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🗓️Sabato 7 settembre 2019
📍Misano Adriatico, Italia

18.45

"Allora ci vediamo la prossima settimana Rebe" dice Lorenzo dandomi un bacio a stampo sulle labbra.

"Certo, stai da me?" chiedo, mentre mette la valigia nel baule.

"No no, vado in hotel che c'è anche mio padre, così non lo lascio da solo" replica con un sorriso. Mi saluta nuovamente, sale in macchina, io attraverso la strada, entro nel mio palazzo, vado al quarto e ultimo piano ed entro in casa. Faccio una doccia (che dura un'oretta buona, ma dettagli), mi asciugo e poi vado in camera per mettere l'intimo, una maglietta e dei pantaloncini da stare in casa.
Verso le otto e mezza ceno con Beatrice e la mia famiglia (e con questi ultimi non capitava da un bel po'), ed un quarto d'ora prima del ritrovo mi inizio a preparare. Indosso una gonna corta di jeans, un top nero con sopra delle margherite, metto del mascara, un po' di rossetto e pettino i capelli, che lascio successivamente sciolti. Infilo le mie amate Vans nere, e, poco prima delle otto e mezza saluto i presenti in casa, esco, attraverso la strada e raggiungo la discoteca, dove c'è già Federico. Mentre chiacchieriamo ci raggiungono anche Mattia, Gioele e Thomas, perciò entriamo nel locale, e subito ci dirigiamo al bancone per prendere da bere.
Beviamo svariati shot di vodka e altri alcool per una mezz'oretta, poi ci andiamo a scatenare in pista fino alle due (più o meno), quando decidiamo di andare via, essendo già stanchi delle tante persone presenti. Usciamo dalla discoteca, camminiamo fino alla piazza di fronte a casa mia, ci sediamo su una panchina e finalmente Thomas tira fuori dalla tasca le canne.

"Alla buon'ora!" dico prendendo fuori l'accendino dalla mia borsa.

"Te inizia a star serena dopo non ti vogliamo portare in ospedale" replica Gioele prendendomelo dalle mani, come fa di solito.

"Ragazzi, ma come siete esagerati!" dico ridendo, il fratello di Bezzecchi mi ridà l'oggetto, che rimetto in borsa, fa un tiro e poi me la passa. Dato che il mio limite è di sei tiri, li faccio e poi la passo ai ragazzi, che la finiscono.

04.10

"Rebe, dritta a casa, mi raccomando" dice Mattia, facendo il responsabile del gruppo.

"Si, non preoccuparti, fatta e ubriaca come sono dove vuoi che vada" replico ridendo. Saluto tutti con un bacio sulla guancia, attraverso la strada, entro nel palazzo, salgo le scale, apro la porta di casa mia cercando di fare più silenzio possibile (ma è abbastanza difficile, dato che sto capendo poco niente). Appoggio la borsa sul divano, prendo il telefono e vado in bagno, dove tolgo le scarpe ed i vestiti, metto una maglietta a maniche corte di mio fratello (che uso come pigiama) e poi tolgo velocemente il rossetto ed il mascara. Esco, vado in cucina, apro qualche sportello e finalmente trovo un pacco di muffin al cioccolato, esattamente quello che voglio quando sono in chimica. Ne prendo due, vado sull'attico, mi siedo sopra ad una sedia, appoggio le cose sul tavolo ed inizio a mangiare, guardando il panorama marittimo. Verso le quattro e quaranta entro in casa, vado in camera mia, metto in carica il telefono e, facendo meno casino possibile per non svegliare Fabio, mi metto a letto, dove collasso poco dopo, essendo stanca morta.

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Vengo svegliata dalla forte luce presente nella stanza, apro a fatica gli occhi, accendo il telefono e sul display leggo 12:36. Decido di alzarmi, nonostante la mia voglia di farlo sia minima, se non direttamente inesistente. Dato che non fumavo da un qualche mese, oggi mi ritrovo con i sintomi che si hanno durante la prima canna: sono decisamente indolenzita, e guardandomi allo specchio ho notato anche gli occhi gonfi. Raccolgo i capelli in uno chignon scompigliato, apro la porta della camera e vado in cucina, dove mi preparo un caffè. Una volta pronto prendo la tazzina, e, sentendo la voce di mio fratello provenire dalla terrazza, vado ad assicurarmi che non stia impazzendo e non parli da solo. Lo vedo insieme ad un ragazzo, e, non appena mi nota, mi saluta.

"Ma buongiorno bell'addormentata! Vorrei presentarti un mio grande amico..." Fabio inizia a parlare, ma io lo blocco non appena il ragazzo, che era di spalle, si gira per guardarmi e vedo il suo viso.

"Cosa ci fai tu qui?" Chiedo guardando male quest'ultimo.

"Tu sei sua sorella!?" chiede stupito guardandomi in faccia.

"Già" dico fulminandolo con lo sguardo.

"Ah, ve conoscete già?" Chiede Fabio.

"Non troppo, e non ci tengo neanche a farlo" dico, per poi tornare dentro casa.
Io ed Enea Bastianini ci siamo conosciuti l'anno scorso, precisamente durante una sera di agosto in cui io dovevo andare in discoteca con i miei amici. Stavo aspettando Gioele sul marciapiede della strada dietro all'Arena 58 (abbastanza tetra con poca luce) e, ovviamente, avevo un look per andare a ballare, quindi ero abbastanza scoperta. Nel periodo di attesa del mio amico, per mia sfortuna, è passato Enea, ha dato due colpi di clacson e poi, dopo vari commenti per niente consoni sul mio corpo, ha anche provato a chiedermi quanto prendessi per portarlo a letto. Il coglione, perché quello è, per cercare di convicermi a fargli almeno qualcosa (spero si intenda) ha iniziato a spiegarmi chi fosse, che era importante rispetto a me e che dovevo fare quello che lui diceva. Inutile dire che me ne sono andata (ovviamente dopo avergli mostrato il dito medio ed averlo mandato a fanculo come una brava romana sa fare) e che ho chiamato Gioele, che alla fine mi è passato a prendere sul lungomare.

𝘈𝘭𝘭 𝘸𝘦 𝘩𝘢𝘷𝘦 𝘪𝘴 𝘯𝘰𝘸 || 𝘌𝘯𝘦𝘢 𝘉𝘢𝘴𝘵𝘪𝘢𝘯𝘪𝘯𝘪  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora