Capitolo 11

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                                  CAMRYN
È da giorni che qui sta piovendo forte e non si vede uno spiraglio di sole. Sono chiusa in camera da quando sono tornata dalla casa di Will. Esco solo per andare in bagno o mangiare. Non ho spiegato i dettagli a mia madre ma ha già capito che con Tyler non è andata per niente bene. Non sa nulla dell'accaduto dei due gemelli, loro non si sono fatti più vedere per fortuna. A quanto pare Tyler li ha messo davvero a posto. É andato via e ha lasciato un vuoto speventoso. Quando penso di aver superato il dolore più forte che potessi mai subire ecco che ne arriva un'altro a tagliarmi le gambe. Pensavo che venire qui fosse stato dolorissimo, ma ora che lui è andato via durante la notte lasciandomi quella stupida lettere il dolore di prima si è intensificato. Spesso devo quasi tapparmi le orecchie per far smettere i pensieri di urlare così forte nella mia testa. Il fatto che stia piovendo ogni giorno non mi dispiace, questo tempo rispecchia molto la mia situazione interiore. Mi incanto spesso a guardare fuori dalla finestra la pioggia che cade dal cielo con i pensieri in subbuglio.
Quando una persona ti ha deluso non dovrebbe mancarti giusto? E perché per me non è così?..
<<Tesoro é pronto>> dice mia madre ma io non la guardo neanche, rimango con lo sguardo verso la finestra.
<<Non ho fame mamma>>
<<Anche oggi a pranzo e ieri hai detto così, devi mangiare qualcosa>>  mi giro verso di lei. Si toglie il grembiule da cucina e lo vedo sporco di farina. Anche sulla guancia ha della farina.
<<Hai fatto la pizza in casa?>> le chiedo.
<<Si, so quanto ti piace>> non la faceva da quando ero piccola. Lei impastava e preparava la pizza e io e mio padre restavamo in cucina a vederla preparare tutto. Mi è sempre piaciuto vederla cucinare.
<<Conservamene una fetta, la mangerò dopo>> la sento sospirare. Vedermi in qieste condizione la fa stare in pensiero. Spesso ho anche finto di sorridere ma lei capisce anche quando fingo, quindi ho deciso di non fare finta che vada tutto bene, né di nascondere il mio dolore. I segni che mi sono stati procurati per quello spiacente accaduto sono molto più lievi ma non ho detto niente a mia madre e quei segni più evidenti li nascondo con tanto trucco. Si viene a sedere sul mio letto.
<<Le cose andranno meglio>>
<<Me lo ripeti ogni giorno>>
<<Si, perché è vero. Nessun dolore dura per sempre, non può piovere per sempre>> dice citando il film il corvo. Lo vedemmo anni fa insieme, neanche mi è piaciuto come film.
<<Sembra tutto diverso ora che lui non è più qui>> si alza dal letto e viene vicino a me. Mi fa appoggiare la testa sulla sua pancia e mi accarezza i capelli. Lo facevo sempre da piccolina quando piangevo, mi calmava sempre. Ora però non sono più una bambina e neanche facendo così trovo un po' di pace.
<<É ok se le cose cambiano, non significa che se qualcosa cambia sia sbagliato o per forza negativo>>
<<Spero che tu abbia ragione>>
<<Vi è un detto che dice "Il viaggio per il paradiso comincia all'inferno">> se questo detto è vero io mi chiedo se ci sia una scorciatoia. Non rispondo e lascio che lei continui ad accarezzarmi la testa.
<<Ora vieni di là a mangiare, se non mangi qualcosa ti ritroverai senza forze>> non ho fame ma non voglio sia così in pensiero per me. Annuisco e andiamo in cucina dove mi sforzo di mangiare almeno una fetta di piazza mentre parlo con mia madre di alcune cose tenendoci lontane da argomenti che implichino Tyler o l'america. Una volta finito di mangiato aiuto mia madre a sparecchiare e torno di nuovo in camera..
Vengo svegliata da quella bruttissima sensazione di cadere nel vuoto, mi sta capitando abbastanza spesso di fare questo tipo di sogno la notte. Apro gli occhi e mi ritrovo giù da letto. Fuori non è notte fonda ma neanche giorno. Sono quasi le sei del mattino, quindi decido di rimettermi a letto. La porta della mia camera è aperta e vedo nel corridoio uno spiraglio di luce. Forse sarà mamma che è andata in bagno. Decido lo stesso di andare a controllare. La trovo in cucina sul computer, sembra davvero presa da ciò che sta vedendo perché non si accorge neanche della mia presenza.
<<Mamma, é prestissimo che ci fai già sveglia?>>
<<Stavo vedendo una cosa. Tu che ci fai sveglia? Ancora quel sogno di cadere nel vuoto?>> chiede e io annuisco. Non le dissi nulla finché non vidi che ormai fare quel tipo di sogni era diventata un abitudine, decisi di parlarne con lei in un momento di sfogo.
<<Posso sapere che fai?>> mi avvicino a lei e quando vedo ciò che stava cercando il mio respiro si blocca. Biglietti per l'America.
<<Prima che tu dica qualcosa, sappi che ci stavo pensato da un po'>> mi siedo vicino a lei.
<<Non possiamo tornare insomma, tu qui hai il lavoro... >> Qui mi sembra di averla vista quasi rinascere, come non la vedevo da anni. Esattamente da quando mio padre è andato via. So quanto ama stare qua, e so che è dovuto al fatto che qui è come se si fosse rifatta una nuova vita. Non è mai stata una mamma che si lamentava dei suoi dolori o si sfogasse molto con me, ma molte volte mi diceva che in America aveva troppi ricordi con papà, sopratutto in quella casa. Quando le proposi di prendersi un cane per quanto le piacesse l'idea so che non poteva mai essere la stessa cosa, e alla fine lo ha definitivamente lasciato ai nonni.
<<Non é per noi, solo per te>>
<<Cosa? Perché?>> mi prende le mani dolcemente.
<<Questa... É la mia vita adesso, tu ne hai già una, in America>>
<<No mamma, con te>> mi sorride, eppure riesco a vedere che è triste. Anni fa era più brava a nascondere il dolore, ora invece glielo leggo negli occhi. O forse ero troppo piccola per accorgermene dei suoi finti sorrisi.
<<Ma potrai venire qua tutte le volte che vorrai, e io verrò da te, non è un addio>>
<<Mamma, Londra non è dietro l'angolo>>
<<E che vorresti fare? Rimanere per sempre legata a tua madre? Hai il college da continuare, il tuo sogno.. Tu padre ha fatto ciò che fatto sopratutto per garantirti un futuro, e fidati al momento non sarà qui a Londra>> dice con tono dolce. Il mio sospiro rimane sospeso nel vuoto.
<<E poi, hai ancora tante questioni irrisolte>> continua, so che parla di Tyler. Alzo gli occhi al cielo. Stacca le mani dalle mie per riportarle sulla tastiera.
<<Avevamo detto che avremo aspettato la fine dell'estate>>
<<Vero, ma avevamo anche detto che era finché non avresti deciso se rimanere o andare. E sappiamo entrambe che hai già preso una decisione>> mi fa l'occhiolino. Prima volevo rimanere, poi tornare e ora non so neanche io cosa voglio. Mi manca la mia vita in America, ho lasciato tanto lì, ma qui ho mia madre. Dopo che Tyler é andato via ho avuto l'impressione che non ci fosse niente più a legarmi a quel posto. Poi però, penso ad Alex, a Grace, a Chad e a tutte quelle persone che ho conosciuto e che voglio ancora molto bene. Ho sopratutto il college, é sempre stato il mio sogno frequentare quel college, e riuscire ad entrarvi é stato anche grazie a mio padre. Se rinunciassi mi sentirei come se il suo gesto fosse stato invano.
<<Per quando è il volo?>>
<<Tra tre giorni, é stato l'unico biglietto disponibile da prendere in così poco tempo>> complica altre cose e infine chiude il computer.
<<Mi sento come se ti stessi lasciando>>
<<No, non devi. Noi madri vorremo che i nostri figli non ci lasciassero mai, ma é impossibile. Capirai anche tu quando sarai madre che per quanto tu non voglia, arriverà un giorno dove tua figlia non sarà più una bimbina, e tu dovrai lasciarla costruire il proprio futuro anche se ciò non implica la tua presenza>> mi alzo e l'abbraccio nascondendo la faccia nell'incavo della sua spalla. Non so se sarò pronta a lasciarla pensando che saremo così lontane. Anche in America non ci vedavamo spesso, anzi, quasi mai, ma il fatto che lei non fosse molte lontana, il fatto che se io volessi potessi andare a trovarla, mi faceva stare meglio. Ora non sarà così facile, la distanza si sentirà di più. Ma ha ragione, li ho il college e devo risolvere alcune questioni irrisolte, sarà difficile ma c'è la devo fare.

Non odiarmi perché ti amo 2 (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora