8.

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La stava aspettando al bancone del bar da un po' di tempo ormai, forse da addirittura un paio d'ore. Non aveva idea di cosa gli fosse preso quel pomeriggio, dopotutto la sua amica aveva sempre fatto di testa sua e preferiva farlo dannare che condividere i suoi piani con lui, ma questa volta Seth era terrorizzato al pensiero di non vedere più quella chioma castana borbottare e imprecare per casa. Era cosciente del fatto che non sarebbe mai riuscito a comprendere pienamente Alex, raschiava sempre e solo la superficie del suo spirito: la ragazza aveva un'anima selvaggia e indomita che solo Kaiden era riuscito a forgiare e placare, ed era così testarda e arrogante.
Non voleva e non poteva perderla. Non ancora. Non di nuovo.
Lei era la sua famiglia, quella che aveva scelto, quella che doveva proteggere a tutti i costi.
Lei era il suo tutto.
E lui sperava solo di starle accanto nei momenti più bui e di farla ridere il più possibile, poiché della sua insopportabile sorellina era rimasto solo un fantasma sbiadito: la spensieratezza e la grinta che la rendevano unica agli occhi di tutti, erano sciamate via col vento. Quella notte lui non c'era stato, non sapeva cosa fosse successo, ma vedeva come l'aveva stravolta ad un livello inconcepibile.
E poi c'era Kaiden, il maschio che aveva considerato come un fratello, un amico fidato, eppure non era bastato, tutto era andato a rotoli: il loro rapporto, quello tra lui e Alex nonostante il loro amore.
Ogni momento che aveva passato senza Alex e Kaiden era stato più doloroso del precedente, ma la loro ricomparsa lo aveva scosso. Sapeva che la ragazza sarebbe tornata prima o poi - aveva avuto bisogno di tempo e spazio per ricostruirsi dentro, per leccarsi le ferite - ma non si aspettava di rivedere anche lui. Non conosceva le nuove dinamiche della loro relazione, ma avrebbe lasciato loro sistemare da soli i problemi e nel mentre sarebbe rimasto lì ad aspettare, come sempre, a raccogliere i pezzi di entrambi.

Nel frattempo Alex non era ancora arrivata e Seth si agitò sullo sgabello consumato del locale. La situazione non era affatto piacevole e il leggerissimo capogiro che si era preso era scomparso quando altro tempo passò dalla sua chiamata. Sveglio e allerta, lasciò dei contanti sul banco e si diresse verso l'uscita del Room's. Aveva un brutto presentimento quando fu nella strada principale che portava alla casa, una sensazione estranea - come se ci fosse qualcosa di sbagliato nell'aria - e poi lo vide. Avrebbe riconosciuto quell'oggetto tra migliaia e sapeva anche che lei non se lo sarebbe mai tolto: l'anello di Alex era come un fascio di luce nell'oscurità, brillava leggermente per la luce dei lampioni, che, col calar della notte, si erano accesi. Lei non se ne separava mai e questo poteva significava solo che le era successo qualcosa.
La rabbia e la preoccupazione che stava trattenendo a stento, gli fremevano sotto pelle, e, preso da un puro istinto quasi animale, spalancò le sue ali e si sollevò in cielo: la notte si estendeva sotto di lui come uno specchio e si ritrovò a volare tra la stelle e sopra le nuvole.
Ragionando, pensò che andare da Kaiden sarebbe stato solo un problema, ma non ebbe modo di fare altro perché il vecchio amico lo precedette: arrivò di colpo, come se fosse diventato una bufera, e si fermò a pochi metri da lui. Kaiden era come un bagliore dorato nelle tenebre che cercava di non essere sopraffatto dall'oscurità, e Seth gli era simile con la sola differenza dell'aura totalmente bianca.
La volta celeste si aprì in uno squarcio e il mondo si scosse all'arrivo di Rhysand. Il biondo non lo incontrava da molto tempo, forse da secoli, ma non si era mai scordato del potere oscuro che emana e se anche lui si trovava sulla Terra, qualcosa di grave stava arrivando.
"Dov'è lei?" gli chiesero entrambi, i suoni che rimbombavano nella sua mente come tuoni; nella loro vera forma l'uso della parola non era necessario vostro che si comunicava telepaticamente. "Doveva venire da me qualche ora fa. Non si è presentata..." sospirando, continuò "e ho trovato un oggetto che le appartiene in strada" a quel punto guardò dritto negli occhi di Kaiden che comprese immediatamente, mentre una smorfia compariva sul suo volto.
"Dobbiamo riprendercela. A qualunque costo" disse Rhysand con sguardo vitreo "non possiamo permettere che le facciano del male.. non di nuovo" la sua occhiata accusatoria era eloquente e si spostò sul maschio dorato con gli occhi che gli brillarono di rabbia.
"Perché ti sei avvicinato ad Alex? Non dovevi starle lontano, nell'ombra?" Seth non resistette e glielo domandò, spostando completamente la sua attenzione su quell'essere che trasudava potenza da ogni poro "sta cominciando a riconoscerti e chiamarti. Non è pronta per quello che deve accadere, dobbiamo lasciarle altro tempo" implorò.
"Non è vero, Seth, è ora e lo sai benissimo, siamo noi che non accettiamo la realtà dei fatti. Deve compiere il suo destino e non possiamo ostacolarla. Lei è la Salvatrice. Ragazzo, so che le sei affezionato, ma dovremo metterci da parte quando sarà il momento" la creatura demoniaca parlò come se quello che stava dicendo lo lacerasse e il cuore di Seth non era da meno.
Era sempre stato a conoscenza di quello che lei fosse, ma sperava che non dovesse mai scoprire la verità, o ricordare.
"Non interferirò, ma lei deve essere al sicuro fino alla fine, non deve accaderle niente, altrimenti manderò a quel paese tutto e la porterò via con me" rispose più serio della morte.
"Faremo tutto il possibile perché non succeda niente, non è vero, Kaiden?" il biondo si meravigliò del fatto che il destinatario di quella minaccia non indietreggiò difronte all'oscurità e all'ira che Rhysand emanava.
"Ora che abbiamo chiarito i termini del nostro accordo, passiamo alla questione più urgente e la ragione per cui siamo tutti e tre qui rischiando di farci vedere" proruppe Kaiden "Alex è scomparsa e non sappiamo dove l'abbiano portata, vi siete fatti un'idea di chi potrebbe averla rapita?"
Seth scosse la testa mentre i suoi occhi si spostavano oltre le ali d'oro del suo amico per osservare l'immensità della notte. Lei aveva sempre amato quelle ore di buio: era più probabile trovarla in piedi a guardare la volta stellata che sveglia di giorno. Gli mancava sedersi accanto a lei e abbracciarla stretta mentre la luna saliva in cielo.
"Adesso è troppo tardi per cercarla, probabilmente avranno trasmutato o peggio. Siamo tutti e tre prosciugati, non avrebbe senso metterci all'opera adesso, aspettiamo domani mattina per muoverci. La riporteremo qui." Il tono di Rhysand non ammetteva repliche, così i due maschi fecero solo un cenno col capo e il biondo si preparò a tornare nella sua dimora.
Un vento innaturale gli bloccò le ali e si girò a guardare torvo i due maschi alle sue spalle. Trattenendo un ringhio che non aveva niente di umano fece: "Cos'altro c'è'?"
"Casa tua è stata messa a soqquadro, quasi sicuramente sono stati gli stessi che l'hanno rapita. Stavano cercando qualcosa e probabilmente non hanno trovato niente. Vai a casa di Kaiden per stanotte."
Non osò contraddire il suo interlocutore e si voltò verso quello che una volta aveva considerato fratello e lo seguì fino alla sua villetta a schiera con l'aria fredda che si abbatteva sulle ali. Atterrarono in un posticcino abbastanza isolato e, dolorosamente, si ritrasformarono in esseri umani. Tutta la loro forza e potenza, la loro bellezza sovrannaturale e l'eleganza, scomparvero in quei corpo che usavano da contenitore. Seth sapeva quanto destabilizzante potesse essere, ed era convinto che quello a cui la costrizione costasse maggiormente fosse Rhys.
Accantonò i suoi pensieri in un angolo della sua testa e seguì il padrone di casa fino alla stanza degli ospiti dove lo lasciò da solo. Si cambiò velocemente rimanendo solo con i boxer e si buttò direttamente nel letto ad una piazza e mezza, tentò di scacciare tutti i pensieri e addormentarsi il più veloce mentre possibile, visto che doveva essere in forze per iniziare la caccia. Non poteva permettere che le accadesse qualcos'altro - si sentiva già uno schifo per il fatto che l'avessero rapita - così si lasciò abbandonare nelle braccia di Morfeo.

Alex si svegliò consapevole di non sapere dove si trovasse e neanche quanto tempo fosse passato dal suo sequestro. Non aveva idea di chi l'aveva rapita e il perché, l'unica cosa che la consolava era il fatto che nella stanza in cui era stata lasciata ci fosse luce e non buio. Le quattro mura in cui l'avevano gettata erano di un bianco accecante e antisettico: un letto singolo era posto vicino al muro e una semplice scrivania si trovava dal lato opposto. Una porta nascosta portava ad un bagno che aveva solo lo stretto necessario e tutto era così maledettamente spoglio che la rendevano inquieta. Si abbracciò le ginocchia e vi appoggiò sopra la testa.
Con i sensi allerta e nessuna voglia di essere colta nuovamente impreparata, incominciò la sua attesa per l'Inferno.

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