06 - Gli Amanti

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Pur essendo cieca, lei è in grado di sentire. Ha avvertito cadere le piume del proprio amante che era tutto intento a cercarla. Lo chiama e lui risponde. Soltanto insieme si completano.

(Dai Tarocchi di Paolo Barbieri)


"Hermione, tutto bene?" Ron si girò verso di lei, toccandole il braccio dolcemente. "che sono tutti questi papiri, non i compiti vero?"

"No Ron, sono degli appunti sulla magia antica, per la questione dei tarocchi." rispose lei, raggruppandoli insieme e mettendoli in borsa.

"Non dovresti. E' Malfoy, cosa ti interessa?" si intromise Harry, scocciato "è stata una casualità e poi cosa dovrebbe volere un Mangiamorte da te?"

"Harry, ne abbiamo già parlato, Malfoy non può essere un Mangiamorte." rispose lei, scocciata. Anche se... no, era impossibile, era troppo piccolo. C'era però qualcosa che lo turbava, ma non poteva essere quello. "Comunque, come va con il ricordo di Lumacorno Harry?" la sua voce si era alzata di due ottave, guadagnandosi un'occhiata scettica da parte dei suoi amici.

"Sei troppo ossessionata da quel ragazzo Hermione, basta, che ti interessa? Comunque vorrei fermarlo oggi dopo la lezione, sperando che io sia fortunato."

"Non avrebbe potuto farlo Silente?" chiese Ron.

"No" rispose il ragazzo sopravvissuto "già una volta gli ha dato il ricordo sbagliato, evidentemente non vuole che Silente lo veda. Hermione, come hai qualche idea?"

La ragazza trasalì, si era distratta, stava pensando che forse avrebbe dovuto chiedere alla professoressa Cooman. Non che l'idea le piacesse, ma le sembrava la cosa più sensata da fare.

"Non lo so, Harry. Ragazzi scusate, voglio arrivare prima a lezione oggi."

Prese le sue cose e se ne andò verso l'aula. Sapeva che i suoi amici si stavano preoccupando per lei ma quei giorni non riusciva a guardarli negli occhi, non sapendo che stava mentendo.

Pozioni con Lumacorno era il momento perfetto per provare a vedere come Malfoy avrebbe reagito alla sua presenza.

In quel momento, dalla parte opposta del castello, mentre si incamminava verso l'aula di pozioni, anche Draco stava pensando la stessa cosa.

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"Amortentia! Il filtro d'amore più potente al mondo. Per esempio io sento odore di erba tagliata, pasta dentifricio, pergamena nuova e..." la ragazza si zittì.

"Bravissima signorina Granger, 5 punti a Grifondoro!" Lumacorno le elargì un sorriso sincero. "E questa ragazzi?" indicò una boccetta contenente un liquido dorato. Fece a malapena in tempo a finire la domanda che la mano di Hermione era già in aria. "Signorina Granger di nuovo, mi dica."

"Felix Felicis signore, fortuna liquida."

In quel momento due teste si tirarono su di scatto, quella di Harry e quella di Draco. Ognuno di loro aveva i suoi buoni motivi per volere quella pozione. Il biondo prese un respiro profondo, con quella sarebbe stato molto facile riuscire nel suo intento.

Corsero ai tavoli. La richiesta era il Distillato della Morte Vivente, una pozione ben sopra le loro capacità. Hermione prese subito un angolo della stanza, dove si sarebbe potuta concentrare al meglio.

Draco si mise accanto a lei, guadagnandosi le occhiatacce di Harry e Ron. Hermione lo guardò a malapena, cosa che gli diede sui nervi. 

"Come hai fatto Harry?" furono le prime parole che Draco sentì uscire dalla bocca della ragazza.

"Bisogna schiacciare, non tagliare, vedi?" rispose il ragazzo.

"No" rispose acida Hermione "sul libro c'è scritto tagliare." 

Doveva parlarle. Si sentiva un ragazzino stupido, come avrebbe fatto? Non aveva mai parlato alla Granger in sei anni, se non per insultarla. Prese coraggio, in fondo era Draco Malfoy, non il primo ragazzino, e lei era la Granger, la stessa ragazza che l'aveva preso a pugni, gli aveva risposto ogni volta e che si ostinava ad essere la migliore nonostante non sarebbe dovuto esserlo, secondo il suo sangue.

"Perché l'hai detto?" le sussurrò, sperando che lei capisse.

La ragazza si mosse impercettibilmente, come sorpresa. Aveva i capelli completamente arruffati e il volto stravolto in una smorfia di disapprovazione rivolta alla sua pozione.

"Cosa vuol dire il Matto? Una domanda per una domanda Malfoy."

"Io non faccio accordi con..."

"Tu fai accordi se lo dico io. Sennò non avrai nessuna risposta."

Draco Malfoy rispose con una faccia scandalizzata. La Sanguesporco gli aveva appena dato un ordine e, cosa peggiore di tutte, le avrebbe dovuto dare ragione.

"Il Matto è l'inizio di un viaggio, ma è anche la libertà e tantissime altre cose, perché ti interessa?"

"Mi sono preoccupata. Comunque perché c'è sempre un motivo se escono i Tarocchi." rispose Hermione in un sussurro, la voce così fioca che si sarebbe potuta scambiare per un respiro. Una verità. Aveva detto la verità e c'era voluto coraggio.

Draco Malfoy rimase un attimo in silenzio, senza capire. A che cosa... alla prima domanda. Hermione Granger gli aveva appena detto che si era preoccupata per lui.

"Non mi serve la tua pietà, io sto benissimo sporca..."

"Calmati ragazzino" lei sembrava piuttosto scocciata, continuava a mescolar il calderone con una cattiveria mai vista e Malfoy pensò bene di non rispondere, aveva paura di prendersi un altro pugno in faccia, lei sembrava pronta a dare in escandescenza da un momento all'altro "sei un essere umano, mi sono preoccupata perché gli attacchi sono brutti per tutti. Allora, come funzionano i Tarocchi, sei disposto a spiegarmelo?"

"Non qui" rispose lui, cercando di concentrarsi sulla pozione. Gli serviva la Felix ma l'unico tranquillo in quel momento era quel cretino dello Sfregiato che dopo aver fatto schifo a Pozioni per cinque anni, improvvisamente ci stava riuscendo.

La solita fortuna. Draco imprecò. Hermione lo guardò decisa, le labbra serrate e le mani incrociate.

"Al massimo posso tirare fuori una carta." capitolò alla fine. "Vediamo cosa ci devono dire oggi quegli stronzi dei miei Tarocchi. Ogni mazzo ha una sua personalità" spiegò lui "i miei sono fastidiosi."

"Esattamente come il padrone, non mi stupisco." lo punzecchiò Hermione.

Draco mise una mano sopra la borsa e chiuse gli occhi. Una carta schizzò sul tavolo, coperta. Hermione trattenne il respiro: secondo le ricerche che aveva fatto, se fosse stato uno dei Maggiori, sarebbe stato un bel casino. Il ragazzo girò la carta. C'era un putto dentro al sole disegnato, e due figure con le gambe attorcigliate uno all'altro. Un maschio e una femmina, il numero sei ricamato in oro in fondo alla carta.

"Libero arbitrio..." iniziò a dire Draco Malfoy "ma non solo."

"Che carta è?" chiese la ragazza, sorpresa dal fatto che il ragazzo aveva improvvisamente dimenticato la pozione. Se fino a quel momento erano riusciti a parlare e preparare il compito di Lumacorno, in quel momento Malfoy stava guardando fisso la carta, il colorito ancora più pallido del solito.

Gli Amanti - pensò lui.

"Nulla di importante." prese la bacchetta e la strinse. Sentiva il bisogno di dare fuoco alla carta. La puntò ed essa prese fuoco.

"Non sono ammesse magie che non siano fondamentali per la pozione signor Malfoy, cinque punti in meno per Serpeverde." strillò Lumacorno, nervoso.

Il fuoco si era spento da solo. La carta ancora lì, intatta, che lo guardava beffardo.

Cosa cazzo vuoi da me, mazzo?


Angolo autrice

Oggi due capitoli per rimediare al fatto che vi ho fatto aspettare tanto!

Gli Arcani Maggiori [Dramione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora