Altro giorno, altra monotonia: aprì gli occhi e sbuffai, non sentendomi pronta ad affrontare un'altra giornata di liceo.
Per di più era lunedì ed era, quindi, un altro pretesto per non sentirmi pronta ad affrontare il mondo. Decisi di alzarmi e di trascinarmi in bagno per mettere le prime cose che presi dall'armadio due secondi prima. Dopo essermi sistemata e aver preparato lo zaino, m'incamminai verso la fermata del bus: quel giorno non avevo voglia di andare in macchina con Mattia, che era solito venirmi a prendere con i suoi, volevo solamente indossare le cuffie e pensare a quello che era successo il giorno prima. Stavo bene con Mattia se si lasciava stare che era esageratamente geloso e che si arrabbiava se una volta non volevo uscire con lui, ma con Sofia o gli altri; con Leo, invece; era tutta un'altra storia: il nostro rapporto si fondava su un'attrazione fisica micidiale che era ostacolata da tutto e da tutti.
Montai sull'autobus mentre Billie Eilish mi cantava nelle orecchie e, improvvisamente, sentì la musica andare scemando, segno che erano arrivate delle notifiche, controllai e vidi che Leo mi aveva scritto:
"Ei" scrisse aggiungendo un cuore ed io sentì il mio cuore mancare di un battito. Maledizione, non doveva farmi questo effetto, Mattia doveva, non lui.
Gli risposi fredda, per non sbilanciarmi troppo. Non dovevo dargli il controllo della situazione altrimenti saremmo arrivati dove voleva lui in un secondo.
"Come stai?"chiese come se non sapessi come stavo, come se non sapesse che stavo mettendo tutto in dubbio per lui. Mentì rispondendogli che stavo bene, che stavo andando scuola e mentre gli stavo scrivendo, vidi Mattia al nostro parco, con le cuffie alle orecchie, che mi aspettava.
<< Ciao, amore, come stai?>> dissi così per non farlo insospettire.
<< Insomma, potrei stare meglio. Come mai non sei venuta con me oggi>> chiese arrivando subito al punto. Cosa dovevo dirgli? Che mi stava passando tutto, per colpa della sua morbosità ed infantilità e che stava mi iniziando a piacere una persona che si giocava bene con i miei pensieri e accendeva in me impulsi e desideri che non sapevo di avere. << Avevo semplicemente bisogno di stare per conto mio e pensare un po'>> spiegai omettendo tutto. << Ma sei sicura di stare bene?>> domandò visibilmente preoccupato. << Direi di sì, avevo solo bisogno di stare sola, come sempre.>> dissi iniziando a scocciarmi. Mi dava fastidio che ogni volta che volevo stare un po' per conto mio, per lui c'era un sempre secondo fine, come se gli stessi nascondendo qualcosa ed era vero solo in questo caso. La campanella iniziò a suonare e mi salvò da quel terzo grado che mi innervosiva e basta. Salutai Mattia con un bacio davanti alla porta dell'edificio che per la prima volta ringranziai di avermi sottratto ad altre domande.Passai l'intervallo con Mattia e pensavo a ciò poteva avermi scritto Leo e lui se ne accorse portandomi alla realtà diverse volte. << Lo sai che puoi parlarmi di qualsiasi cosa.>> mi disse prima di varcare la porta di classe sua ricevendo un si da parte mia. Il mio sentimento stava andando in fumo e me ne rendevo ogni volta che Mattia provava a parlarmi o ad avere un contatto fisico con me.
Il pomeriggio lo avevo passato come sempre: con i miei amici, solo che Leo stavolta non c'era ed io sentivo la sua assenza.
<< Amorina, verresti con me un attimo?>> mi riprese Andrea, il mio migliore amico per eccellenza. Ci conoscevamo da poco ma abbiamo stretto subito una forte connessione mentale, riuscendo a stabilire una forte amicizia che si fondava su offese e su affetto molto imbarazzante. Andai da lui sotto lo sguardo accigliato di Mattia che era sempre stato geloso di lui. << Sai che giovedì c'è il corso sulla sicurezza dalle due alle sei?>> continuò non appena ero abbastanza vicina per sentirlo. Annuì e lui mi chiese se quel giorno fossi andata con lui a pranzo e io, ovviamente, accettai non vedendoci alcun male.
Raggiunsi nuovamente i miei amici e andai verso Mattia che mi fece cenno di raggiungerlo.
<< Che ti ha detto?>> tuonò riferendosi palesamente ad Andrea. Imparai col tempo che non me ne doveva fregare niente se non gli andava bene che parlassi col mio migliore amico, perché era lui quello che veniva la sera a casa mia per consolarmi, sopportando il freddo e molte volte la pioggia. << Mi ha chiesto di andare a pranzare con lui giovedì.>> dissi decisi con fermezza.
<< Si.>> affermai per poi andare verso i miei amici.
Passai con loro le ultime ore del pomeriggio per poi andare a casa in motorino con Francesco. Lui capiva quando c'era qualcosa che mi turbava e quando lo comprendeva faceva la via lunga passando dalla strada alternativa.
<<Va tutto bene, Gaia?>> chiese, una volta spento il mezzo. << Uhm, credo di sì.>> tagliai corto per poi abbracciarlo e salutarlo. << Se hai bisogno, chiama, il numero ce l'hai.>> mi disse prima di ripartire. Una volta arrivata a casa, controllai i messaggi, studiai e dopo aver mangiato qualcosa, mi misi a guardare un film fino a che non controllai dal sonno.
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Espìrìto Libre.
ChickLitMolte volte le persone vedono l'immenso in persone in cui ci sono solo limiti e questo il caso di Gaia che ha visto troppo in gente che aveva troppo poco. Gaia, diciasettenne alle prese con i primi accenni di vita, si trova a fare i conti con nuovi...