Kaiden stava fermo, immobile come una statua, ed era sul punto di perdere il controllo. Definitivamente. Vederla così vicino a lui gli stava facendo perdere la testa.
"Com'è possibile? Perché è qui, proprio adesso. Non ha fatto già abbastanza per ferirla?
Se non le stacca le mani di dosso lo riduco in brandelli. Non importa se infrango le, lo distruggo. Non deve permettersi di toccarla, non può dopo tutto quello che le ha fatto."
L'ira aveva preso il controllo di lui ormai. In quell'istante sarebbe stato in grado di incolparlo di molte sue azioni, solo per avere una motivazione comprensibile per odiarlo, ma sarebbe stato da codardi. Era lui che aveva commesso errori ed era sempre lui che doveva scontarne le conseguenze.
La colpa era di Kaiden e basta.
Non sarebbe nemmeno dovuto essere lì, se era per quello, ma non riusciva a lasciarla andare, non di nuovo, non dopo averla abbandonata. Dopo che le aveva donato il suo cuore.
Non si ricordava il motivo del perché fossero arrivati a quel punto. Aveva perso la speranza che lei lo ascoltasse, che lo lasciasse rientrare nella sua vita come tre anni prima.
Il suo unico desiderio era quello di poterle stare di nuovo vicino. Il resto non contava più.
Li guardò avvicinarsi inconsciamente l'uno all'altro, fino a che i loro respiri non si fusero.
Irradiava furore.
Il cielo azzurro venne coperto da nuvole di pioggia e si percepiva l'elettricità crescere sempre di più nell'aria. Per evitare di commettere qualcosa per cui si sarebbe pentito più avanti, si voltò e corse.
Kaiden accolse con gioia il dolore che il distendere le ali gli provocava: percepiva il fluire continuo del sangue e il cuore pompare ritmicamente, la rottura di muscoli e ossa era musica per le sue orecchie. Senza pensare, spiccò il volo facendo pressione sulle ginocchia.
Le ali si inarcavano dietro la schiena muscolosa, un peso confortante, e risplendevano come non mai: non erano di un bianco candido come si tendeva a pensare, bensì erano semi-trasparenti ed erano ornate di venature di oro puro. Avevano un'apertura di oltre tre metri ed erano potenti. Potevano fare centinaia di miglia i pochi battiti, cavalcare correnti forti e distruggere.
Non cadevano mai. Erano l'unico aspetto della sua vera natura che non gli provocava ribrezzo.Librarsi in cielo fu come prendere un respiro. Non doveva più pensare a niente, solo alle nuvole che accarezzava con la punta delle piume e al Sole che le riscaldava dolcemente. Tutto ciò gli era profondamente mancato.
Facendosi cullare dal torpore di un vento caldo, diede le spalle al mondo e guardò il cielo sopra di sé. Ormai era quasi il tramonto e doveva essere lontano da Mooresville, volare era così liberatorio che rifletté sul fatto di non fare più rientrare le ali: erano una parte di lui troppo importante per assopirle nuovamente per così tanto tempo.
Avrebbe dovuto svelare il suo segreto ad Alex, ma in quel momento, però, tutto ciò a cui pensava era solo l'ebbrezza del volo. Il giorno lasciò il posto alla notte e decise che era giunto il momento di tornarsene a casa. L'oscurità non era fatta per lui.
Nonostante gli piacesse volare tra le stelle, avevo stipulato un patto che glielo impediva ed era un maschio che manteneva la sua parola.Camminare senza le ali fu uno shock inaspettato: anche se era abituato alla loro assenza, la mancanza della loro presenza fu così evidente che i primi passi lo fecero barcollare terribilmente, tanto da doversi reggere ad un albero.
Era atterrato in un luogo appartato, ma aveva raggiunto la zona abitata.
"Queste persone sono abituate a vedere cose peggiori" ragionò nella sua testa, irritato dalla sua mancanza di attenzione "col temporale che si sta avvicinando velocemente, potrei essere passato come un fulmine. Non è detto che qualcuno mi abbia visto, ma con la sfortuna che mi perseguita non è il massimo."
Uscì su una stradina serrata. Senza farsi fermare dalle paranoie, seguì quella via, andando verso il centro cittadino. Raggiunse una laterale della strada principale e costeggiò una sponda del lago che arrivava fino alla città.
Essendo agosto inoltrato, c'era una leggera afa nell'aria e i cittadini passeggiavano per il piccolo molo. I lampioni illuminavano leggermente la piattaforma di legno e continuavano per tutta la città: erano collegati tra loro con delle lucine, come quelle di Natale, che facevano brillavano ancora di più l'acqua sottostante.
Un chiacchiericcio di fondo rendeva l'atmosfera tranquilla e rilassante.
Vagò per un po' di tempo fra quelle persone spensierate e felici, immaginandosi di essere come loro, insieme ad Alex. Probabilmente le avrebbe circondato le spalle con un braccio e avrebbe lasciato ricadere tutto il suo peso sul suo corpicino, giusto per infastidirla e vederla arrabbiata. Scosse la testa per scacciare quei desideri irraggiungibili e si concentrò nel riprendere la via verso la sua abitazione.
Qualche tempo prima del disastro, aveva acquistato una villetta a schiera, sperando di trasferirsi con Alex in riva al lago. In quella stessa casa in cui lei aveva detto di averlo aspettato.
Quello che ad Alex sfuggiva, però, era che Kaiden non aveva retto il dolore provocatole ed era tornato in quella che, per secoli, aveva considerato casa. Da quella che aveva considerato la sua famiglia, quella stessa famiglia che lo aveva bandito da lì, e da cui lui, in preda alla disperazione, era tornato. Da loro.Il motivo per cui non se ne andava era lei, era sempre stata lei. Se fosse stato necessario, l'avrebbe cercata in capo al mondo, solo per accertarsi che stesse bene.
Ma lui sapeva che non aveva bisogno di lui, ma il maschio, senza di lei, era a pezzi.
Tutta la sua vita dipendeva da Alex, era l'unico motivo per cui aveva queste vesti umane e si portava quel senso di colpa nel petto.
Era giunto al portico dell'edificio, aprì la porta violentemente e si avviò verso il letto.
Era la sua unica necessità in quel momento: si buttò ancora vestito sulle coperte, con l'intento di non rialzarsi fino alla settimana successiva possibilmente, ma, come sempre, il suo desiderio non si avverò. Era così esausto che non si era accorto dell'intruso in casa, il quale non era benvenuto, soprattutto quando riconobbi la sua presenza.
«Dobbiamo parlare.» una delle voci che odiava di più in assoluto risuonò nella stanza.
«Per me puoi andare anche al diavolo» ribatté alzandosi dal letto controvoglia «in questo momento non sono in grado di controllarmi e tu di sicuro non sei di aiuto Rhys» rincarò la dose.
«Molto maturo da parte tua, non sono ancora stato convocato a casa, e tu non dovresti essere sorpreso della mia visita» Rhys, gelido come la morte, gli lanciò uno sguardo di sfida.
«Se sei venuto qui a darmi fastidio, sei invitato ad andartene e anche velocemente» osò guardarlo storto. Non era stata una mossa saggia.
«Non mi provocare angioletto, non ti conviene giocare con i più grandi» uno scintillio di denti bianchi «Dobbiamo parlare seriamente, Kaiden.»
«E di cosa principe, sentiamo. Cos'è così importante da farti venire fino a qui a discutere.» dentro di sé sperò di non sentire le parole che tanto temeva.
«Alex» un nome, il battito cardiaco aumentato. La sua sicurezza crollò, il terrore padrone di lui. Cercò di non mostrare a Rhysand le sue emozioni e tentò di ricomporsi come se non fosse successo niente. Come se non avesse pronunciato il suo nome. Si ammutolì completamente.
Lei era sempre con lui, ovunque andasse. Tutto si ricollegava a lei, e a lei soltanto.
Con una calma eterea gli propose di parlarne in un altro momento visto che stava realmente crollando, e Rhys, inaspettatamente, accettò senza obbiettare.
Mentre lui svaniva avvolto dalle tenebre che gli appartenevano, Kaiden si coricò di nuovo nel letto dopo essersi spogliato. Si addormentò in fretta e, finalmente, i suoi pensieri svanirono portati via dalla notte, quella stessa notte che lo stava privando di tutto.
Le stelle erano diventate spettatrici dei suoi supplizi e aveva perso la speranza che lo ascoltassero.

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Over the stars who listen
FantasyLe stelle indicano il cammino da prendere, proteggono, vegliano. Tutto è partito da un errore, ma è solo il destino che mette tutti alla prova. RIASSUNTO Alexandria è una ragazza senza paura. La sua vita prima dell'arrivo di Seth, quello che lei co...