicono il futuro ma ti fanno comprendere il presente" Hermione non ci aveva mai creduto, ma questa volta non riuscì a dire nulla e rimase a sentire cosa Malfoy aveva da dire.