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Passai la serata a cazzeggiare con Sofia e a parlare di ciò che era successo quel giorno. Mi passavano per la testa continuamente le parole di Leo.
Non sapevo se lo volevo a casa mia ma era certo che non ci fosse semplice amicizia; nel frattempo pensavo ad Elena e Mattia che erano ignari di tutto. Sapevo che lei era abbastanza gelosa da poter eventualmente capire qualcosa e lo sapevo da quando Leo mi consigliò di non reggermi a lui quando si passava davanti casa di quella ragazza.

Si fecero le due di notte e io e la mia migliore amica ci si addormentò senza darci nemmeno la buonanotte per colpa della stanchezza.

Mi svegliai con Sofia che controllava Instagram e che, non appena mi vide, mi accennò un sorriso.
<< Buongiorno, principessa sul pisello.>> << E ora te lo dicevo...>> provocai scatendo una risata da parte sua. Quella risata è così genuina che mi aiuta a star bene nei momenti più bui.
<< Quanto sarai stupida. Ma sei pronta per oggi?>> chiese per farmi ricordare il macello che combinai il giorno prima.
Mi ricordai del fatto che Leo sarebbe venuto a casa mia e ci sarebbe venuto con idee strane. Dopo aver scherzato un po', andammo a far colazione, per poi, andare a mettere a posto il letto messo solo per me e la confusione creata la sera prima.
<< Sinceramente non sono pronta per oggi, mi sento una grande cretina ma, al contempo, mi sento come quelle donne che fanno cadere ai suoi piedi tutti gli uomini che vogliono.>> confessai mentre Sofia era intenta a canticchiare una canzone che stava passando su Youtube.
Arrivò l'ora di lasciarsi e Sofia mi accompagnò alla fermata del bus, dicendomi che sarebbe potuta uscire in pomeriggio e che avrei dovuto raccontarle tutto non appena ci saremmo viste.

Arrivata a casa, mi fiondai in doccia come se avesse potuto servire a far scivolare via i sensi di colpa. Non avevo scritto a Mattia quella mattina e non succedeva da un bel po' di mesi. Se pensavo a Mattia sentivo quello che provavo da sempre ma un po' affievolito, se pensavo a Leo provavo una morsa al petto e non capivo questa sensazione. Uscita dalla doccia mi sentivo pulita soltanto fuori.

Tra una cosa ed un'altra si erano fatte l'una di pomeriggio e io già morivo di ansia: non sapevo cosa sarebbe successo, avevo anche io il controllo della situazione ma sentivo che da un momento all'altro poteva sfuggirmi di mano. Piano piano si fecero le tre e lui mi scrisse che sarebbe arrivato molto presto da me. Mi vestì velocemente con le mani che mi tremavano: perchè doveva farmi questo maledetto effetto?

Arrivò il messaggio che annunciava che era sotto casa mia: era arrivato il momento della verità. Scesi precipitosamente la discesa e lo vidi, più bello di sempre, sulla sua moto nera e con il casco in mano. Incrociammo gli sguardi e,poco dopo, ci salutammo, abbracciandoci.

<< Come stai?>> chiese dopo essersi sciolto dall'abbraccio. Come dovevo stare? Ero con un altro ragazzo che voleva tradire la sua ragazza con me che ero fidanzata, ma ciononostante, ero li a parlarne come avessi preso l'idea in considerazione.
<< Bene.>> mentii per poi chiedere a lui la stessa domanda e ricevere la stessa risposta. Decisi di intraprendere il discorso subito, evitando giri di parole.
<< All'inizio ti provocavo pensando che tu non fossi seria e che era solo un gioco. Col passare del tempo ho iniziato a vederti davvero come una bella ragazza e che forse poteva starci come cosa, allora...ho iniziato a fare pensieri su noi due.>> spiegò. Pensai che quei pensieri che faceva non dovevano essere incentrati su di noi, ma su di lui ed Elena.
<< Leo, non lo so, voglio dire: siamo entrambi fidanzati ma siamo qua a parlare di queste cose, come se nulla fosse.>>
<< Appunto, è proprio questo il punto: se tu non volessi questa cosa, non ne staresti parlando qua con me adesso.>> mi zittì. Aveva ragione,se non avessi voluto questa cosa, non avrei detto a Mattia che sarei uscita dopo perchè dovevo studiare e invece mi trovavo li,con Leo.
<< Hai ragione.>> dissi, stupendolo: <<Senti, avviamoci,ne parliamo in piazza>>. Lui annuì, indossò il casco, mise in moto e partì. Rimasta da sola, i miei pensieri mi occuparono la mente e i sensi di colpa mi tolsero il respiro.
Come potevo essere in grado di prendere in considerazione l'idea di tradire Mattia e mandare in fumo una relazione durata quasi sei mesi? Eppure l'avevo fatto, avevo mentito a tutti i miei amici, nascondendoli le motivazioni per le quali ero in ritardo. Leonardo, nel frattempo, mi passò accanto e con la mano mi mandò un bacio e io mi sentì ancora di più male.
Stetti con i mie rimorsi per dieci minuti prima di arrivare dai miei amici: salutai tutti, diedi un bacio a Mattia e salutai Leo come se non fosse successo nulla poco prima.
<< Come stai?>> mi chiese Francesco mentre si stava rollando un drummino. <<Bene, credo.>> dissi guadagnandomi uno sguardo accigliato da parte di tutti, soprattutto da Leonardo. Capì che forse era meglio lasciarlo perdere per evitare che gli altri si domandassero se ci fosse qualcosa che non andava, andai da Sofia che aveva invitato Elisa e le raccontai tutto, dall'inizio alla fine.
Elisa, che conoscevo da quasi otto anni, mi consigliò di lasciarlo stare e di non pensarci nemmeno poichè era un'idea veramente stupida e per la quale non valeva la pena di lasciare Mattia. Mentre parlavo con le mie amiche, sentivo lo sguardo di Leo pesare su di me, come se avesse avuto paura che svelassi il nostro segreto.
<< Amore, verresti con me un secondo?>> disse Mattia che intanto era venuto dietro di me, lo guardai interrogativa ma andai.
<< Va tutto bene?>> chiese non appena eravamo abbastanza lontani per non farci sentire.
<< Certo, perchè non dovrebbe esserlo?>> chiesi con fare fintotonto.
<< Vedo che mi eviti e ieri non mi hai scritto tutto il giorno.>> spiegò.
<< Scusa, ma ero Fuoricittà con Sofia e gli altri e non ho pensato molto al telefono.>> chiarì senza molti problemi. Io ero così diretta con tutti, senza pensare a camuffare le parole da dire per non far rimanere male le persone. Lo vidi incupirsi. << Che c'è adesso?>>
<< Se non hai pensato al telefono, vuol dire che non hai pensato nemmeno a me>> concluse infantile e se ne andò; non appena mi diede le spalle, tirai gli occhi al cielo,scatenando una risatina da parte di Leo che era vicino a me. Lo guardai e lui mi fece cenno di andare da lui.

<< Cos'hai da ridere?>> chiesi, una volta raggiunto,con una voce carica di istigazione.
<< Se tu stessi con me queste cose non succederebbero, ma tu ti ostini a stare con con quel bimbetto.>>
Il fatto era che Leonardo era anagraficamente più piccolo di Mattia, ma mentalmente era il più grande di tutti e io, che avevo diciassette anni, ero nelle grinfie di un ragazzo che ne aveva quindici. Vedevo Mattia che mi guardava mentre giocava a calcio con i miei amici e morivo dalla paura che sentisse una singola parola dei nostri discorsi, sentivo gli occhi dei miei amici su di me, desiderosi di sapere cosa io e Leo stessimo dicendo e vedevo Elisa guardarmi male mentre andava in skate, sorretta da Sofia e Giovanni.
<< Quindi cosa pensi di fare, Gaia?>> mi riprese mentre giocava con i lacci delle sue scarpe come se fosse stato nervoso.
<< Leo, non lo so, sono sicura che tra noi ci sia attrazione fisica e me lo assicurano i nostri sguardi e i discorsi che facciamo, ma ci sono due impicci: Elena e Mattia.>> << Ma loro non sapranno mai nulla e noi saremo liberi di stare con loro, lascerai Mattia solo per motivazioni tue.>>
<< Quindi tu vorresti fare quello di cui hai sempre parlato con me, ma continuando a stare con Elena come nulla fosse?>> chiesi stupefatta, incredula alle parole che stavo sentendo.                              << Esattamente.>> tagliò corto dato che stava arrivando Mattia verso di noi e che si mise accanto
<< Va be', io vi lascio alle vostre cose.>> esclamò Leo alzandosi per andare via, lo seguì con lo sguardo che andava verso gli altri
<< Di che stavate parlando?>>
<< Di ieri e di quanto ci siamo divertiti al Burger.>>mentì spudoratamente, non potevo di certo dirgli la verità. Continuammo a parlare del più e del meno, quando vidi Leo passarmi davanti agli occhi, diretto verso la casa di Elena, in quel momento capì che era tutto sbagliato, che lui mi avrebbe solo usata e che avrebbe fatto della mia sanità mentale il suo giocattolino. Continuai a parlare con Mattia per poi andare verso Elisa dato che se ne sarebbe andata.
<< Bimbe, io vado, non è che mi accompagnereste?>> chiese mentre salutava tutti e ricevette un "si" da parte di entrambe: avevo bisogno di pensare, di parlare e di avere consigli e questo Sofia ed Elisa lo avevano capito. << Mi fa schifo, parla di queste cose con me e poi va dalla sua ragazza tranquillamente, come se avesse parlato del prossimo episodio de " La Casa Di Carta".>> tuonai con un nodo in gola.
<< Te l'ho detto: una persona con un minimo di buonsenso non farebbe così.>> ribadì Elisa severamente, mentre aspettava che sua madre aprisse il portone attraverso il citofono. La salutai abbracciandola forte e poi mi incamminai al nostro solito posto assieme a Sofia che non disturbava il mio silenzio pieno di dubbi, incomprensioni e parole non dette. << Ei, ragazzi, noi andiamo.>> esordì lei una volta arrivate in piazza, per poi abbracciare tutti, uno alla volta.
Andai verso Mattia che mi scrutava perplesso e lo baciai come se un solo bacio fosse servito a cancellare tutte le sue incertezze. << Ci sentiamo dopo, ok?>>
Mi guardò per poi annuire: << Ok.>> ripetè per poi baciarmi, mi staccai e mi avviai con Sofia per quel pezzo di via che avevamo in comune. << Lo sai che io ci sono se hai bisogno, sono la tua migliore amica da troppo per non capire quando c'è qualcosa che non va>>. Acconsentì con la testa, per poi abbracciarla forte, perchè i nostri abbracci mi rompevano le costole ma mi riparavano il cuore.

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