Alcibiade

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Se avrete studiato con sufficiente attenzione e cura la Guerra del Peloponneso, anche solo vedere il titolo vi avrà fatto sorridere. 

Durante la guerra del Peloponneso infatti Alcibiade cambiò più volte il proprio partito politico: nella natia Atene, dal 420 al 410 a.C. fu causa di un'aggressiva politica estera impegnandosi nell'organizzazione della spedizione ateniese in Sicilia, ma passò dalla parte di Sparta quando i suoi oppositori politici lo accusarono del sacrilegio delle Erme, ovvero delle piccole statuette raffiguranti Ermes, posizionate sulle strade per proteggere i viaggiatori, che furono trovate distrutte. A Sparta propose e supervisionò importanti campagne militari contro la sua città natale, ebbe un ruolo determinante nella caduta di Atene: l'occupazione permanente della città di Decelea e le rivolte di molti territori sotto il controllo di Atene furono da lui consigliate. 

Cacciato anche da Sparta, però, fu obbligato a rifugiarsi in Persia, dove divenne consigliere del satrapo attuale finché i suoi sostenitori politici ateniesi non gli chiesero di tornare. Fu poi generale ad Atene per diversi anni, ma i suoi nemici riuscirono a farlo esiliare una seconda volta, giusto perchè era un po' scomodo, una persona come Alcibiade.

Alcibiade favorì tattiche anticonvenzionali, spesso assoggettando città con l'inganno, proponendo negoziati, utilizzando l'arte militare poliorcetica solo in casi estremi. Le qualità politiche e militari di Alcibiade furono spesso utili agli stati che beneficiarono dei suoi servigi, ma la sua propensione a inimicarsi i potenti gli impedì di rimanere a lungo in uno stesso luogo e, alla fine della guerra, i giorni in cui aveva avuto un ruolo politico importante divennero solo un lontano ricordo.

Tralasciando il piccolo paragrafo storico, comunque, vorrei concentrarmi sul carattere di Alcibiade, che possiamo definire ribelle, o sregolato. Plutarco, per esempio, racconta che una volta Alcibiade volle incontrarsi con Pericle ma gli fu detto che lo statista non poteva riceverlo, perché stava studiando come presentare agli Ateniesi il resoconto del suo mandato politico. Alcibiade allora rispose: "Non sarebbe meglio che studiasse come non presentare il resoconto agli Ateniesi?"

Un'altra volta diede senza motivo un pugno a Ipponico, un ricco Ateniese, suscitando lo sdegno generale. Alcibiade si recò quindi a casa di Ipponico e gli mostrò la schiena invitandolo a frustarlo. Non solo Ipponico lo perdonò, ma gli diede in moglie la figlia Ipparete. Ella fu fedele al marito tutta la vita a dispetto delle sue relazioni extraconiugali dandogli due bambini, una femmina e un maschio chiamato Alcibiade il Giovane. Questo mi ha lasciato un po' confusa, ma meglio per lui, no? 

Un esempio della natura ambiziosa di Alcibiade fu il fatto che durante i Giochi olimpici del 416 a.C., partecipò alla corsa dei carri con ben sette carri, più di quanto ogni altro privato cittadino avesse mai fatto fino ad allora. Tre dei suoi carri arrivarono rispettivamente primo, secondo e quarto. 

Inoltre, dal brano "Vita di Alcibiade", di Plutarco, leggiamo:

"Ma questa sua condotta politica, capacità oratoria, notevole abilità ed intelligenza era accompagnata da una vita alquanto dissoluta. Alcibiade era smodato nel bere e negli amori, si abbigliava con effeminatezza (camminando nell'agorà, strascicava la la veste rosso porpora), sfoggiava un lusso arrogante. Sulle sue triremi, per dormire più comodamente, aveva fatto tagliare parte del ponte e il suo letto non posava sul pavimento, ma era appeso con cinghie. Il suo scudo, tramato d'oro, non aveva impresso lo stemma di famiglia, bensì Eros con in mano il fulmine. Di fronte a tali eccessi, la gente rispettabile era sdegnata e disgustata, ma soprattutto paventava l'insolenza e la prevaricazione di Alcibiade di fronte alle leggi. Ai loro occhi era un comportamento mostruoso e da tiranno. "

Insomma, è chiaro che Alcibiade fu un personaggio controverso, e che senza dubbio è molto più divertente da studiare immaginandolo che trascina con una smorfia poco etero la tunica per tutta l'agorà, rispetto a immaginarlo nel pieno di un discorso sulla democrazia, o sbaglio? 

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