Agire e avere chiari gli obiettivi, ecco ciò che le interessa. Calando in picchiata e agitando la spada, metterà in moto eventi che riporteranno in equilibrio la bilancia della Giustizia.
(dai Tarocchi di Paolo Barbieri)
"Senti, ci ho pensato, secondo me non è una buona idea, torniamo indietro, non voglio veramente sapere perché Zabini ha chiesto di noi." Harry si era già pentito di tutta quella storia ma Hermione sembrava determinata a ignorarlo.
"Anche Malfoy ha chiesto di noi." lo corresse.
"Peggio mi sento, è una trappola me lo sento, vogliono ucciderci!"
"Magari, Potter. Non tu Hermione." Zabini sbucò da un angolo e le sorrise "ma devo ammettere che vederti morto sarebbe una liberazione non indifferente per la mia emicrania."
Hermione Granger impiegò ben cinque minuti e una sigaretta per riuscire a farli calmare, per farli collaborare più che altro. Improvvisamente si sentì sfiduciata, non sapeva a cosa stavano andando incontro, poteva essere una cosa stupida come qualcosa di enorme, si trattava pur sempre di Draco Malfoy, famiglia Mangiamorte mentre Voldemort era tornato.
Dentro la Stanza delle Necessità il biondo li stava squadrando, contrariato e quasi spaventato.
"Blaise, ricordami perché c'è anche il ragazzo - che - è - stato - fulminato."
Harry gli fece il verso, Hermione lo zittì con una gomitata. In quel momento dovevano solamente collaborare.
"Perché è un canale di comunicazione diretto con Silente, per quanto ne sappiamo potrebbe esserci un chip nel suo cervello, tutto quello che dice o fa, il preside lo sa. Quindi è lui la tua migliore speranza."
"Grazie preferisco morire in ogni caso." rispose Malfoy. Non aveva minimamente calcolato la presenza di Hermione, non l'aveva salutata ma non l'aveva nemmeno insultata.
Zabini li invitò a sedersi attorno a un tavolo con del Whiskey Incendiario ed Hermione completò la scena offrendo delle sigarette. Ottimo. Tutto molto salutare e soprattutto normale per dei maghi minorenni.
"Draco" iniziò Blaise "è stato costretto contro la sua volontà a fare una cosa di cui si pente tantissimo, solo per salvare la sua famiglia. Non vi diremo tutto, nemmeno io so tutto, alcune cose vuole dirle solo a Silente. Avrà bisogno di protezione anche a scuola e di determinate abilità" si soffermò su Hermione "inerenti all'antica magia, Granger, lo so perché non riesci a nascondere i tuoi studi nemmeno per sbaglio."
"Nessuno della mia famiglia dovrà essere toccato" si intromise Draco, le mani artigliate al tavolo, così nervoso da farsi sanguinare le unghie. "Quest'estate è successa una cosa. Ora siamo a ottobre, sono passati più di due mesi e io ho preso una decisione che rimpiangerò per il resto della mia vita. Ma non sono un assassino." le ultime parole le sussurrò appena, leggere, tremende. Hermione non era sicura che tutti avessero sentito. Gli passò una sigaretta, un piccolo segno di tregua, quasi per dirgli ho sentito.
Harry bevve e tutti lo seguirono a ruota. Non ci stava capendo molto, eppure quella situazione poteva diventare vantaggiosa per loro. Hermione rimase concentrata su Malfoy, stava studiando il volto affilato, le labbra tese, il nervosismo visibile in ogni fibra del suo corpo.
"Malfoy, respira, cosa abbiamo detto sul respiro?" provò a dire.
"Oh, sta zitta Granger."
"Stai zitto tu che se non fosse stato per me saresti ancora a tremare lassù." rispose lei.
"Okay, tutto ciò è una pagliacciata, Blaise andiamo." Malfoy si alzò e si avviò verso l'uscita della stanza.
E Blaise, esasperato come non mai, riprese Malfoy per la collottola e lo trascinò di nuovo al tavolo. Sembrava una riunione di bambini dell'asilo, non era possibile bisticciare ancora in quel modo, non quando c'erano cose più importanti da discutere.
"Draco vorrei ben sottolineare qui, in pubblico, che me ne frego altamente delle minchiate da primadonna orgogliosa, l'alternativa qui è o muori o muori. C'è una terza alternativa in cui vivi, quindi ora la seguiremo, grazie, punto, stop. E bevi, per favore, magari ti ubriachi e stai più rilassato."
"Tra un'ora abbiamo lezione, non può ubriacarsi!" Hermione si girò di scatto, guardando sconvolta il Serpeverde. Come tutta risposta Malfoy, Draco Malfoy, quel Draco Malfoy, versò da bere in un bicchiere e glielo passò, senza battute, senza insulti, solo con un silenzio freddo che era decisamente un miglioramento.
"Non ho mai avuto molta scelta ma questo, questo non se l'aspettava nessuno, l'hanno fatto per punirci perché - grazie Sfregiato del cazzo - c'è stato un problema all'Ufficio Misteri l'anno scorso." iniziò il biondo, versandosi il secondo bicchiere.
"Sai com'è, qualcuno stava cercando di uccidermi, cretino." rispose Harry, fulminandolo con lo sguardo.
"Non mi interessa. Sinceramente, non me ne è mai fregato un cazzo di tutti questi giochi di potere. Cioè, ho sempre seguito la mia famiglia, ma non ho mai voluto entrare a pieno diritto nella banda degli psicopatici."
"Quindi tu sei un Mangiamorte." il ragazzo sopravvissuto si alzò dalla sedia "Hermione, andiamo, subito!" urlò, per poi puntare la bacchetta addosso a Malfoy.
A quel punto Draco, che nel frattempo era arrivato al quarto bicchiere, iniziò a urlare.
"Grazie al cazzo che sono un Mangiamorte, Potter, ma che sei scemo? Pensavi non mi avrebbero punito? Sono il figlio di Lucius, non so se ti ricordi mio padre. Mi hanno marchiato come una cazzo di vacca perché quella cosa sibilante voleva punire mio padre. Ma davvero basta un Marchio per fare di me l'orrore incarnato? Sono qui per chiedere aiuto se la tua regale faccia da culo non se ne fosse accorta."
"Grazie Draco, illuminante come sempre." ridacchiò Blaise, per poi costringerlo di nuovo sulla sedia.
Hermione, per la seconda volta nell'arco della giornata, decise di prendere in mano la situazione.
"Harry, Malfoy, seduti. Zabini ti prego zitto o ti faccio mangiare la bacchetta." improvvisamente calò il silenzio "grazie. Primo: sì Malfoy ti aiuteremo, andremo dal preside insieme" e qui guardò intensamente Harry "senza fare i capricci, ti potrai parlare con il Preside e noi ti proteggeremo a scuola se si venisse a sapere qualcosa. Malfoy, gentilmente quale sarebbe la tua punizione, perché di sicuro non è un tatuaggio brutto di cui non te ne frega molto."
Calò un silenzio ancora più assordante, era come se improvvisamente anche ogni congegno della Stanza delle Necessità si fosse fermato dal ronzare, ticchettare, stridere. Come se tutti stessero percependo il pericolo.
"Devi uccidermi?" chiese Harry.
"Non gira tutto intorno a te Potter, e poi lo psicopatico numero uno ti vuole vivo."
Era strano sentir parlare Draco di Voldemort in quei termini, ma Draco era stanco, aveva visto veramente un gruppo di invasati al seguito di un invasato più potente. Aveva visto veramente quello che era il Signore Oscuro e la sua banda di privilegiati, non più con gli occhi di chi lo vive in famiglia, di chi lo sa solo per quello che raccontano i genitori, ma come chi quelle riunioni le aveva vissute e non intendeva mai più farne parte.
"Ho paura" ammise "per me e per la mia famiglia. Devo uccidere una persona... la persona con cui voglio andare a parlare. Silente."
Detto questo si alzò dalla sedia, barcollò e cadde per terra.
"Zabini sei incredibile, ora è veramente ubriaco marcio" commentò Hermione.
"Non ve l'avrebbe mai detto altrimenti." rispose lui, prima di andare a raccogliere il biondo da terra.
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Gli Arcani Maggiori [Dramione]
Fanfiction"Essi sono uno specchio, non predicono il futuro ma ti fanno comprendere il presente" Hermione non ci aveva mai creduto, ma questa volta non riuscì a dire nulla e rimase a sentire cosa Malfoy aveva da dire.