Alzarsi quel giorno era difficile, quasi impossibile.
La sera prima passai la notte a piangere in memoria dei momenti passati con Leo e capì dopo un po' di ore che mi aveva sfruttato e basta.
Mi trascinai in bagno e ammirai le mie bellissime occhiaie viola e gli occhi gonfi e rossi dal pianto: sbuffai e decisi di chiamare Sofia per riferirle che quel giorno non sarei andata a Fuoricittà.
<< Buongiorno, come stai?>> chiese non appena rispose, lei sapeva tutto per filo e per segno grazie agli screenshot che le inviai.
<< Una merda.>>
<< Fantastico, dai, oggi passi una giornata diversa.>>
<< A proposito, io passo per stavolta.>> le annunciai.
<< Come? Perché?>> chiese stupita.
Come glielo spiegavo che la sola vista di Leo mi provocava una fitta al petto?
<< Dovrei venire in moto con lui e non voglio.>>
Anche solo pronunciare il suo nome mi faceva male.
<< Fatti portare da Lore.>>
<< Ora vedo, devo andare o faccio tardi.>> dissi e riattaccai dopo averla salutata.
Ero alla fermata e avevo gli occhi piene di lacrime che stavo trattenendo, Lorde stava cantando nelle mie orecchie e pregavo di non veder passare Leo.
Mi squillò il telefono e vidi che Lorenzo mi stava chiamando.
<< Ehi, dimmi tutto.>> risposi
<< Come stai?>> chiese con voce triste: lui aveva saputo.
<< Se ti dico bene mi credi?>>
<< No.>>
<< Appunto.>>
<< Senti, ti passo a prendere e ti porto a scuola, così intanto mi racconti la tua versione.>>
" La tua versione" come se la vicenda fosse andata diversamente.
Accettai e chiusi la chiamata, iniziando ad aspettarlo.
<< E quindi è andata così.>> conclusi la storia con i lacrimoni.
<< Wow, bella merda.>>
<< Già e forse oggi lo devo vedere.>>
<< Vieni lo stesso?>>
<< Non lo so, devo vedere se sono psicologicamente pronta per salire di nuovo in moto con lui.>>
<< Se ti porto io?>>
Annuì.
<< Merda, sono quasi le otto>> esclamai e, dopo essermi infilata il casco, partì.
Appena scesi dalla moto, iniziai a correre verso la scuola, sotto gli occhi di un ragazzo che era accanto ad una ragazza dai capelli scuri.
<< Anto! Non chiudere, sono qua.>> urlai alla bidella non appena fui abbastanza vicina da farmi sentire.
<< Sei sempre la solita, fila in classe.>> mi rimproverò con un sorrisetto.
Le sorrisi a mia volta e bussai alla porta della mia aula.
<< Scusi per il ritardo, professoressa.>> dissi per poi guardare il casco che tenevo << Posso posarlo sulla mensola?>> chiesi, ricevendo un si come risposta, andai a mettere il casco a posto e poi, sotto agli occhi delle mie compagne di classe che si domandavano chi mi avesse portato in moto, andai a sedere al mio posto.
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Espìrìto Libre.
ChickLitMolte volte le persone vedono l'immenso in persone in cui ci sono solo limiti e questo il caso di Gaia che ha visto troppo in gente che aveva troppo poco. Gaia, diciasettenne alle prese con i primi accenni di vita, si trova a fare i conti con nuovi...