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Era sabato e questo significava che sarei andata a Fuoricittà e ci sarei andata senza vincoli, perché, come mi aveva fatto notare Sofia, io non ero ufficialmente fidanzata perciò ero libera, in tutti i sensi.

Passai le ultime cinque ore di scuola ad immaginarmi il viaggio in moto abbracciata a Leo e a ripensare alle cose che avevamo fatto il giorno prima.
<< Sta seguendo lei?>> mi riprese il professore di chimica che era una noia assurda, soprattutto all'ultima quando io volevo solamente sfrecciare in moto.
Feci cenno con la testa e, dopo aver riposto alle sue domande che servivano ad assicurarlo, mi lasciò in pace e continuai a viaggiare con la mente.
Come ogni sabato, fuori dalla scuola, c'era Sofia che mi aspettava raggiante.
<< Buongiorno, scema.>> esclamò subito e mi abbracciò.
<< Buongiorno, perché tutta questa felicità?>> chiesi perplessa, reduce da un'ora di chimica che non avevo nemmeno capito.
<< Oggi vedo Thom.>> spiegò esaustiva.
Lei e Thom abitavano distanti e si vedevano solo il sabato, a Fuoricittà, e il mercoledì, quando lei andava a casa sua.
<< Fantastico.>> dissi tristemente.
Loro erano così felici e lo ero anche io per loro, ma io non avevo una stabilità e di solito andavo in crisi quando non avevo la situazione sottocontrollo.
<< Cosa c'è?>> chiese poiché si aspettava una reazione un po' più felice da parte mia.
<< Sono solo stanca e non so cosa Leo voglia da me.>> le spiegai mentre camminavamo verso la fermata dell'autobus.
<< Io non lo so,più che altro, tu lasciati andare ma partendo prevenuta.>> mi consigliò.
Annuì e salì sul bus con lei che mi chiedeva cosa mi sarei messa quel giorno e come mi sarei truccata.
La salutai e andai a casa.
<< Oggi esci?>> chiese mia nonna mentre mi metteva sotto il mento un piatto di pasta fumante.
<< Si, come sempre.>> ammisi mentre pensavo già a questo pomeriggio.
<< Vai in moto?>> domandò con la speranza che dicessi di no.
Il fatto che andassi in moto era una novità degli ultimi due mesi ed alla quale mia nonna era contraria, ma sapeva anche lei che non poteva farci nulla e che mi più mi vietava le cose, più io trovavo il modo di farle.
<< Fa' attenzione e prendi il casco.>>
Le dissi di sì e, dopo aver bevuto un sorso d'acqua, mi catapultai in bagno per dar vita alla vera me.
Al posto dei pantaloni del tuta, misi dei jeans neri, a vita alta, ed a sostituire il maglioncino grigio c'era una felpa nera, che infilai nei pantaloni.
Il tutto accentuato da un trucco altrettanto nere e da catene.
Si fecero le tre, io mi stavo ancora piastrando i capelli e il mio telefono decise di suonare facendomi capire che era Leo.
<< Dimmi tutto, fra.>> risposi goffamente dato che tenevo il telefono tra la spalla e il collo.
<< Sono giù, con Giacomo.>> sottolineò per frenare la mia voglia di baciarlo.
<< Due minuti e arrivo.>> annunciai per poi riattaccare e iniziare la mia corsa alle scarpe.
Agguantai il giacchetto e, con il casco in mano,corsi verso i miei amici.
<< Ciao, raga.>> urlai quando li adocchiai alla fine della via, ognuno sulle corrispettive moto: erano entrambi affascinanti.
<< Ciao, scema.>> mi rispose Giacomo accogliendomi tra le sue braccia.
<< Ehilà.>> mi rivolsi poi a Leo con un imbarazzo che non capivo nemmeno io.
<< Ehi.>>  ribatté con timore come se Giacomo potesse capire il nostro segreto.
Indossai il casco, montai sulla moto nera e filai via, veloce.
Io e Leo eravamo soliti a giocare mentre eravamo in strada mentre oggi l'unica cosa che facevamo era toccarci la mano di nascosto agli occhi di Giacomo che era occupato ad impennare.
Facemmo il nostro ingresso nel solito modo di sempre: su di una ruota ed allinati.
Scesi e corsi verso Sofia che era abbracciata a Thomas.
<< Ciao, Thom.>> dissi per poi abbracciarlo, mi risalutò e poi andò in pista.
Guardai Sofia e poi guardai Riccardo e notai che i suoi occhi erano già su di me, distolsi lo sguardo e mi concentrai sulle parole di Sofia e su Leo che mi guardava mentre mi soffermai su Riccardo.
In quella settimana mi dilettai a far ingelosire Leo dicendogli che preferivo la compagnia di Riccardo anziché la sua e che sarei andata in moto con lui.
Io e lei ci avvicinammo al nostro gruppo di amici, in cui c'era anche Leo.
<< Ei, Fra, mi faresti mettere a sedere sulle tue ginocchia?>> chiesi dato che tutti i posti erano occupati.
Accettò e mi misi a sedere sul mio amico sotto gli occhi severi di Leo.
<< Scusa, so che sei il mio uber, ma credo che Elena si incavolerebbe se mi mettessi a sedere su di te.>> lo provocai.
Lo vidi scuotere la testa.
<< Be' anche io credo che darebbe fastidio a Matteo..ah no, è vero.>> rispose poco dopo.
Lui sapeva che lo avevo lasciato per lui e che non doveva rinfacciarlo, ma soprattutto non doveva sfidarmi.
In quel momento Riccardo era vicino a noi e Sofia ne approfittò per andarlo a salutare, decisi, in quel momento, di unirmi a lei per attuare il mio piano di vendetta.
<< Comunque, se tu non lo avessi capito, io mi chiamo Gaia.>> esordì per rompere il ghiaccio.
<< Si, lo avevo capito, ma non avevamo mai avuto l'occasione per presentarci, io sono Riccardo.>> si presentò porgendomi la mano.
Dopo un po' di chiacchiere, decisi che forse era il momento di ritornare nel mio habitat, perciò mi riunì con i miei amici.
<< No, comunque Riccardo è molto simpatico.>> dissi a Sofia, riferendomi a Riccardo, ma, sotto sotto , sapevo che quella frase era per Leo.
Ovviamente, Leo mi tenne il muso per tutto il tempo ma io non avevo intenzione di farmi rovinare il sabato da lui, quindi io e la mia migliore amica ci si diresse nuovamente da Riccardo che era impegnato a lavorare con la sua moto.
<< Via, ma che vuoi fare? Se è un catorcio, un catorcio rimane.>> lo prese in giro lei.
In realtà la moto di Riccardo era una tra le più belle del posto, sia per il motore sia per le grafiche.
<< Si, intanto c'ho i cavalli come le Ferrari.>>
<< Ma che cavalli, lì come minimo ci sono dei pony.>> lo beffeggiò ulteriormente, perché infondo gli piaceva ancora.
<< Vuoi provarli i pony?>> la sfidò e lei mi guardò come se io potessi salvarla.
Le dissi telepaticamente di accettare e di non farsi sottomettere.
Lei capì: << Va bene, non ho problemi.>> lo aizzò e si diresse a prendere il casco.
Io, nel frattempo, la seguivo con lo sguardo, fiera di come avesse preso questa sfida.
Montò in sella, allacciò le braccia e le gambe a lui e prima di partire lo sentì sussurrarle: <<Tieniti forte.>> , la vidi annuire e la moto prese vita, scatenando un rombo assordante e, in un nanosecondo, non c'erano più.
Non erano seguiti solamente dai miei occhi, ma anche da quelli di Thomas che li vide partire, quando si fermò.
Dopo pochi secondi, ritornò e annunciò di voler andare al BurgerKing, questa sua richiesta fu assecondata da Giacomo.
<< Senti, io e te possiamo avviarci un po' prima?>> chiesi a Leo che si era avvicinato a me precedentemente.
<< Sì.>> tagliò corto per poi andare verso la sua moto che non aveva niente a che vedere con quella di Riccardo.
Montai con lui e, dopo essermi messa il casco, andai via.
<< Cosa c'è?>> gli chiesi quando fermò la moto nel piazzale vicino al posto del raduno.
<< Mi chiedi pure cosa io abbia?>>
<< Si, dato che non ho fatto nulla.>>
<< Mh, le frecciatine e te che parli con Riccardo?>> domandò
<< Be' le mie frecciatine erano risposte alle tue e Riccardo è una persona come un'altra con la quale io posso parlare tranquillamente e poi ti sembri nelle condizioni di essere geloso?>> chiesi iniziando ad alzare la voce.
<< Mi aspetto delle scuse comunque.>> dichiarò
<< Scusa.>>
<< Eh, ma non avresti dovuto farlo.>>
<< Leo, gli errori si fanno e non si possono evitare e dopo averli fatti l'unica cosa che puoi fare è chiedere scusa.>>
<< Mh, sarà meglio per te, adesso mettiti il casco.>> mi impose porgendomelo.
Non poteva credere di avere il potere di farmi fare quello che voleva lui.
<< No.>>
<< Su, metti il casco, Gaia.>> ribadì.
<< Ho detto di no.>> controbattei nuovamente.
<< E come credi di venire al Burger?>> chiese beffardo come se solo lui avesse potuto portarmi.
<< Chiedo a Giacomo o a Lore.>>
<< Ah, ok, allora io vado.>> disse per poi andare verso il raduno, lasciandomi sola.
Iniziai a piangere poiché non sapevo se mi aveva perdonata davvero e che non potevo perderlo.
Sentì dei rombi di moto avvicinarsi e scovai con gli occhi il veicolo di Giacomo.
<< Ehi, senti non è che potresti portarmi tu?>> chiesi con voce strozzata.
<< No, sai che non ho le pedaline e che non posso per via dell'età.>> si giustificò come sempre, poco dopo, vidi arrivare Lorenzo con un tubicino in mano e capì che non era il caso di chiedere a lui.
<< Fammi salire.>> imposi a Leo dopo aver capito che era l'unica alternativa.
Mi rifiutai di reggermi a lui come se il mio distacco potesse lederlo.
Raggiungemmo il fast food in meno di due minuti e mi ricordai della promessa fatta a Giacomo una settimana prima.
<< Oggi offro io.>> decisi una volta raggiunto.
<< Eh si, oggi tocca a te, tu intanto vai ad ordinare, io ci prendo i posti.>> disse mentre entravamo.
Lo guardai un secondo negli occhi per poi avviarmi al bancone con gli altri per prendere il cibo e, una volta preso il mio, ritornai al mio tavolo al quale c'erano Leo, Giacomo e Lorenzo, mentre Sofia e Thom erano a quello di fronte.
<< Ecco a lei.>> esclamai fingendomi una cameriera e porgendo le porzioni che spettavano a Giacomo che nel frattempo si era tolto il giacchetto.
<< Molto gentile, non è che lo poseresti li?>> chiese porgendomi il Napapijri verde scuro.
<< Mh, in realtà non è che potrei metterlo, ho un po' di freddo?>> chiesi, mostrandogli che avevo solo una felpa nel bel mezzo di una sera di febbraio
<< Si, certo.>>
Lo indossai e iniziai a mangiare insieme agli altri e, un discorso tira l'altro, ben presto ci trovammo a parlare della nostra situazione sentimentale.
<< Io posso considerarmi fidanzato con la mia moto.>> dichiarò Lorenzo mentre addentava un panino.
<< Mh, te, invece, come stai messa a situazione sentimentale?>> chiese Leo beffardamente.
<< Mi sono appena lasciata, ma fortunatamente non l'ho presa troppo male.>> confessai, guadagnandomi un'occhiata stupita da Giacomo.
<< Tu, invece?>> rimandai a Leo.
<< Va ok.>> concluse, guardandomi dritta negli occhi.
Abbassai lo sguardo e continuai a mangiare le patatine, mentre guardavo Sofia e Thom sorridersi a vicenda.
Ero felice che Sofia fosse felice e che avesse trovato una persona che la facesse star bene, ma allo stesso tempo sentivo un sentimento di invidia, perché capì che avevo portato avanti una relazione che ben presto diventò tossica; mentre pensavo questo, sentì una mano farsi strada sulla mia gamba e intrecciarsi con la mia.
Alzai lo sguardo e vidi Giacomo che mi guardava e abbozzò un sorrisino.
Continuai a tenergli la mano mentre Leo mi fissava incredulo e Lorenzo che non capiva cosa stesse succedendo.
<< Tu? Come stai messo a situazione sentimentale?>> mi rivolsi a Giacomo, prendendolo alla sprovvista.
<< Mh, per ora niente in vista, per ora, però>> enunciò, sottolineando il "per ora".
Afferrai al volo il suo concetto e continuai a scherzare imperterrita con i miei amici fino che non arrivò l'ora di andarsene e di dire "ciao" a Fuoricittà fino a sabato.
Ci avviammo all'uscita ed io rimasi abbracciata a Giacomo, mentre Sofia e Thom rimasero dietro di noi per avere i loro spazi.
<< Secondo te si baciano?>> mi sussurrò per non farsi sentire.
<< Mh, non credo ma mai dire mai.>> dissi e si staccò per andare da Lorenzo che stava parlando con un gruppo di amici.
<< Andiamo?>> chiese Leo dopo pochi minuti.
<< Direi di si, sono quasi le sette.>> ammisi e mi inviai verso la sua moto con lui dietro che mi raggiungeva.
<< Scusa, stavo parlando con Elena.>> mi informò mentre si infilava il casco e salì in sella.
<< Sali.>> mi provocò sornione e, appena salì, mise in moto per poi impennare davanti a tutti.
Successivamente Giacomo si unì a noi e aspettammo Sofia che era rimasta indietro per poter salutare Thomas che abitava dalla parte opposta alla sua.
<<Andiamo a spiarli?>> mi esortò Giacomo quando ci raggiunse in moto.
<< Via, lasciali in pace.>>
<< Ma io voglio vederli baciarsi.>> si giustificò col broncio.
<< Si vede che hai bisogno di una ragazza>>
Stette zitto e,poco dopo, arrivò Sofia con il casco già indosso, pronta a saltare in sella a Giacomo che aveva ceduto per portarla.
Dieci minuti dopo eravamo in piazza per salutare anche gli altri nostri amici.
<< Ciao ragazzi, noi si va verso casa.>> dichiarò dopo un po' di minuti Leo e, nel frattempo, io presi da una parte Giacomo.
<< Non è che mi porteresti?>> chiesi ammiccante e, dopo esserci guardati negli occhi, annuì; misi il casco e salì con lui.
<< Reggiti forte perché impenno.>> mi informò quando si assicurò che ero ben salda a lui.
Partì a tutta velocità, facendo rimanere indietro Sofia che era montata con Leo.
Arrivate a casa mia, scesi e salutai Giacomo e Leo che mi abbracciò a malapena, visibilmente offeso e scocciato.
Ritornai da Giacomo che mi abbraccio nuovamente, mettendo però le sue mani sui miei fianchi.
<< Semmai ci sente stasera.>> dissi riferendomi ad entrambi i ragazzi e poi entrai in casa con Sofia dopo che anche lei li ebbe salutati.
La stessa sera, andammo a casa di un mio caro amico, Giovanni, a mangiare una pizza, in compagnia di altri ragazzi.
<< Giova, siamo noi, aprici.>> gli urlai al citofono una volta arrivate alla porta.
<< Si, salite>> disse e aprì con il citofono.
Salimmo le scale e lo trovammo davanti al camino che si fumava una sigaretta.
<< Ciao, sceme.>> ci salutò.
Mi tolsi le scarpe e mi misi sul divano, in attesa di un messaggio di Giacomo e Leo.
<< Vi va di farvi una canna dopo?>> chiese all'improvviso Giovanni, mentre rovistava nelle tasche del suo giacchetto.
Guardai Sofia e annuì.
Tirò fuori dalla tasca il sacchetto con la "materia prima", come la chiamava lui, e iniziò a tagliarla.
Il campanello suonò di nuovo e l'immagine mandata dalla telecamera svelava che era Davide.
<<Ciao raga, com'è?>> chiese dopo aver salito le scale.
<< Tutto ok.>>rispondemmo io e Sofia all'unisono.
<< Senti, la pizzeria mi ha detto che è tutto pronto per le otto e mancano dieci minuti, vai tu?>>
<< Si, chi viene con me?>>
<< Gaia.>> decise lei per poi lanciarmi un'occhiata: Sofia e Giovanni ebbero una storia.
<<Sofia.>> rimandai rilanciando l'occhiataccia.
<<Parlo con Giovanni.>> le dissi quando il diretto interessato e Davide andarono giù.
<< Ah, ok, quindi mandi me per sapere novità?>> chiese nervosa.
<< Esattamente.>>
<< Ok, allora vengo io.>> urlò per farsi sentire dai due.
Passammo la serata con loro fumando, bevendo e scherzando così tanto che ci ritrovammo a correre da fatte per la strada di ritorno a casa.

Ero libera e felice.

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