Capitolo 22

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<<Lele, inizia ad andare in camera. Tra cinque minuti sono da te>>

<<Ti aspetto in camera>>

Vai in cucina da mio padre e lo trovo lì che guarda la televisione come se non fosse successo nulla.

<<Papà...>>

<<Sei tornata...>> mi risponde freddamente senza guardarmi.

<<Papà... io non voglio litigare ma devi capire che così non mi aiuti>> gli dico sedendomi accanto a lui.

<<Invece sì. Quel ragazzo ti porterà su una cattiva strada, non starai con lui>>

<<Lui è tutto per me, papà. Non è il tipo di ragazzo che credi tu. Quando sono stata con lui ho passato le settimane più belle della mia vita>> dico senza innervosirmi.

<<Continua a credere quello che vuoi ma, quando ti ritroverai da sola immischiata in brutte cose, non venire da me>> continua a non guardarmi.

<<Papà, credimi>> gli dico cercando di rimanere calma.

<<Credere a cosa? A delle scemenze?>> mi dice lui.

<<Papà, sai che ti dico? Vaffanculo!>> mi alzo e me ne vado. Mentre salgo le scale mi scontro con mia madre.

<<Gina, com'è andata? Ho parlato con Lele>>

<<Mi chiedi anche com'è andata, dopo che mi hai cacciato?! È andata che io non abito più qui e dici a tuo marito che non ha più una figlia!>> dico calcando la parola marito.

Corro in camera nonostante la voce di mia madre che mi chiama. Entro e sbatto la porta. Lele si alza e mi abbraccia <<Calmati, stai tranquilla>>

<<Come faccio a stare tranquilla con mio padre che non mi crede?>>

<<Almeno ci hai provato, hai provato a chiarire con lui>>

<<Ti prego andiamo via, voglio tornare a Milano>>

<<Sei sicura?>>

<<Sì, non mi interessa cosa diranno>>

<<Allora preparati che ce ne andiamo da qui, si torna a casa nostra>>

Preparo le valigie e usciamo di casa senza salutare nessuno.

<<Non vuoi salutare nessuno?>> mi chiede Lele.

<<Solo le mie amiche. Aspetta che le chiamo e le faccio venire>> gli rispondo.

Mando un messaggio sul gruppo con tutte le mie amiche dicendo di venire in stazione. Io e Lele siamo seduti su una panchina davanti alla stazione aspettando che vengano.

<<Gina!>> urla Giada da lontano. Scoppio a ridere, non cambierà mai.

<<Perché le valigie?>> mi chiede Costanza.

<<Partiamo, torniamo a Milano>> dico io.

<<Così all'improvviso?>> mi chiede Kekka e io annuisco.

<<E perché?>> dice Annalisa.

<<Ragazze, sapete che sarei dovuta partire la prossima settimana con Lele per il concerto. Mi ha fatto una sorpresa venendo prima e diciamo che sono seguite situazioni poco gradevoli>> dico.

<<I tuoi genitori>> dice Giada capendo.

Annuisco e l'abbraccio.

<<Ragazze sarei dovuta rimanere qui fino ai diciotto anni ma non ce la faccio. Non vorrei separarmi da voi ma non posso restare qui e fare quello che vogliono, farò quello che mi piace>> mi abbracciano.

Tutto cominciò su quel trenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora