03 - L'Imperatrice

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Tiene i propri figli al sicuro. Chiunque li infastidisca sarà fatto a pezzi e dato in pasto ai loro animali da compagnia.

(Dai Tarocchi di Paolo Barbieri)


Draco Malfoy guardò l'armadio: la sua condanna a morte era lì, davanti a lui, si stagliava immensa e grigia tra le cianfrusaglie. La stanza delle necessità era un posto perfetto per nascondere qualsiasi cosa, nessuno avrebbe fatto caso a nulla, tra i vetri, gli scaffali pieni di oggetti dimenticati e ammassati, e la polvere. Quel dannato odore di polvere che permeava ogni centimetro della stanza, le piccole particelle che diventavano visibili e andavano a creare quasi una nebbia, una delicata e nauseabonda nebbiolina. Magari anche lui avrebbe potuto nascondersi lì, per sempre, fino a diventare una cosa dimenticata. Sentì una morsa attanagliargli lo stomaco.

Paura.

Non era un assassino. Eppure lo doveva fare, per la sua famiglia. Per suo padre.

Casa sua. I piedi che si muovevano veloci, di corsa. Era piccolo. Stava chiamando suo padre. 

"Toglimelo dalla vista!"

Le urla. Lui che riesce a entrare dentro la stanza. Papà. Avrà avuto cinque anni. Papà.

"Toglimelo dalla vista Narcissa, sarà l'ultima volta che lo dirò"

Papà. Da quanto tempo non pronunciava quel nome. Scaccio via i pensieri e fece due respiri profondi prima di sbattere lo sportello dell'armadio. Ancora rotto. Sinister l'avrebbe sentito, una volta finita tutta la storia, ci stava mettendo troppo. Altri due respiri, come gli aveva detto... 

Aveva già provato a rimuovere il fatto che la Granger lo avesse aiutato. Lei. E poi, il Matto, quella carta. Era abbastanza sicuro che la Sanguesporco non comprendesse il significato di quelle carte fino in fondo, eppure non poteva nascondere la sua preoccupazione. Era intelligente. Ed era stata gentile.

Smettila. Smettila. La paura per la tua missione davvero ti fa pensare queste cose? Sei un fallito. Ricomponiti. Dimostra di essere un degno figlio di suo padre.

Suo padre aveva fallito. Lui non poteva, lui ce l'avrebbe fatta. Eppure la sua mente non riusciva a concentrarsi sulla missione, ma solo su come quelle mani lo avessero fatto calmare. Era stato strano, sbagliato, ma ci pensava. Quella ragazza aveva osato toccarlo con le sue mani luride, indegne, e lo aveva calmato. Lui ed Hermione Granger custodivano un segreto che si sarebbero portati nella tomba. Eppure aveva bisogno di risposte.

 Draco Malfoy si mise a sedere per terra, sul pavimento polveroso di quella stanza dimenticata, dando le spalle all'oggetto che gli avrebbe fatto compiere la sua missione.

Anche i simboli sono importanti, dovrei... dovrei stare rivolto verso l'armadio forse, non dargli le spalle, devo guardare la mia missione.

Non si mosse invece. Tirò fuori le sue carte e con un movimento veloce della bacchetta ne estrasse una. L'imperatrice seduta in trono lo guardava a testa in giù. 

Dipendenza. Mancanza di fiducia in se stessi. Soffocamento.

Ripensò all'aria che gli mancava, al respiro mozzato, a suo padre. Basta. Avrebbe buttato quelle carte, quelle carte che sua madre gli aveva fatto scivolare nella tasca, intimandolo di stare zitto, quelle carte che erano tramandate nella famiglia Black da secoli, così intrise di magia, di saggezza.

I Tarocchi sono uno specchio - gli ripeteva sempre Narcissa, all'orecchio, lontana da Lucius, lontana da suo padre - uno specchio che fa vedere meglio al tuo occhio, ma sempre uno specchio.

Gli Arcani Maggiori [Dramione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora