Erano le otto del mattino di un gelido febbraio e io come al solito non ero pronta ad affrontare il freddo delle sei e mezzo del mattino per andare a scuola. Sbuffai e andai a darmi una sistemata per non sembrare un cadavere alle mie compagne di classe, fortunatamente era sabato e questo stava a significare due cose: la prima che il giorno dopo sarebbe stata domenica e la seconda era che mi sarei tolta la maschera da brava ragazza molto presto. Sorrisi a questo pensiero e mi avviai alla mia fermata del bus sperando che quelle cinque ore di scuola finissero presto.
Erano le dieci e cinquanta e la ricreazione era suonata, io, come sempre, andai verso il mio ragazzo. Stavamo insieme da quattro mesi e tutto era nato per caso. Lo vidi venire verso di me con un'espressione che annunciava un sentimento di rabbia.
<< Ei, amore, che hai?>> gli chiesi non appena fu abbastanza vicino per sentire la mia voce.
<< Niente, mi spiace solo che tu debba uscire con Sofia oggi e non con me.>> mi spiegò con un pizzico di invidia. Sofia era la mia migliore amica da cinque anni e ci siamo conosciute tra lo smog degli autobus e i libri; eravamo molto diverse caratterialmente ma ciononostante non abbiamo mai avuto una vera e propria lite. Col tempo ho capito che era fondamentale nella mia vita perchè era l'unica a farmi distinguere ciò era giusto e ciò che era sbagliato.
<< Mattia, sai benissimo che il sabato è il giorno in cui io esco con Sofia e gli altri.>>
<< Si, gli altri...>>. "Gli altri" erano gli amici di Sofia e tutti loro avevano una moto: il sabato veniva a prendermi quello che presto sarebbe diventato uno dei miei amici più importanti e mi portava fuoricittà dove di solito si tenevano i raduni di moto. In questi raduni "gli altri" si dilettavano a fare impennate e altre cose scellerate. Dopo aver rassicurato Mattia tornai in classe, cosciente che avrei dovuto aspettare ancora prima di andare a divertirmi.Suonò la campanella e io corsi fuori dalla scuola, diretta verso il bus, con mia grande sorpresa vidi Sofia che mi aspettava con un sorrisino beffardo stampato in faccia.
<< Ciao, scema, come stai?>> mi domandò non appena la raggiunsi. Lei, purtroppo, aveva cambiato scuola e io potevo vederla in pomeriggio e il sabato. << Avevo chimica all'ultima ora quindi puoi solo immaginare>> << Sei pronta per oggi pomeriggio?>> chiede ammiccante facendomi intendere a chi si riferisce. <<Certo.>> risposi sorridendo poichè avevo capito che si riferiva a Leonardo, quello che mi veniva a prendere. Tra me e lui c'era sempre stata una grande intesa mentale e avevamo fondato un'amicizia su battutine a sfondo sessuale che lasciavano il tempo che trovavano. Il bus era arrivato e io,poco dopo, arrivai alla mia fermata, salutai Sofia e diressi verso casa mia.
Dopo aver mangiato mi catapultai in bagno per prepararmi. Misi dei jeans neri abbinati ad una felpa nera e mi truccai come sempre: correttore, mascara ed eyeliner. Tra una cosa ed un'altra si fecero le tre e poco dopo mi suonò il telefono che annunciava una chiamata da parte di Leo: erano arrivati. Presi il casco e corsi alla fine della mia discesa alla quale mi aspettavano Leo, Giacomo e Lorenzo. Misi il casco, montai in sella e sfrecciai via.
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Espìrìto Libre.
ChickLitMolte volte le persone vedono l'immenso in persone in cui ci sono solo limiti e questo il caso di Gaia che ha visto troppo in gente che aveva troppo poco. Gaia, diciasettenne alle prese con i primi accenni di vita, si trova a fare i conti con nuovi...